Il capo dello stato lettone in un messaggio video ha annunciato la sua decisione: è il primo presidente lettone che decide di non ricandidarsi per ottenere un altro mandato..
Da RIGA – Il presidente lettone Andris Bērziņš ha dunque preso la sua decisione: non si ricandiderà per un secondo mandato, alle prossime elezioni per la presidenza della repubblica che si terranno fra un paio di mesi in parlamento. E’ il primo presidente che decide di non ripresentare la propria candidatura ad un secondo mandato, al contrario di quanto avevano fatto i suoi predecessori, Guntis Ulmanis, Vaira Vīķe-Freiberga e Valdis Zatlers.
Bērziņš ha annunciato la sua decisione in un messaggio video, senza perarltro soffermarsi sui motivi che l’hanno spinto a non presentarsi per un secondo mandato. La ragione principale però potrebbe essere la non certezza di avere la maggioranza di voti necessaria alla rielezione, considerato che finora solo il suo partito, ZZS, aveva dichiarato di appoggiare la sua rielezione.
Adesso si aprono ufficialmente i giochi per le candidature e l’elezione del nuovo presidente della repubblica lettone, che sarà eletto dal parlamento a maggioranza assoluta e scrutinio segreto. Ad oggi l’unico candidato ufficiale è il leader di Latvijas Reģionu apvienība Mārtiņš Bondars, che già da diverse settimane ha formalizzato la sua candidatura.
La leader di Vienotība Solvita Āboltiņa, commentando la decisione di Bērziņš, ha auspicato che i tre partiti dell’attuale maggioranza, Vienotība, ZZS e Visu Latvijai! possano trovare un’intesa per presentare una candidatura comune. Ma per ora i termini di un accordo fra i tre partiti della coalizione che sostiene il governo Straujuma sembrano ancora piuttosto lontani dal diventare realtà.
Anche se le elezioni per la presidenza della repubblica in Lettonia sono previste sono fra un paio di mesi, in parlamento, dove il presidente viene eletto a maggioranza assoluta con scrutinio segreto, già questi giorni sembrano decisivi.
L’attuale presidente Andris Bērziņš da tempo aveva annunciato che avrebbe reso nota la sua decisione di candidarsi o meno al secondo mandato subito dopo Pasqua. Una parte degli intellettuali lettoni rimproveravano a Bērziņš la mancanza di carisma e difficoltà oratorie, tanto da auspicarne la rinuncia per il secondo mandato. Per molti analisti Bērziņš non avrebbe avuto grandi motivi per ricandidarsi, specie dopo che il partito russofono Saskaņa ha in sostanza ritirato il suo appoggio alla rielezione, dopo che i suoi voti erano stati decisivi insieme a quelli del partito di Bērziņš, ZZS (partito dei verdi e agricoltori), per la sua prima elezione nel 2011.
Secondo la stampa lettone Bērziņš non aveva negli occhi quella “fiamma” che testimonia la volontà di un presidente di essere rieletto, cosa che invece avevano i presidenti precedenti, da Guntis Ulmani, a Vaira Vīķe-Freiberga, per finire a Valdis Zatlers, l’unico presidente che pur candidandosi al secondo mandato non è poi riuscito ad ottenerlo, sconfitto nel 2011 proprio da Bērziņš.
L’impressione è che Bērziņš avrebbe avuto in realtà voglia di candidarsi al secondo mandato presidenziale, ma i suoi dubbi sarebbero stati soprattutto dovuti al fatto che non era certo di avere i 51 voti necessari per la maggioranza assoluta.
Nelle scorse settimane alcune affermazioni di Bērziņš sono sembrate chiaramente indirizzate a riscuotere di nuovo il consenso dei russofoni di Saskaņa. In particolare la dichiarazione di Bērziņš che ha affermato che la Lettonia farà di tutto perché la Russia sia e rimanga un “buon vicino”, e varie aperture rispetto alle relazioni con in Cremlino, che sembrano davvero in contraddizione con le posizioni molto più dure dei suoi colleghi estone e lituana, Ilves e Grybauskaitė.
Ma i giochi per le candidature alla presidenza della repubblica lettone sembrano ancora molto complessi. Il primo nodo ovviamente si scioglierà nel momento in cui Bērziņš renderà nota la sua decisione sulla ricandidatura. Ma ZZS, il suo partito, potrebbe giocare la carta del ricatto nei confronti dei suoi partner di governo, Vienotība e Visu Latvijai!, che finora non hanno dato il loro appoggio alla ricandidatura di Bērziņš.
ZZS ha i numeri, insieme ai russofoni di Saskaņa per replicare la sorpresa del 2011, quando votò insieme all’opposizione il proprio candidato Bērziņš. Nel caso in cui Bērziņš non trovasse l’appoggio degli altri partiti della maggioranza, e il presidente non avesse più il sostegno neanche dei russofoni, ZZS potrebbe giocare la carta di un altro nome da votare sempre con Saskaņa, come ad esempio quello di Inguna Sudraba, leader del partito di opposizione No sirds Latvijai, e figura gradita, dicono in tanti, anche dalle parti del Cremlino.
Non è un caso che di fronte a queste voci si ipotizzino candidature alternative. Si era già parlato dell’eurodeputata Sandra Kalniete, di Vienotiba. Ieri Vaira Vīķe-Freiberga, la presidente lettone più amata dal suo popolo, abbia affermato che di fronte ad un serio pericolo di una candidatura che minacci la stabilità del paese, è pronta ad avanzare di nuovo la sua candidatura. Sarebbe la carta che scompagina tutto il tavolo. Probabilmente la preferita dalla maggioranza dei lettoni.