Un clamoroso sequestro ha tenuto in sospeso la Turchia, in seguito all’azione di un commando armato di appartenenti al gruppo terroristico marxista-leninista DHKP-C, che nel primo pomeriggio aveva fatto irruzione in un tribunale di Istanbul e preso in ostaggio il procuratore Mehmet Selim Kiraz. Il magistrato stava indagando sul caso della morte di Berkin Elvan, un ragazzo di quindici anni colpito da una granata di lacrimogeni della polizia durante le proteste contro il governo turco nel 2013, al parco Gezi, e morto dopo molti mesi di coma. La morte del giovane Elvan sollevò un moto di indignazione e i suoi funerali furono partecipati da centinaia di persone.
Il procuratore Kiraz era stato incaricato delle indagini quattro mesi fa ma la vicenda era sul tavolo degli inquirenti da tempo, passata sotto silenzio nel disinteresse generale. Le lentezze della giustizia turca hanno portato all’individuazione di un responsabile solo a metà marzo scorso. Un poliziotto è stato riconosciuto come l’esecutore ma non è stato incriminato. I sequestratori avevano minacciato di far “pagare con la vita” il magistrato se entro tre ore una confessione pubblica del poliziotto non fosse stata diffusa in televisione. L’ultimatum però era passato senza spargimento di sangue ed erano state avviate trattative, mentre il palazzo veniva evacuato e le teste di cuoio della polizia si schieravano attorno alla stanza in cui era sequestrato il magistrato. Dopo ore di trattativa con i sequestratori, la polizia turca è entrata con un blitz nel tribunale, e poco dopo i testimoni sul posto hanno sentito due forti esplosioni e diversi colpi di armi da fuoco. Dopo un’ora di voci non confermate, il capo della polizia di Istanbul ha dichiarato che due sequestratori sarebbero stati uccisi, mentre il procuratore sequestrato è stato condotto d’urgenza in ospedale, ferito in modo grave. Dopo alcune ore è giunta la notizia che anche il procuratore è morto.
Secondo il quotidiano turco Hurriyet, diversi colpi di arma da fuoco sarebbero stati sparati nell’edificio al momento del sequestro. Il gruppo armato ha rilasciato una foto sui social media che mostra uno dei suoi membri puntare una pistola alla testa del giudice Kiraz, mentre sullo sfondo compare una bandiera dell’organizzazione armata.
Un sito considerato vicino all’organizzazione aveva reso noto che il commando aveva dato un ultimatum alle autorità per accogliere le loro richieste: una “confessione pubblica” dei poliziotti accusati di aver ucciso Elvan, che il gruppo armato chiede siano sottoposti al giudizio di un “tribunale del popolo” , e l’assoluzione per le persone sottoposte a procedimenti giudiziari per avere partecipato a manifestazioni di protesta per la morte di Elvan.
Il rapimento arriva pochi giorni dopo l’attentato terroristico alla sede del giornale jihadista Adımlar che gli inquirenti sospettano sia anch’esso opera del DHKP-C, anche se il gruppo non lo ha rivendicato.
Il gruppo armato DHKP-C è stato fondato nel 1978, con il nome di “Sinistra Rivoluzionaria” (Devrimici Sol), ed ha cambiato nome nel 1994 dopo alcuni dissidi interni. Viene considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Unione Europea e Usa. Negli ultimi anni si è reso responsabile di diversi attentati, compiuti anche da terroristi suicidi, un caso piuttosto raro per i gruppi armati di estrema sinistra.
Il tutto avviene nello stesso giorno in cui la Turchia è rimasta bloccata per ore a causa di un black-out senza precedenti nella storia moderna del paese. Il premier Davutoglu ha dichiarato che non esclude che l’interruzione di corrente possa essere stata causata da un atto compiuto da terroristi, e non è chiaro se i due eventi siano in qualche modo correlati. Secondo alcune voci – per ora tutte da confermare – i militanti del gruppo armato sarebbero riusciti a entrare armati nel tribunale perché un metal-detector a raggi X non era in funzione proprio a causa del black out.