Delle elezioni legislative suppletive in Macedonia saranno inevitabili, se la maggioranza parlamentare deciderà di dichiarare decaduti i mandati parlamentari dell’opposizione che ormai da sette mesi boicotta il parlamento per via di presunti brogli alle elezioni parlamentari del mese di aprile.
Le procedure per annullare i mandati dei deputati che si rifiutano di giurare sono incluse nei regolamenti parlamentari e faranno seguito alla verifica della decisione di continuare il boicottaggio da parte del partito socialdemocratico LSDM guidato da Zoran Zaev. Ma tutto ciònon solo non risolverebbe la crisi politica, ma potrebbe acuirla ancora di più.
La crisi politica in Macedonia è profonda e può essere solo aggravata. Quello che sta accadendo non fa ben sperare che le due parti raggiungeranno una soluzione per superare la situazione. Maggioranza e opposizione ora cercheranno anche attraverso attività di sensibilizzazione di convincere l’opinione pubblica della bontà delle loro posizioni.
La crisi politica e la mancanza di dialogo tra il governo e l’opposizione sono state anche sottolineate nel progress report della Commissione europea. Bruxelles ha costantemente chiesto il ritorno dell’opposizione in Parlamento, ma ha anche chiesto che la maggioranza sia aperta a prendere in considerazione le richieste dell’opposizione.
L’opposizione ha presentato cinque richieste ma quella principale ha a che fare con la formazione di un governo tecnico per organizzare elezioni anticipate libere e democratiche, che secondo il LSDM, sarebbe l’unico modo per far uscire il paese dalla crisi politica. Il primo ministro Nicola Gruevski ha detto che è pronto a parlare di tutto con l’opposizione tranne che di un governo di transizione perché le elezioni parlamentari vinte dal suo partito VMRO sono state legittime.
Tuttavia l’economia del Paese – due milioni di abitanti – continua a crescere: nel 2014 il Fondo Monetario Internazionale stima un incremento del PIL del 3,4% e del 3,6% nel 2015, anche se la disoccupazione resta al 28%. La Macedonia, che è uscita bene dalla crisi finanziaria, ha bisogno di riforme e dell’ingresso nel club europeo.
La Macedonia è candidata all’adesione all’UE dal 2005 ma, nonostante i continui pareri positivi di Commissione e Parlamento, il Consiglio Ue si è sempre rifiutato di aprire i negoziati per via del veto greco relativo alla questione del nome.
Povoro popolo, di nazionalita’ macedone! Ne “vedono di cotte e di crude”! Hanno avuto l’ indipendenza senza uno sparo, dai soliti serbi cattivi, e adesso “pedallate”!