UNGHERIA: Strasburgo boccia la legge bavaglio

di Gaetano Veninata

Mentre il premier ungherese Viktor Orban riceve la solidarietà dell’eurodeputato popolare tedesco Klaus-Heiner Lehnedel (“Nel gruppo del Ppe c’è una vasta solidarietà con il primo ministro ungherese. Anche se un paio di dettagli non dovessero essere a posto, Orban è comunque un combattente della libertà che si è sempre impegnato per la democrazia e la libertà”), l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa chiede al governo di Budapest di cambiare la sua attuale legge sui media. Secondo i parlamentari la norma non fissa le procedure che regolano la rivelazione delle fonti e non fornisce garanzia ai giornalisti a cui viene rivolta questa richiesta. Nel testo approvato oggi, l’assemblea esprime preoccupazione per i limiti all’esercizio della libertà dei media e al diritto dei giornalisti di non svelare le loro fonti.

Ma l’Ungheria non e’ l’unico Paese in cui il diritto dei giornalisti viene violato. Nel rapporto approvato oggi a Strasburgo si menzionano 22 esempi di come le autorità di diversi Paesi, compresa l’Italia, hanno di fatto violato il diritto dei giornalisti alla segretezza delle fonti. L’assemblea domanda quindi all’organo esecutivo del Consiglio d’Europa di assistere gli stati membri nell’analisi e nel miglioramento della loro legislazione, in particolare per quanto riguarda la revisione delle leggi sulla vigilanza, l’anti-terrorismo, la conservazione di dati e l’accesso agli archivi delle telecomunicazioni, visti come un rischio per la segretezza delle fonti. Nel documento viene raccomandato al Comitato dei Ministri di redigere linee guida per le forze dell’ordine e i magistrati sul diritto dei giornalisti a non divulgare le proprie fonti, sottolinenando che tale diritto si applica anche alle fonti negli ambienti giudiziari; se le informazioni sono state rivelate illegalmente – si legge ancora nel rapporto – le autorità devono svolgere indagini interne piuttosto che chiedere ai giornalisti di svelare chi ha fornito le informazioni.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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