RUSSIA: Morto in un incidente aereo De Margerie, l'amico di Putin a capo di Total

Da LIONE – “Un errore umano dovuto alla negligenza del personale”: ecco come viene definito l’incidente aereo avvenuto lunedì notte all’aeroporto di Vnukovo che ha provocato la morte del direttore generale della compagnia francese Total.

Secondi i fatti, l’incidente si è verificato alle 23:58 ora di Mosca (21.58 ora di Parigi), durante la fase di decollo dell’aereo privato Falcon-50 che riconduceva Christophe de Margerie a Parigi e che ha preso fuoco dopo essersi scontrato con uno spalaneve, il cui conducente risulta fosse ubriaco. L’accusa è stata subito smentita poche ore dopo dall’avvocato dell’interessato, Alexandr Karabanov, il quale afferma che il suo cliente era sobrio e “non beve mai a causa di un problema al cuore, lo possono testimoniare familiari e medici”.

Al momento della collisione, l’aereo faceva i 300 km/orari appena, e la visibilità era scarsa (pari a 350 metri, secondo i collaboratori dell’aeroporto). Nonostante l’aereo abbia preso subito fuoco al momento dell’impatto, non c’è stata nessuna esplosione. Il conducente dello spalaneve ne è uscito indenne, ma tutti i membri dell’equipaggio sono morti sul colpo: il primo e il secondo pilota, un assistente di volo e uno dei manager dell’azienda Total.
La notizia della morte di de Margerie, che guidava Total dal 2007, è stata accolta con “stupore e tristezza” non solo in Francia ma anche in Russia.

L’amicizia franco-russo

Christophe de Margerie, 63 anni, era reduce insieme ad altri investitori stranieri da una visita ufficiale al primo ministro russo Dmitrij Medvedev. Un incontro che riguardava le misure punitive nei confronti della Russia decise dai governi occidentali.

Nel suo ultimo discorso, pronunciato lunedì sera, il presidente di Total esprimeva chiaramente la sua ostilità nei confronti delle recenti sanzioni imposte alla Russia, secondo lui “ingiuste e controproducenti”, e chiedeva a Mosca di fare tutto il necessario per correggere la situazione legata alla crisi con l’Ucraina.

Se vogliamo continuare ad investire in Russia a lungo termine, dobbiamo poter instaurare uno spazio economico stabile e pacifico tra la Russia e i nostri Paesi”.

De Margerie aveva già precedentemente sottolineato che l’Europa non può vivere senza il gas russo e che non vi era alcun motivo per sospendere le relazioni economiche con Mosca.

Per il quarto gruppo petrolifero occidentale, la Russia ha rappresentato circa il 10% della produzione di petrolio e di gas dell’azienda lo scorso anno, e risulta tuttora uno dei principali investitori stranieri in questo Paese.

In seguito all’abbattimento dell’aereo di linea malese della scorsa estate, gli investimenti francesi hanno però subito un congelamento; tuttavia Margerie non si è arreso e a luglio ha dichiarato che le sanzioni non avrebbero in alcun modo fermato i progetti in corso.

La compagnia petrolifera di de Margerie ha (o almeno ha avuto finora) grandi piani per il futuro: entro il 2020 la Russia sarebbe diventata la sua principale fonte di petrolio e di gas grazie anche al partenariato con la società energetica russa Novatek e il progetto Yamal, ovvero ben 27 miliardi di dollari investiti in una joint venture per sfruttare le vaste riserve di gas naturale nel nord ovest della Siberia e che mira a raddoppiare il ruolo della Russia nel mercato in rapida crescita del gas naturale liquefatto.

Christophe de Margerie era amico della Russia e nemico degli Stati Uniti, e senza dubbio durante tutta la sua carriera ha perseguito gli interessi dell’azienda petrolifera. Ma chi prenderà adesso il posto di questo grande leader? Philippe Boisseau, Patrkick Pouyanné e Arnaud Breuillac, i probabili successori di de Margerie, non avranno un compito facile in quanto dovranno confrontarsi con un uomo che ha “difeso con talento l’eccellenza e il successo all’estero della tecnologia francese”, secondo quanto dichiara François Hollande.

Il presidente francese non è il solo a esprimere le numerosi doti manageriali di de Margerie: “Abbiamo perso un vero amico del nostro Paese”: queste le parole di Vladimir Putin, che lo conosceva da molto tempo e lo ringrazia per aver promosso le relazioni bilaterali tra Francia e Russia. A questo, Dmitrij Medvedev aggiunge: “Una grande perdita, de Margerie era un amico e un partner sincero, ci mancherà”.

Total, Novatek e Gazprom

Nel 2004 i francesi, quando de Margerie era a capo di Total Upstream, hanno cercato di comprare il 25% di Novatek, il più grande produttore indipendente di gas della Russia dopo Gazprom, per circa 800 milioni di dollari, ma l’accordo si protrasse troppo a lungo, e quindi abbandonarono.

Nel mese di aprile 2011, l’azienda petrolifera francese comprò per 4 miliardi di dollari il 12% delle azioni di Novatek; alla fine dello stesso anno ne comprò un altro 2% a 800 milioni di dollari. La quota attuale è pari al 18,2%.

Gli acquisti non finirono qui: Total acquistò anche il 20% delle azioni del nuovo progetto di Novatek, Yamal LNG, il progetto previsto per il 2018-2019 che prevede la realizzazione di un impianto di liquefazione del gas nella penisola di Yamal, che conta una riserva di 492 miliardi di metri cubi di gas.

Total ha collaborato anche con Gazprom. La società russa ha auspicato per un lungo periodo di tempo a ottenere una quota nel giacimento di Shtokman nel Mare di Barents, ma nel luglio del 2007, pochi mesi dopo la nomina di de Margerie, Total ne avrebbe ricevuto il 25%. Inizialmente l’avvio della produzione del giacimento Shtokman era previsto per l’inizio del 2017, ma a causa della mancanza di mercati e di alcune contraddizioni, il progetto è stato accantonato. Attualmente le energie sono tutte puntate sul progetto Yamal LNG.

La questione ora resta una sola: colui che prenderà il testimone di Christophe de Margerie, rimarrà della stessa idea nei confronti della Russia?

Foto: Ria Novosti

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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