Jonathan Franzen, romanziere e appassionato birdwatcher, tempo fa aveva visitato l’Albania da dove era ripartito con l’amaro sapore della strage causata dalla caccia illegale. Nei suoi scritti e documentari per il National Geographic, Franzen ha sottolineato l’importanza dell’Albania come luogo di passaggio e riposo per gli uccelli migratori nel loro viaggio tra l’Africa e l’Europa continentale.
L’allarme e’ stato colto dal nuovo governo albanese di Edi Rama, che ha deciso di vietare la caccia sul proprio territorio per almeno due anni, dopo un vero massacro della fauna compiuto dai bracconieri, che ha visto scomparire l’orso bruno e l’aquila e calare drammaticamente il numero di volpi e anatre. Nel corso degli ultimi 10 anni, la situazione per coniglio selvatico, volpe e quaglia mostra una diminuzione della popolazione di questi animali dal 30% a oltre il 50%.
Il divieto di caccia “è davvero una bella notizia“, ha commentato Franzen per “Shqip” del canale Top Channel. Secondo Franzen “l’Albania ha il miglior habitat per gli uccelli in tutto il Mediterraneo orientale. In realtà l’Albania ha un tesoro con le lagune costiere che sono patrimonio di tutta l’Europa. La moratoria sulla caccia appare come un passo avanti verso l’acquisizione di responsabilità di questo tesoro che avete”.
L’Albania era diventata una meta non solo per i cacciatori italiani perché nei paesi Ue, almeno sulla carta, ci sono limitazioni alla caccia molto più stringenti. Secondo un rapporto del ministero dell’ambiente albanese durante il 2013 circa 400 cacciatori stranieri hanno svolto attivita’ venatorie nel paese. La federazione dei cacciatori albanesi aveva chiesto la moratoria a tempo indeterminato sulla caccia straniera in Albania, ma la legge vale per tutti, cittadini e stranieri, perché gli uccelli non conoscono la nazionalità dei cacciatori.
In territorio albanese sono in uso 150 mila fucili di caccia, ma solo 17 mila persone sono registrate nella Federazione dei cacciatori con il permesso appropriato. Secondo il ministero dell’ambiente la discrepanza tra coloro che hanno licenza regolare e i molti di più che esercitano l’attività venatoria e’ un problema enorme perché controllare tutto le riserve di caccia diventa impossibile. Intanto molti cacciatori albanesi, aiutati anche dalle agenzie turistiche, si spostano verso il Kosovo e la Macedonia per svolgere le loro attività venatorie e dare la caccia alla selvaggina.
Foto: National Geographic
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