CROAZIA: Manovra in vista e pronti al peggio. Il rigore europeo nuoce a Zagabria

Mentre il governo italiano assicura che quest’anno il rapporto deficit/pil non sforerà il 3%, a pochi chilometri di distanza c’è chi si è già rassegnato a superare la soglia. Il 28° Paese entrato nell’Unione europea prepara una manovra correttiva: la Croazia ha un deficit molto più alto del previsto, e sembra ormai inevitabile una procedura d’infrazione da Bruxelles.

Riorganizzazione del sistema fiscale, razionalizzazione della pubblica amministrazione, privatizzazioni: sono alcune delle misure annunciate dal primo ministro Milanovic un paio di settimane fa. Il capo del governo ha escluso provvedimenti troppo pesanti: “Non credo che tutti i nostri problemi sarebbero risolti se licenziassimo decine di migliaia di dipendenti pubblici”, ha detto con evidente riferimento alle disgrazie greche. Il timore, però, è che le sue parole si rivelino una profezia involontaria: se la direzione tracciata dalle autorità di Zagabria non basterà a sistemare i conti, il Paese rischia di vedersi imporre tagli durissimi dall’Europa, proprio come è successo ad Atene.

Nei primi nove mesi di quest’anno le entrate dello Stato croato sono diminuite del 2% rispetto allo stesso periodo del 2012, mentre le spese sono cresciute del 3,5%. Il ministro delle Finanze ha annunciato che presto sarà necessaria una manovra, motivandola con l’aumento degli interessi sui titoli nazionali (il famigerato spread) e con le centinaia di milioni di trasferimenti che Zagabria deve a Bruxelles da luglio, quando è entrata nell’Unione. Non è chiaro ancora cosa dovranno subìre i cittadini croati, e quanta austerità vivranno sulla loro pelle nei prossimi mesi. Molto potrebbe dipendere dalla politica economica europea, che con il suo rigore sembra aver risolto ben pochi problemi.

Chi è Andrea Monti

Giornalista a Radio Popolare Milano e Casa24Plus, ho fondato il sito Balcanews

Leggi anche

Croazia antifascista

CROAZIA: La difficile ricostruzione della memoria antifascista

A Kamenska, in Croazia, è stato reinstallato, in modo virtuale, uno dei monumenti più significativi tra quelli realizzati in epoca comunista per celebrare la lotta antifascista. In tutta la Croazia sono centinaia le opere simili in condizioni di totale abbandono. Un segnale dei tempi

5 commenti

  1. Strano… pensavo che il piano geniale del governo croato fosse facilitare l’emigrazione dei propri cittadini, ora in possesso di un passaporto europeo, e far mantenere a galla il Paese con le rimesse degli emigrati (grosso modo è questo ciò che permette ai paesi balcanici di non cadere al livello di terzo mondo).

    • alessandro bruni

      veramente emigrano all’estero molto di più gli italiani, costruttori dell’ Europa

      • anche questo è vero, basta vedere londra che è strapiena di italiani… ma si tratta anche di numeri: la croazia ha 4.5 milioni di abitanti, l’italia più di 60. è normale che l’emigrazione italiana in termini assoluti sia più massiccia

  2. Non mi e’ chiaro quali siano “le centinaia di milioni di trasferimenti che Zagabria deve a Bruxelles da luglio”. La Croazia resta un beneficiario netto nei suoi rapporti con l’UE, a differenza dell’Italia. Non e’ certo il suo contributo al budget UE a metterla a rischio bancarotta http://www.delhrv.ec.europa.eu/?lang=en&content=61#14
    Sulle condizioni economiche del paese e gli effetti dell’adesione UE, poi, sarebbe interessante fare un paragone con la Slovenia.

  3. Noi semplici cittadini ci dovremmo interrogare su quale senso abbia “entrare” o “restare” in Europa.
    Al contrario, i politci-camerieri lo sanno molto bene e non si fanno scrupoli di affondare il proprio paese.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com