BOSNIA: Il film di Angelina Jolie, tra sospetti e silenzi

di Andrea Monti

da Balcanews

Respingere Angelina Jolie sarebbe difficile per chiunque. Ma se la Bosnia ha pensato di farlo, la faccenda dev’essere proprio seria. Il governo di Sarajevo ha dato il via libera alle riprese del primo film da regista dell’attrice americana, ma a lungo è sembrato che tutto dovesse saltare. Il motivo è il tema dell’opera, ambientata durante il conflitto degli anni ’90: al centro della storia ci sarebbe l’amore tra una donna musulmana e un violentatore serbo.

Diciamo “ci sarebbe”, perché non esistono certezze sulla trama. Più volte interrogata dalle associazioni delle vittime di guerra, la Jolie si è sempre rifiutata di rivelare il contenuto del copione: scelta legittima per una regista, ma contestabile di fronte al dolore di chi ha vissuto l’orrore solo 15 anni fa. Senza raccontare l’intera vicenda, Angelina avrebbe potuto rispondere a una semplice, fondamentale domanda: è vero che la protagonista si innamora del suo stupratore?

In verità, una cosa l’attrice di Hollywood l’ha detta. “Non è affatto vero che il film si apre con scene di stupro e tortura – ha precisato. – Quest’opera descrive esperienze di persone differenti, che hanno modi diversi di percepire la guerra. Parla di una coppia che avrebbe potuto avere una vita felice e che con la guerra si trova in una situazione completamente diversa. E’ un film su temi difficili, con argomenti delicati e su eventi accaduti non molto tempo fa. Proprio per questo tali temi vanno trattati con la massima prudenza possibile”.

Nella scena iniziale, quindi, non c’è uno stupro. Ma c’è nel resto della pellicola? La questione è una: la Jolie non ha voluto chiarire se il centro del film è la storia d’amore tra uno stupratore e la sua vittima. Sorge un dubbio maligno: che la regista abbia voluto restare sul vago proprio per alimentare il dibattito e le polemiche, facendosi pubblicità. Qualcuno ribatte che in questo modo sta facendo pubblicità anche alla Bosnia, che ha un bisogno pazzesco di investimenti esteri. Ma cos’è più importante: il Pil di Sarajevo o il rispetto del dolore delle vittime di guerra?

Chi è Andrea Monti

Giornalista a Radio Popolare Milano e Casa24Plus, ho fondato il sito Balcanews

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