RUSSIA: Missili Jakhont per Assad

Allarme per un’iniziativa di Mosca in appoggio al regime di Bashar al-Assad in Siria. La Russia ha infatti recentemente consegnato al governo siriano un carico di missili anti-nave avanzatissimi, che gli esperti definiscono come i “killer delle navi”. È quanto hanno riferito alcune fonti ufficiali statunitensi, a condizione di anonimato, al “New York Times”.

Già in passato la Russia aveva fornito a Damasco missili “Jakhont” (“Rubino”), ma quelli consegnati di recente sono una versione aggiornata, dotata di un sistema radar che li rende “micidiali”. Molto più che gli “Scud” e altri missili a medio e lungo raggio di cui il regime dispone, gli Jakhont rappresentano un fortissimo deterrente a ogni eventuale tentativo internazionale di intervenire militarmente in Siria. I missili “permettono al regime di scoraggiare le forze straniere che pensano di rifornire l’opposizione di armi via mare o di svolgere un ruolo attivo se a un certo punto dovesse essere proclamato un embargo navale o una “no-fly zone”, ha commentato Nick Brown, direttore di “Jane’s International Defense Review”, il quale ha definito gli “Jakhont” come veri e propri “killer di navi”. Ogni missile è lungo quasi 22 metri e ha un raggio d’azione di quasi 300 chilometri.

Già all’inizio del 2011 Mosca aveva consegnato al regime di Bashar al-Assad 72 missiliJakhont”, 36 lanciamissili mobili ed equipaggiamento di supporto, in base a un ordine del 2007. I missili forniti più di recente sono una versione aggiornata rispetto a quella del 2011, dotata di un sistema radar che consente di eludere i più sofisticati sistemi di difesa antimissile a bordo delle navi.
Piu’ volte accusata dagli Stati Uniti e da altri attori internazionali di rifornire il regime di armi che vengono usate contro ribelli e civili, Mosca si è sempre difesa assicurando che le consegne rispondono a ordini fatti da Damasco in tempi “non sospetti”. Ma molti osservatori ritengono che i fatti non stiano realmente così e che la Russia miri a ridurre le opzioni che gli Stati Uniti ha a disposizione per aiutare i ribelli.

Mosca, ad esempio ha rifornito la Siria di missili terra-aria SA-17. Lo scorso gennaio Israele ha condotto un raid contro un convoglio di camion che trasportava questi missili nei pressi di Damasco. Più di recente, tanto lo Stato ebraico quanto gli Stati Uniti hanno chiesto alla Russia di non procedere alla fornitura di missili avanzati S-300. La consegna per ora è sospesa, ma a Mosca ci sarebbero forti pressioni da parte dei militari per effettuarla.

Quella dei missili non e’ l’unica mossa russa a destare preoccupazione. Mosca ha infatti inviato oltre una decina di navi da guerra a pattugliare la zona intorno al porto siriano di Tartus, dove ha la sua unica base navale nel Mediterraneo. Secondo il “Wall Street Journal”, la mossa, che porta la presenza navale russa nel Meditarraneo a livelli mai raggiunti dopo la Guerra Fredda, è un avvertimento agli Stati Uniti, che finora non hanno escluso in modo definitivo l’ipotesi di un intervento militare in Siria, se dovesse essere provato l’uso di armi chimiche.

Foto: wikicommons

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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3 commenti

  1. claudio vito buttazzo

    Era ora che la Russia si desse una mossa per bloccare la criminale aggressione degli Usa e della Nato al mondo intero, una porcheria che va avanti da 20 anni. Questi porci non potranno fare in Siria ciò che hanno fatto in Afghanistan, Iraq, Siria, Somalia, Mali, ecc. Era ora che qualcuno gli intimasse l’altolà. Meno male che la Russia c’è!

  2. Ho l’impressione che gli ultimi attentati a Boston e Londra abbiano molto raffreddato i bollori interventisti anglo-americani. Forse si comincia a capire che Assad è il male minore, qualunque cosa verrà dopo potrà essere solo peggio (per i siriani e per noi)

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