FOCUS: Elezioni Ucraina/5 – I due corto circuiti, secondo Stefano Grazioli


Per meglio comprendere quali siano le questioni fondamentali e le problematiche legate alle elezioni ucraine attualmente in corso, ci permettiamo di riportare parte dell’editoriale di Stefano Grazioli pubblicato su Limes on-line il 18 gennaio scorso. Grazioli indaga le cause del fallimento della “rivoluzione arancione” ponendo l’accento sui “due corto circuiti” irrisolti della politica ucraina.

[…] Sono i cinque anni della presidenza Yuschenko a decretare la sentenza, anche per quelli che all’inizio hanno creduto alle favole. Oggi come ieri, l’Ucraina è un paese in lenta e confusa transizione: un processo iniziato dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la conquista dell’indipendenza, proseguito sotto la presidenza di Kravchuk e Kuchma. A scatti, un passo in avanti e un paio indietro, tra luci e ombre. Il regime change del 2004 non ha certo dato la svolta. Anzi, ha tradito non solo le promesse, ma manche le speranze. Non è cambiato il sistema di potere, non è cambiata la forma. La rivoluzione in realtà non c’è stata e per questo non ha senso parlare oggi di restaurazione.

Ed ecco perché il colore di moda ora è il blu e non l’arancione. Il problema è che la classe politica non ha saputo riformare se stessa e non ha trovato la chiave per uscire dai due fondamentali corto circuiti che frenano il processo di democratizzazione: la deleteria dipendenza del potere politico da quello economico e la problematica architettura costituzionale, bloccata a metà tra presidenzialismo e parlamentarismo. L’oligarchia da una parte e l’inefficienza del sistema politico sono le due palle al piede dell’Ucraina sulla strada per diventare un paese normale.

Chiunque uscirà vincitore dal secondo turno non dovrà e non potrà fare a meno di affrontare le due questioni, se non vorrà far precipitare il paese nel baratro. Tanto più che l’Fmi da una parte e Gazprom dall’altra non sembrano aver intenzione di allentare i cordoni della borsa. Dopo il 7 febbraio si vedrà se qualcosa a Kiev comincerà a funzionare davvero. Anche se le premesse, con la sfida tra Yanukovich e Timoshenko mediata dal quasi homo novus Sergei Tigipko, non sono le migliori..

di Stefano Grazioli, Limes on-line 18 gennaio 2010

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