DA KIEV – La leader dei democratici “arancioni” ucraini già condannata per presunto abuso d’ufficio e bancarotta fraudolenta dopo processi irregolari. A repentaglio la democrazia a Kyiv e la sicurezza energetica UE.
La hanno accusata di tradire gli interessi nazionali, poi di bancarotta fraudolenta, e adesso anche di omicidio. Nella giornata di venerdì, 18 gennaio, il Procuratore Generale ucraino, Viktor Pshonka, ha ufficialmente accusato di omicidio l’ex-Primo Ministro dell’Ucraina, Yulia Tymoshenko.
La carismatica leader della “Rivoluzione Arancione” – processo democratico non violento che nel 2004 ha reso l’Ucraina una democrazia europea – è stata accusata per avere commissionato nel 1996 l’assassinio di Yevhen Shcherban: politico ucciso a colpi di pistola da un sicario presso l’aeroporto di Donetsk. L’accusa di omicidio mossa all’ex-Primo Ministro appare alquanto misteriosa per via del l’assenza di prove a suo sostegno. La Tymoshenko è infatti finita tra gli accusati in seguito ad una confessione del figlio di Shcherban, Ruslan, che in occasione dell’indagine precedentemente aperta sull’omicidio del padre per più di dieci anni non ha mai nominato la leader del campo democratico arancione tra i sospetti colpevoli.
Come riportato da fonti vicine allo schieramento politico della Tymoshenko, e anche da diversi analisti internazionali, l’accusa di omicidio risponde ad una finalità politica ben precisa: eliminare una volte per tutte la leader del campo democratico dalla vita politica dell’Ucraina. A sostengo del sospetto è anche il fatto che l’uccisione di Shcherban ha de facto consentito l’ascesa politica di Viktor Yanukovych: l’attuale Presidente, considerato il mandante della persecuzione politica a danno della Tymoshenko.
Una volta sconfitta alle elezioni presidenziali del 2010, la Tymoshenko, sfiduciata dalla guida del governo, è stata condannata a sette anni e mezzo di reclusione in isolamento per abuso d’ufficio dopo un processo riconosciuto dalle principali ONG internazionali indipendenti come non in linea con gli standard di regolarità.
Nello specifico, la Leader dei democratici arancioni d’Ucraina ha subito una condanna per avere accettato nel 2009 la firma di un contratto per le forniture di gas con la Russia di Putin particolarmente oneroso per le casse dell’Ucraina. Per porre fine al blocco dei rifornimenti di gas all’Europa operato strumentalmente dal Cremlino nell’inverno del 2009, la Tymoshenko – sostenitrice dell’integrazione di Kyiv nell’UE – ha accettato condizioni onerose per il bilancio statale pur di mantenere gli impegni contrattuali presi con Bruxelles.
Alla condanna per condotta anti statale per la leader dei democratici ucraini si è aggiunta la condanna per bancarotta fraudolenta del colosso energetico YEESU, che la Tymoshenko ha amministrato prima di entrare in politica. Secondo le stime delle principali ONG internazionali indipendenti, anche questa seconda condanna è maturata sulla base di accuse fabbricate ad hoc in un processo palesemente irregolare.
Se condannata anche per omicidio, la Tymoshenko rischia di restare in carcere a vita.
Ad aggravare la situazione sono le condizioni di salute della leader dei democratici ucraini: secondo le dichiarazioni del suo avvocato, la Tymoshenko – affetta da una grave ernia al disco non curata dalle autorità carcerarie – è priva di conoscenza per gran parte della giornata, ed è spiata nella sua cella in maniera costante con telecamere appositamente installate.
Il trattamento riservato alla leader dei democratici ucraini ha portato l’Unione Europea e gli USA a congelare i rapporti economici e politici con il Presidente ucraino Yanukovych, ed ha precluso a Kyiv ogni possibile forma di integrazione con l’Europa. Il peggioramento dei rapporti con l’Ucraina avrebbe conseguenze pesanti per l’UE e l’Italia. Il 40% del gas importato dal nostro Paese proveniente dalla Russia passa proprio per il territorio ucraino.
E’ per questo che risiede nell’interesse nazionale italiano un’Ucraina governata da una democrazia filo-occidentale e democratica come quella della Tymoshenko – Primo Ministro con interruzioni dal 2005 al 2009 – piuttosto che dall’attuale dittatura di Yanukovych: irrispettosa dei diritti umani e pericolosa per la sicurezza energetica dell’Europa.
Un articolo per niente schierato.
Che ridere, siamo alla follia ! Gli unici problemi con le forniture di gas dalla Russia ci sono stati proprio grazie al governo arancione che rubava il NOSTRO gas dalle condutture (detto per inciso gli americani l’hanno piazzato li proprio per sabotare le forniture all’UE). Sparita quella sciagurata marmaglia cleptomane i problemi sono finiti. Oltretutto con la realizzazione dei gasdotti North e South Stream attraverso l’Ucraina non transiterà più un bel nulla, quindi la sicurezza energetica UE non è più ostaggio delle faide di potere ucraine. La Timoshenko è un oligarca dal passato torbido che si è arricchita in maniera scandalosa durante la sua permanenza al potere. E’ stata una sodale del regime di Kuchma, poi fiutato il vento è saltata sul carro arancione per poi strizzare di nuovo l’occhietto a Putin quando il vento è girato un’altra volta. Le auguro di uscire di galera, ma per il bene dell’Ucraina è meglio che esca di scena.
Per definire la rivoluzione arancione ”processo democratico non violento che nel 2004 ha reso l’Ucraina una democrazia europea” mi pare ci voglia uno spiccato senso dell’umorismo, spero proprio che fosse una battuta satirica. Ad ogni buon conto la “rivoluzione” (mamma mia!) arancione è finita da tempo nell’immondezzaio della storia, anche se qualche giapponese (ignaro del fatto) è rimasto nella giungla 🙂
Quel che resta del comunismo in Russia e Ukrajna continua a tenere in schiavitu’ i rispettivi popoli arrestando Pussy Riot, Tymoshenko, entrando nelle dimore di attori e artisti in tenuta antisommossa e a viso coperto neanche fossero mafiosi o terroristi. Gli studenti ukrajni che vogliono studiare in Canada non possono farlo perche’ il loro stato, tuttora nei fatti una dittatura comunista, gli nega il visto. Il comunismo insieme al radicalismo islamico sono un attentato anche alla nostra liberta’ e le persone oneste intellettualmente dovrebbero imbracciare un fucile per liberare tutti quelli che per motivi politici sono dietro le sbarre in questi paesi e…molte volte mi sembra di vedere epigoni di tali pseudomagistrati anche in Italia…
Dire che la Tymoshenko ha accettato condizioni onerose imposte dalla Russia per porre fine al blocco del transito del gas in territorio ucraino verso i paesi UE è inesatto per non dire una sciocchezza. Come si evince dalle carte dell’accusa (http://www.tymoshenkocase.com/wp-content/uploads/2012/06/Criminal-Offence-excess-of-authority-and-official-powers-a.pdf), in discussione era il prezzo del gas inteso come fornitura all’Ucraina. Grazie al grafico si nota come nel giro di 4 anni esso passi da $179 a $416 per 1000mc mentre il il prezzo del transito rimane fissato a $1,70. L’aumento del prezzo del gas da parte di Gazprom fu il risultato della politica estera attuata in quegli anni dal duo Yushenko/Tymoshenko apertamente sbilanciata verso ovest. La prudenza avrebbe suggerito l’attuazione di politiche più prudenti e di scelte più equilibrate. Ma non fu così purtroppo… Oggi, ovviamente alla Tymoshenko conviene buttarla sulla storia della “democrazia in discussione”, ma se si consultassero le carte processuali, il discorso sarebbe diverso. http://www.tymoshenkocase.com/docs-list/.