UNGHERIA: Gli ebrei sono un pericolo nazionale, bisogna censirli. La proposta di Jobbik

DA BRASOV – Le dichiarazioni del deputato di Jobbik, Márton Gyöngyösi alla seduta del parlamento ungherese di lunedì 26 novembre hanno innescato una serie di prese di posizione contro il partito dell’estrema destra ungherese che sono sfociate in una manifestazione di fronte al parlamento.

Durante il dibattito sul conflitto palestinese Gyöngyösi ha dichiarato essere venuto il momento di condurre ricerche per venire a conoscenza delle persone di origine ebraica nel paese, ed in particolare nel parlamento e nel governo. Questo perché secondo il deputato gli ebrei rappresenterebbero un pericolo per la sicurezza nazionale.

Gyongyosi, responsabile affari esteri di Jobbik

Le dichiarazioni sono state condannate in maniera univoca da tutte le altre forze politiche. Le forze della sinistra hanno ribadito il carattere fascista di Jobbik e ne hanno chiesto la sua messa al bando, mentre Fidesz (il partito di governo) oltre a condannare le parole anti-semite ha accusato Jobbik di fare il gioco del partito socialista distraendo l’opinione pubblica dai risultati raggiunti dal governo.

Il giorno seguente lo stesso Gyöngyösi è ritornato sul caso, scusandosi con gli ebrei ungheresi e dichiarando che la sua proposta era rivolta unicamente alle persone con doppia cittadinanza ungherese-israeliana.

Mentre infuriava il dibattito politico centinaia di manifestanti si sono radunati di fronte al parlamento indossando la stella di David. Fra di loro numerosi i membri della comunità ebraica di Budapest (una delle comunità ebraiche più numerose in Europa) che richiedevano la messa al bando del partito dell’estrema destra ungherese.

 

Chi è Aron Coceancig

nato a Cormons-Krmin (GO) nel 1981. Nel 2014 ho conseguito all'Università di Modena e Reggio Emilia il Ph.D. in Storia dell'Europa orientale. In particolare mi interesso di minoranze e storia dell'Europa centrale. Collaboro con il Centro Studi Adria-Danubia e l'Istituto per gli incontri Culturali Mitteleuropei.

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17 commenti

  1. Meditate che questo è stato:
    Vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore
    Stando in casa andando per via,
    Coricandovi alzandovi;
    Ripetetelele ai vostri figli.

    O vi si sfaccia la casa,
    La malattia vi impedisca,
    I vostri nati torcano il viso da voi.

    !עַם יִשְרָאֵל חַי

    • Michele Viareggio

      Viva l’Ungheria, viva gli uomini liberi, viva gli uomini che hanno il coraggio di dire la verità come Gyöngyösi

  2. L’antisemitismo in Europa è assai diffuso, spesso si maschera di anti-sionismo, altrettanto spesso l’anti-sionismo è tacciato di anti-semitismo. La dichiarazione in questione esce proprio in un dibattito parlamentare sul conflitto israelo-palestinese. E’ una cosa su cui riflettere, secondo me.

    C’è poi un’altra questione. Questa dichiarazione è avvenuta in Parlamento, nel tempio del potere democratico, e per questo rischia di delegittimare la democrazia stessa, che è potere delle minoranze (diceva Stuart Mill). Si consente a che nel Parlemanto ci si esprima contro i valori democratici? E’ successo anche in Italia, si badi… L’unica soluzione sarebbe quindi bandire dal parlamento Jobbik, ma non si può, anche questo non è democratico. Quindi la democrazia si ritrova incapace di agire. E siamo al solito punto: come può la democrazia tutelare se stessa?

    E infine, nel caso ungherese, quanta tolleranza c’è nei confronti di Jobbik da parte delle altre forze politiche? Poiché queste dichiarazioni vanno oltre l’antisemitismo, sono l’idea che un cittadino possa essere privato dei suoi diritti a causa della fede. E poi? Poi per le idee politiche, per il colore dei capelli, per l’altezza o la lunghezza delle dita del piede? E’ un comportamento tribale, e mi riferisco proprio al concetto di “tribù”, ossia un gruppo che si identifica in una origine comune, in legami di sangue o territorio. E pensare che nel secolo scorso “tribale” era termine dispregiativo… stiamo facendo passi indietro.

    matteo

  3. si, ma dov’è l’europa?… quella che mette a pane e acqua i greci e non ricaccia nella sozza gola fascista di quest’essere ignobile le sue farneticanti, insopportabili asserzioni. BOIKOTT!!! è la risposta. Boicottare l’Ungheria finché non mette fuori legge Jobbik.

  4. tutte le forze politiche hanno duramente contestato le posizioni di Jobbik. però se ci pensiamo queste dichiarazioni mettono in difficoltà in primis il governo ungherese che non gode certo di popolarità in europa, mentre favoriscono i socialisti che accusano indistintamente jobbik e fidesz di essere fascisti. C’è da dire che il fidesz ha criticato in maniera molto dura lo jobbik, poi sta di fatto che nelle situazioni locali spesso i due partiti siano costretti a dialogare.

    Come sconfiggere posizioni del genere? Io penso che la messa in clandestinità non serva a niente e spesso sia controproducente, perchè vittimizza questi partiti. Gli ultimi sondaggi danno però lo jobbik in perdita di consensi, non vorrei che queste dichiarazioni siano state un pretesto per raccimolare qualche voto. Anche questo fatto sarebbe sconcertante, dichiarazioni antisemite che aumentano il proprio consenso. Però chi conosce l’Ungheria, sa che fra i ceti che hanno pagato di più la crisi razzismo e xenofobia hanno preso molto piede, diventando temi normali nelle discussioni da bar, quasi come in Italia si discute sui rigori in campionato.

    L’ultima cosa riguarda il rapporto fra Jobbik e Palestina. A Budapest c’è una piccola comunità palestinese che santuariamente organizza manifestazioni, etc. Gli stessi palestinesi sono sconcertati dalle posizioni dello jobbik.

  5. Per quanto riguarda il boicottaggio, c’è un precedente, il caso austriaco di Haider.
    L’UE prese posizioni molto dure contro l’ingresso del partito di Haider, filo-nazista, nel governo, ma non chiese mai la messa al bando, ne mai ci fu messa al bando. Haider fu anche accolto in numerose regioni italiane dalle istituzioni. in Austria però ci fu un forte movimento di protesta antifascista, soprattutto fra gli studenti, movimenti del genere in Ungheria non ce ne sono, ed anzi Jobbik ha buone percentuali soprattutto fra i giovani.

  6. No. No. No. qui si perde la bussola. chiariamo alcune cose:

    1) Cosa é Jobbik lo sappiamo tutti. I suoi slogan, manifesti, spot, dichiarazioni. Cosa pensano degli ebrei, dei rom, degli stranieri, dei rumeni, degli slovacchi, degli omosessuali… si sa no?

    allora basta fare dibattiti sulle foglie di fico, per favore. ok?

    2) su jobbik e il fidesz hanno ragione in pieno i socialisti che per quel che mi riguarda sono fin troppo moderati nelle loro dichiarazioni.

    3) La storia insegna se uno si prende la pena di studiarsela. Insegna che se si permette all’odio di scorrere liberamente finisce, soprattuto nei periodi di crisi, per diffondersi e corrode l’intera società

    si crea un clima. anche coloro che vi si oppongono ne vengono contagiati.

    4) Boicottaggio? Volentieri. Ma anche per l’Italia. ANCHE per L’Italia.

    5) Parlando Non dell’Ungheria ma in termini generali: che un cristiano europeo, dopo 2000 anni di pogrom e persecuzioni e a soli 70 anni dalla Shoah, non trovi nulla di meglio da fare che andare in piazza per gridare “fuori gli ebrei dalla palestina” per quel che mi riguarda beggars belief.

    non mi rassegnerò mai a trovarlo normale.

    • tralasciando le questioni generali e concentrandosi sull’Ungheria secondo me bisogna cercare di capire bene il fenomeno Jobbik e le problematiche della società ungherese. L’Ungheria dal 1989 al 2006 non ha quasi mai avuto problemi di partiti estremisti e xenofobi (se tralasciamo il MIEP partito di vecchietti al massimo al 4%), questo mentre estremisti di destra governavano in Serbia, Austria, SLovacchia e Romania. L’Ungheria è stato il paese più liberale, e nel quale la comunità ebraica, con l’SzDSz, ha giocato un ruolo fondamentale nella politica del paese.
      Tutto questo nasce nel 2006, dopo gli anni del deleterio governo socialista, che hanno portato il paese praticamente alla bancarotta, crisi morale, corruzione, etc. i socialisti sono i primi responsabili della nascita dello jobbik, e della sua forza, basta anche vedere dove jobbik prende voti, le regioni rosse.
      Sul Fidesz si può essere molto critici, ma secondo me è proprio il Fidesz l’argine contro jobbik. Servirebbe ovviamente anche un sentimento antifascista nella società, ma questo non c’è, se non in parti minoritarie. questo è dovuto anche alla storia del paese.
      Strano ma vero, l’Ungheria tra ‘800 e ‘900 è stato forse il paese più disponibile a integrare gli ebrei profughi dai pogrom dell’ovest. Agli ebrei veniva riconosciuta cittadinanza, possibilità di acquistare terre, diritti che in pochi paesi venivano riconosciuti. e la popolazione ebraica accettò di buon grado, integrandosi, anche convertendosi al cristianesimo, o solamente sentendosi parte della nazione ungherese.
      E’ dalla prima guerra e dal Trianon (purtroppo ci sta sempre di mezzo il trianon ma è uno shock e frustrazione troppo grande, ancora oggi per gli ungheresi) che la situazione cambia totalmente.

  7. credo che siamo at cross purposes tu cerchi di spiegare e comprendere il “perché” della situazione. e fai benissimo!

    Io nel mio commento mi sono limitato a dire che il Fascismo ora c’é e va combattuto. Appeasement fu provato a suo tempo. NON funziona.

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    All’università in Inghilterra preparai un essay sul successo della transizione democratica Ungherese. Nulla di originale, del resto. Verso la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 i dipartimenti di scienze politiche erano pieni di studi sul “successo” ungherese. La Polonia all’epoca pareva persa verso una deriva suicida mentre l’Ungheria appariva come il modello da seguire per la regione.

    ho ancora nella mia biblioteca Fiorentina un saggio di Attila Ágh, in cui analizza -gongolante- le ragioni di questo “successo”.
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    questa frase la ignoro per non fare polemiche: “la comunità ebraica, con l’SzDSz, ha giocato un ruolo fondamentale nella politica del paese.” ok?

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    Sul Fidesz: non l’ho mai retto. Non lo sopportavo quando facevano i fighetti rileccati e si atteggiavano a modelli del liberalismo figurati ora!

    Mi ricordo un’orrenda conferenza in una gelida Glasgow dove mi trovai a sentire gli elogi speritcati per Klaus di quella insopportabile della Staniszkis e gli elogi ancora più sperticati di un accademico britannico di origine ungherese -che poi divento MEP del FIDESZ – per Orban … Orban era la garanzia della democrazia ungherese! del fatto che l’ultra-nazionalismo e l’estremismo non avrebbero mai prosperato in ungheria!… come direbbero a roma: Me Cojoni!

    Hai ragione da vendere quando dici che l’ MSZP ci si mise d’impegno per distruggersi e governare disastrosamente male. Il che non toglie che abbia ragione da vendere quando denuncia le derive del potere attuale.

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    sulla storia dell’ebraismo ungherese non entro. ok?

    solo per dire en passant e in generale, (non é una critica rivolta a te o all’ungheria) che quando ho letto questa frase: “il paese più disponibile a integrare gli ebrei profughi dai pogrom dell’ovest” mi é venuto in mente che ho girato quasi tutta l’europa centro-orientale e devo ancora trovare un paese dove tutti non ripetano ossessivi questa stessa frase dalla mattina alla sera.

    sono intervenuto in questo dibattito ho detto quello che mi premeva: il fascismo si oppone. la democrazia si difende.

    bon dia!

  8. Stefano Bottoni

    Non voglio entrare nel merito del dibattito, specie sull’ebraismo ungherese. Mi sembra però significativo che ieri pomeriggio, a fronte di un tempo orrendo si siano radunate in piazza ben oltre 10.000 persone appartenenti ai più diversi orientamenti per ascoltare i comizi di Mesterhazy (segretario del partito socialista), Bajnai (candicato del centrosx ungherese in pectore nel 2014) e Rogan, sindaco Fidesz del 5. distretto. A memoria d’uomo è la prima manifestazione congiunta dei due schieramenti contrapposti e ha ottenuto un successo al di sopra di ogni aspettativa. Anche stamattina in parlamento c’è stato un scambio violento fra Vona (Jobbik) e Janos Fonagy (Fidesz, dichiaratamente ebreo), con Fonagy che è intervenuto con una durezza e nettezza esemplare. Non tutto il male viene dunque per nuocere. Jobbik potrebbe avere passato un confine la cui sanzione non necessita della messa fuorilegge (idea balzana peraltro: mi spiega come mettere fuorilegge un partito che ha democraticamente ottenuto quasi il 20% e oltre 50 deputati? Su che base?). A reagire è stata questa volta non la solita combriccola di intellettuali impegnati da 20 anni a gridare al lupo al lupo, ma buona parte della società ungherese che ha detto: ora basta, quando è troppo è troppo. Non è moltissimo, ma come inizio è promettente.

    • Si, concordo che non si può mettere fuori legge un partito che ha avuto il 20% dei voti. (Del resto cosa si è fatto contro le posizioni più oltranziste della lega in Italia?!) Preso dalla foga antifascista ho sbagliato! Ma me la prendevo con quell’Europa che di fronte a rigurgiti nazisti esiste solo per le Banche e la Finanza e non innalza uno straccio di Stop quando nelle pur insindacabili questioni interne queste finiscono di essere tali e diventano posizioni intolleranti e impresentabili nell’Europa del dopo Auschwitz. È come andare a parlare di Khmer rossi in Cambogia. Inneggiare a Mladic a Srebrenica. Non so!

  9. @bottoni: sull’idea balzana: next time non sarebbe male aggiungere un bel “a mio avviso”.

    é la prima volta in vita mia che leggo “dichiaratamente ebreo”. ????

    sulla “combriccola di intellettuali”. nessun commento.

    sulla Manifestazione. Risponderò citando uno che é tanto di moda in Italia: Me Ne Frego.

    @Salomone: MAI chiedere scusa per la propria foga antifascista. MAI. Per quel che mi riguarda non si é MAI abbastanza antifascisti.

    Soprattuto di questi tempi in cui le lezioni della Storia paiono perdersi per sempre, sommerse nel blablabla incessante dei mezzi di distrazione. Tempi stolti e bui, questi che viviamo, in cui si ha quasi la sensazione di passare per degli estremisti stucchevoli per ricordare le lezioni della Storia, rammentare i prinicipi basici dello Stato di Diritto e difendere la Democrazia.

  10. Esprimo solidarietà ai miei amici ungheresi, soprattutto quelli di origine e di fede ebraica. Perché non si sentano mai soli, anche il prossimo 27 gennaio, qui ad Acerra (città di mons. Verolino, giusto tra le Nazioni per quanto svolto a Budapest nel 1944) ricorderemo la shoà, e soprattutto la tragedia ungherese. Saranno soprattutto gli studenti a tenere viva la memoria. Sarebbe bello e soprattutto opportuno se studenti italiani, europei dialogassero con quelli ungheresi su questo tema; se è vero che Jobbik raccoglie consensi tra i giovani, far sentire il respiro europeo tornerebbe vantaggioso per la riaffermazione della dignità di ogni singola persona. Siamo insieme nell’Unione Europea non per “soldi”, per convenienza economica (di questi tempi?!) ma anche e soprattutto per evitare che si affermino ancora una volta ideologie pericolose; così credettero i Padri fondatori.

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