SERBIA: Da Mirafiori a Kragujevac, la Fiat scappa nei Balcani

di Andrea Monti

da Balcanews

La Yugo, storica vettura prodotta dalla Zastava, nata nel 1853, di cui Fiat ha acquisito il settore auto

Da L’Unità di sabato 31 luglio, pagina delle lettere: “A Kragujevac nel 2008 ho visto la busta paga di un operaio della Zastava disoccupato a cui veniva proposto un lavoro socialmente utile, spazzare le strade e fare un po’ di manutenzione del verde, all’incredibile cifra di 83 centesimi orari. […]. Non mi meraviglia, quindi, sapere che a Kragujevac la gente farebbe carte false per avere un posto in Fiat Serbia, il nuovo nome della Zastava. Non mi meraviglia che il governo serbo dia 300 milioni di euro alla Fiat, purché parta con la produzione; non mi meraviglia che la Banca europea dia 600 milioni, sempre alla Fiat e sempre per lo stesso motivo; non mi stupisce che il Comune di Kragujevac […] sia disponibile ad esentare per dieci anni da qualunque tributo la Fiat Serbia purché faccia partire in città la produzione automobilistica. Mi meraviglia invece che il signor Sergio Marchionne ci venga a raccontare che va in Serbia, e non sa se rimarrà in Italia, perché qui i sindacati sono poco seri e pretendono troppo. No. In Serbia Marchionne ci va perché va a fare profitti sulle disgrazie e sulle miserie degli altri: va a fare liberismo sulla pelle degli schiavi”. Firmato: Maurizio Angelini.

Il 30 aprile 2008 Fiat e governo serbo hanno creato una joint venture, la Fiat Automotive Serbia, che ha assorbito il settore auto del colosso Zastava. Obiettivi fissati per il 2012: 2 mila 500 dipendenti e 220 mila vetture prodotte in un anno. Per ora i dipendenti sono mille. Gli altri 1.500 che lavoravano in Zastava saranno a libro paga dello Stato fino a quando la crescita produttiva non consentirà nuove assunzioni. Ma perché Fiat va in Serbia? Perché l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha deciso di spostare la produzione della monovolume L0 da Mirafiori a Kragujevac?

Innanzitutto perché nei Balcani può dare agli operai stipendi nettamente inferiori: 400 euro contro i 1.100-1.200 di chi lavora nello stabilimento torinese. In secondo luogo, perché Belgrado garantisce il pagamento della bonifica dell’impianto, inquinato da 370 tonnellate di diossine e altri veleni a causa dei bombardamenti Nato del ’99. Inoltre, per ogni dipendente assunto, la Fiat riceverà fino a 10 mila euro di finanziamento pubblico. Infine, da qui al 2018 il Lingotto non pagherà tasse né al governo di Belgrado, né al Comune di Kragujevac.

Un modello della Yugo, la storica vettura prodotta dalla Zastava, nata nel 1853. Due anni fa Fiat ha acquisito il suo settore auto

“Eravamo, siamo e saremo la città dell’automobile. Eravamo, siamo e saremo figli della Fiat”, dice con enfasi il sindaco Veroljub Stevanovic. La sua amministrazione vuole far costruire un maxi-monumento alla Fiat: “Un’automobile su una piattaforma girevole nella seconda rotonda all’ingresso del paese”, precisa il primo cittadino. Gli abitanti di Kragujevac, quarta città della Serbia a 140 km da Belgrado, salutano ovviamente con favore l’investimento deciso da Marchionne. Nessuno pensa che il gruppo Fiat venga a fare la carità. Ma i soldi del Lingotto sono una bella boccata d’ossigeno per una città colpita a morte dalla guerra.

Boris Djoric lavorava per la Zastava fino agli anni ’90. Poi è iniziata la disoccupazione, per lui come per decine di migliaia di altre persone. “So che sono uno strumento – dice a La Repubblica – non sono uno stupido. Fiat è qui per guadagnare, non per migliorare la mia vita. Ci pagano poco, in fabbrica tra di noi ci lamentiamo. E magari tra 15 anni perderemo il lavoro a favore di una fabbrica a basso costo in Africa. Ma dopo tutto quello che ho passato non penso al domani. E mi tengo stretti i miei 400 euro”. La chiave del “successo” di Marchionne, e del dramma di Mirafiori, è tutta qui.

Chi è Andrea Monti

Giornalista a Radio Popolare Milano e Casa24Plus, ho fondato il sito Balcanews

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3 commenti

  1. sono a kragujevac per conto della camau. lo stipendio e meno di 4oo euro, solo chi lavora da molto tempo in fiat riesce a percepire circa 350 euro,anche se operai fiat sono molllllto meno scanza fatice di quelli di pomigliano,io sono napoletano con mio padre ex operaio fiat.
    non condivito che un operaio anche se in serbia percepisce uno stipendio cosi misero, ma nemmeno che un’operaio di pomigliano faccià ore ed ore di malattia conoscendo il medico di turno per fare un doppio lavoro.credo che marchionne pensa solo all’interessi della fiat,se produce in serbia in polonia o in brasile per lui è uguale anzi visto i costi è meglio.il problema che vi pongo(noi facciamo il nostro dovere???)
    ps:per quanto mi riguarda sono messo male non sò cosa significa la tredicesima ma malattia e le ore retributive.
    SALUTI DA KRAGUJEVAC

    • Gent. Antonio

      anzitutto grazie della sua testimonianza, quindi lei si p trasferito a Kragujevac per proseguire il suo lavoro in Fiat? E lo stipendio, mi dice, è identico a quello di un operaio serbo? La sua difficoltà è anche colpa di chi, in Italia e in Europa, non fa nulla per regolamentare il mercato del lavoro costringendo persone come lei a lavori sottopagati. Ci scriva quando vuole portandoci notizie da Kragujevac, la nostra porta è aperta. Per quel poco che conta, lei ha tutta la nostra solidarietà.

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