di Claudia Leporatti
La National Garda Ungherese, il corpo paramilitare legato al partito di estrema destra Jobbik, da pochi mesi in Parlamento, ha inaugurato il suo rinnovato movimento con una cerimonia tenutasi domenica scorsa, in ricordo di quello che i membri del gruppo chiamano “Il giorno della Camaraderie (cameratismo)”. Un anno fa, a luglio, il leader di Jobbik Gabor Vona e gli altri membri della Magyar Garda furono portati via dagli ufficiali della polizia. Il gruppo considera questo episodio una grave offesa, al punto da “celebrarlo”.
Pubblichiamo questo articolo in risposta ad alcune lettere ricevute dalla redazione, in cui si richiedono informazioni in merito chiedendoci come mai non dedichiamo più spazio all’argomento. A mio giudizio sono stati già dedicati abbastanza articoli esaustivi da parte della stampa internazionale ed italiana su questa frangia della destra ungherese. Economia.hu tratta di argomenti politici nella misura in cui riguardano lo sviluppo economico del paese. Detto questo ritengo anche eccessivo l’allarmismo nei confronti di una formazione che non credo dovrebbe essere pubblicizzata. Colgo ad ogni modo l’occasione per dire quanto mi sembri grave arrivare a definire l’Ungheria un paese dove il nazionalismo sta per risorgere. Negli ultimi mesi sono apparsi articoli, sulla carta stampata e sul web, che dipingono quadri funesti dello stato attuale di Budapest, poco coerenti con quanto osserva chi in quella stessa Budapest vive ogni giorno. Fare dell’ingresso di Jobbik in Parlamento e dell’esistenza della Guardia Magiara i principali argomenti dell’informazione sull’Ungheria mi sembra deviante e controducente. Per opporsi a questa, fattiva, tendenza, esaltare i movimenti estremisti è l’ultima cosa da fare. Vediamo quindi le ragioni della nascita della Magyar Garda, le sue dimensioni e le reazioni del mondo politico alle sue iniziative.
La Magyar Garda è stata registrata nel giugno del 2007 come “organizzazione culturale” volta a “preparare la gioventù spiritualmente e fisicamente a situazione in cui potrebbe essere necessaria la mobilitazione delle persone.”. Alla cerimonia di fondazione del gruppo, fine agosto 2008, parteciparono circa 3000 persone, inclusi i semplici curiosi, spettatori della parata allestita davanti al Castello di Buda dagli allora 56 membri in uniforme nera della Guardia Magiara. Più volte condannata, la Guardia Magiara è stata sciolta e bandita nel dicembre 2008 in quanto incostituzionale per violazione dei diritti umani delle minoranze (sentenza della Corte Metropolitana di Budapest). Negli ultimi due anni i membri della Garda hanno battuto con tenacia con ogni strada per riemergere, facendo appello alla Corte per i Diritti Umani di Strasburgo e decidendo infine di rinascere come associazione di servizio civile, la Magyar Garda Foundation. Il Governo di centro-sinistra, nell’ultima fase del suo mandato, ha passato una legge per aumentare le sanzioni contro i partecipanti all’associazione proibita. Le elezioni di aprile, con l’ingresso in Parlamento del partito di estrema-destra Jobbik per la prima volta, ha ridato respiro al movimento. Alla prima seduta del Parlamento ungherese dopo le politiche del 2010, il leader di Jobbik Gabor Vona ha indossato l’uniforme bandita della Magyar Garda. Un gesto che, aldilà degli orientamenti politici, risulta inutile e poco appropriato in fase di crisi economica, quando il governo dovrebbe avere questioni molto più importanti a cui pensare.
Hanno detto:
“La guardia ungherese è stata creata per portare a termine il vero cambio di regime (dal Comunismo) e salvare gli ungheresi” Gabor Vona, leader di Jobbik e cofondatore della Magyar Garda.
“Coloro che hanno provato a bandirci vogliono bandire tutti gli ungheresi e coloro che ci citano al pubblico ministero stanno mettendo a giudizio tutti gli ungheresi.” Gabor Vona.
“Jobbik si è legato inseparabilmente con la Guardia Magiara, assumendosi le responsabilità di qualcosa che (Jobbik) non può realmente controllare, a lungo andare.” Dal comunicato di dimissioni da Jobbik di tre membri della sua direzione , tra cui il presidente fondatore del partito, Dávid Kovács.
“è la vergogna dell’Ungheria” Ferenc Gyurcsány, ex Primo Ministro ungherese, ora deputato del partito socialista MSZP
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