di Pietro Acquistapace
Il “caso” Timoshenko sta rischiando di alterare i rapporti all’interno di un Unione Europea alle prese con non pochi problemi. A fare scalpore il gesto del presidente tedesco Gauck, il quale ha recentamente declinato un invito ufficiale ad un meeting da svolgersi a Yalta e prevedente la presenza di diversi capi di stato centro-europei. La motivazione fornita dal settanduenne ex attivista dei diritti umani è stata la volontà di rendere pubblica la necessità di cure della Timoshenko, così denunciando implicitamente le responsabilità ucraine nella questione.
Da parte tedesca sembra in corso un vero e proprio pressing nei confronti del governo ucraino affinchè questi faccia luce sulla vicenda dell’aggressione subita in carcere dall’ex primo ministro. La presa di posizione di Joachim Gauck è stata infatti concertata con Angela Merkel, ed hanno poi fatto seguito le dichiarazioni di luminari tedeschi critiche verso le cure impartite alla leader di quella che fu definita “rivoluzione arancione”, con la conseguente offerta di farsene carico.
In un’intervista rilasciata venerdi Karl Einhäupl, direttore del Berlin’s Charite University hospital, ha riferito che un sopralluogo, fatto da lui personalmente con alcuni collaboratori, avrebbe rilevato la mancanza di esperti ucraini idonei al fornire le adeguate cure a Julia Timoshenko. A rendere ancora più delicata la situazione sono venute le dichiarazioni della sorella dell’ex primo ministro ucraino, riportanti la notizia di un peggioramento generale delle condizioni di salute della detenuta.
Detenuta che sembra tuttavia non aver perso la forza, nonostante lo sciopero della fame intrapreso, di combattere politicamente le sua battaglie. Sono infatti recentissime le sue dichiarazioni contro il rinnovo dell’ ”accordo di Kharkiv”, siglato nel 2010 tra Mosca e Kiev, che permette alla flotta russa di stanza nel Mar Nero di utilizzare il porto di Sebastopoli per altri 25 anni, successivamente alla scadenza nel 2017 del precedente accordo.
Da parte russa non sono mancate le esternazioni a sostegno delle posizioni tedesche mentre il Presidente ucraino Yanukovych ha affermato che verrà istituita una commissione di inchiesta sulla presunta aggressione in carcere alla Timoshenko. A complicare la delicatissima situazione è intervenuto anche un attentato nella città di Dnepropetrovsk, Ucraina orientale, dove quattro bombe, per ora non rivendicate, hanno ferito almeno 25 persone. Gli attentati in una citta’ chiave della vita economica ucraina, nonche’ ex-sede di alcune tra le maggiori industrie militari sovietiche, sono un nuovo tassello da inserire in un disegno che si fa complicato.
Che interessi avrebbe la Germania nell’attaccare il governo alla guida di un paese chiave per le politiche dell’Unione Europea, soprattutto in merito ai rapporti con la Russia? La stessa Russia come puo’ sostenere la leader di un’opposizione che la critica, e non certo in maniera indulgente? Senza dimenticare il pericolo che la “rivoluzione arancione” ha rappresentato per il potere dell’elite russa. In tutto questo gli interessi comuni russo-tedeschi come si pongono? E l’Unione Europea ha una posizione comune? Per ora l’Unione, tramite la responsabile per gli affari esteri Catherine Ashton, si dice “seriamente preoccupata”.
Come se non bastasse è intervenuta nella vicenda anche l’Uefa che, dopo minacce tedesche di boicottare i prossimi campionati europei di calcio, ha dichiarato che la manifestazione non subirà né ritardi né spostamenti, con sollievo della Polonia, spettatore interessato.
Citazione: “Per ora l’Unione, tramite la responsabile per gli affari esteri Catherine Ashton, si dice “seriamente preoccupata”.”
Presa di posizione attendista e un po’ pilatesca quella dell’UE la quale, quando si tratta di mettere in riga Stati con un profondo debito pubblico, non dimostra titubanze. Anzi, fa la voce grossa. I diritti umani vengono dopo gli interessi economici. Ho scoperto l’acqua calda.
Spero solo che torni il libertà!