Russia e India sono storicamente legate da uno stretto legame politico e commerciale. Negli ultimi anni, nonostante il tentativo di isolamento di Mosca da parte dell’Occidente, la cooperazione fra i due paesi si è ulteriormente rafforzata.
Dopo aver ospitato per due volte il premier indiano Narendra Modi nel 2024, Putin si appresta a visitare l’India per il ventitreesimo summit annuale Russia-India programmato per l’inizio del 2025. Questo ci da l’opportunità di discutere le relazioni tra Nuova Dehli e Mosca, la loro storia e gli sviluppi che l’invasione russa dell’ucraina ha determinato in questa partnership strategica.
Un’amicizia di lunga data
Sin dai primi anni che seguirono l’indipendenza dell’ex colonia britannica, il primo ministro indiano Nehru volle dare al proprio paese un ruolo di guida all’interno cosiddetto “terzo mondo”. Il movimento terzomondista era formato da quei paesi in via di sviluppo che, durante la Guerra Fredda, si ponevano in una posizione di terzietà rispetto alle due superpotenze Stati Uniti ed Unione Sovietica. L’obiettivo di questi paesi era quello di usare il loro “neutralismo attivo” per uscire dallo scontro bipolare e spingere le dinamiche internazionali verso la decolonizzazione, il disarmo e la risoluzione pacifica dei conflitti. Tuttavia, come spesso accadeva per i paesi del Terzo Mondo, anche l’India finì per entrare nella sfera di influenza di una della due superpotenze. Rapporti sempre più stretti fra i due avversari regionali, Pakistan e Cina, portarono, infatti, Nuova Dehli a firmare un trattato di amicizia con Mosca nel 1971. Negli anni a seguire, l’Unione Sovietica divenne il principale partner militare indiano, oltre che un’importante fornitore di tecnologie in diversi settori strategici.
Nonostante il riavvicinamento con gli Stati Uniti che ha seguito il crollo dell’URSS, Mosca e Nuova Dehli hanno mantenuto un’importante cooperazione. I due paesi tengono un summit bilaterale annuale da più di venti anni e sono membri di spicco all’interno di rilevanti fora internazionali come l’Organizzazione della Cooperazione di Shangai, il G20 e i BRICS.
Cosa è cambiato con l’invasione russa dell’Ucraina
In uno slancio di ritrovato spirito terzomondista, l’India ha dichiarato di essere a favore della pace, non supportando né apertamente condannando l’invasione russa dell’Ucraina. Pur avendo espresso dispiace per singole operazioni russe, come i bombardamenti su ospedali pediatrici, il primo ministro Modi non si è unito alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca. Le ragioni sono sia di tipo economico che ideologico. Grazie alle sanzioni, il valore del commercio bilaterale è salito da 12 a 66 miliardi tra il 2021 e il 2024, rendendo l’India il secondo partner commerciale della Russia. Buona parte di questo scambio è rappresentato dalle esportazioni di petrolio russo che l’India sfrutta sia nel mercato interno che in quello internazionale. Il price cap imposto dall’Unione Europea ha permesso a Nuova Dehli di diventare contemporaneamente il secondo maggiore acquirente di petrolio dalla Federazione Russa e il maggiore esportatore di petrolio verso l’Unione Europea. La misura limita il prezzo delle esportazioni petrolifere russe e viene sfruttata dall’India per acquistare greggio a prezzo scontato e triangolarlo verso i paesi che hanno interrotto le importazioni dirette di petrolio russo. Inoltre, l’India supporta gli sforzi economici del Cremlino con importanti esportazioni di tecnologie strategiche, come microchip e semiconduttori, anche esse sottoposte a pesanti sanzioni occidentali.
Oltre ai rapporti commerciali, India e Russia condividono l’aspirazione di creare un mondo multipolare che superi l’egemonia occidentale degli ultimi decenni. Questa visione è portata avanti nei vari fora internazionali già citati. I BRICS sono l’organizzazione che più di tutte esemplifica questo tentativo di rottura con l’attuale ordine mondiale. Pur rimanendo poco più di una piattaforma di discussione tra paesi che hanno spesso interessi poco omogenei (basti pensare che due dei paesi fondatori, India e Cina, sono ancora ufficialmente in guerra), nel summit del 2024 tenutosi a Kazan i BRICS hanno registrato un importante allargamento con l’adesione ufficiale di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti.
Il triangolo Russia-India-Cina
Un’altra ragione per mantenere strette relazioni con la Russia è la paura che Mosca possa diventare troppo dipendente dalla Cina. Attualmente, Pechino è il primo partner commerciale della Russia (proprio sopra l’India) e i legami tra i due paesi si stanno rafforzando soprattutto in ambito militare. Questo sviluppo rappresenta un pericolo strategico per l’India alla luce della sua rivalità di lunga durata con la Cina. Anche l’inimicizia tra Pechino e Nuova Dehli affonda le sue radici negli anni della Guerra Fredda. I due paesi hanno combattuto una guerra di confine nel 1962 conclusa con un cessate il fuoco che ha, di fatto, congelato il conflitto negli ultimi 60 anni. Fornendo più opzioni strategiche al suo partner del Nord, Nuova Dehli vuole evitare che il Cremlino, storicamente neutrale se non addirittura favorevole all’India, possa gradualmente scivolare verso Pechino all’interno della contesa sino-indiana.
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