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MACEDONIA DEL NORD: Verso le elezioni presidenziali, previsto testa a testa

Macedonia del Nord al voto per eleggere un nuovo presidente: previsto testa a testa tra il presidente uscente, candidato dei socialdemocratici, e la candidata del centro-destra, con vista sulle elezioni parlamentari di maggio. 

Si apre un importante ciclo elettorale in Macedonia del Nord. Il prossimo 24 aprile si svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali, importante test per le prossime elezioni parlamentari che si terranno l’8 maggio, lo stesso giorno di un potenziale – e molto probabile – secondo turno delle presidenziali.

“Probabile” perché nessuno dei candidati dovrebbe raggiungere la maggioranza assoluta già al primo turno. Nei sondaggi il presidente uscente Stevo Pendarovski, candidato dei socialdemocratici (SDSM), è dato in svantaggio al primo turno rispetto alla candidata del partito di centro-destra VMRO-DPMNE, Gordana Siljanovska-Davkova, ma in leggero vantaggio al secondo. Tuttavia, l’intero ciclo elettorale potrebbe punire il centro-sinistra per una serie di fattori accumulatisi dal 2017, quando i socialdemocratici erano saliti al potere a seguito della cosiddetta Rivoluzione colorata, una serie di larghe proteste che portarono alle dimissioni dell’allora premier, e leader di VMRO-DPMNE, Nikola Gruevski.

Molti cittadini macedoni rimproverano la mancata tenuta di diverse promesse dell’ex premier Zoran Zaev e del suo successore Dimitar Kovačevski, in particolar modo riguardo il processo di integrazione europea. Gran parte dei macedoni ritiene infatti di aver dovuto subire ripetute umiliazioni nazionali in vista di un obiettivo rimasto lontano, nonostante l’apertura dei negoziati con l’UE nel 2022: prima di aver sottostato ai dettami di Atene attraverso l’Accordo di Prespa, in base al quale il paese ha aggiunto la dicitura “del Nord” al suo nome ufficiale; poi agli ultimatum della Bulgaria, che ha richiesto alla Macedonia del Nord di inserire nella Costituzione il popolo bulgaro come co-fondatore della Nazione. L’ormai ex-premier Kovačevski ha accettato le richieste bulgare, ma non è riuscito a raccogliere i due terzi dei consensi in parlamento per ratificare l’accordo, complice la guerra aperta dei partiti d’opposizione – la destra di VMRO-DPMNE e la sinistra nazionalista di Levica. Le opposizioni sono riuscite infatti a persuadere un gran numero dei cittadini circa l’atteggiamento “anti-nazionale” dei socialdemocratici, rafforzato dai timori di parte dei macedoni circa la crescente influenza sul governo della DUI – l’Unione Democratica per l’Integrazione, uno dei partiti della minoranza albanese.

Mal gestioni in politica interna hanno inoltre inasprito gli animi. Di recente, ha fatto molto rumore la questione del rinnovo dei passaporti. Lo scorso 12 febbraio era infatti stato indicato come termine ultimo per ottenere i documenti che riportassero la nuova denominazione del paese. Gran parte dei documenti sarebbe comunque rimasta valida all’interno del paese oltre la data, ma quelli necessari per muoversi fuori dal paese (o a rientrare dall’estero), ovvero i passaporti, sarebbero scaduti. Al 12 febbraio, più di un terzo dei cittadini non era in possesso del nuovo documento a causa di numerosi ritardi, ostruzionismo delle opposizioni e mal funzionamento dei sistemi di gestione del rinnovo. La Grecia ha rifiutato di prolungare il termine, e numerosi cittadini sono dunque rimasti senza documenti, subendo danni rilevanti.

A dicembre scorso, poi, un doppio omicidio ha scosso il paese, sollevando forti malumori circa la politica di sicurezza pubblica del governo. Ad essere uccisi dopo un sequestro sono stati un anziano settantaquattrenne e una ragazzina di 14 anni. La vicenda si è da subito politicizzata, e l’opposizione ha riversato la colpa morale sui socialdemocratici, accusandoli di aver protetto Ljupco Palevski, principale indiziato dell’omicidio (l’uomo è stato arrestato in fuga in Turchia), leader di estrema destra ma in passato membro di SDSM.

Le opposizioni e i partiti albanesi

VMRO-DPMNE ha dunque il vento in poppa. Se la Rivoluzione colorata sembrava aver posto un freno al partito di centro-destra, la nuova guida di Hristijan Mickoski ha ridato aria al partito che ha saputo sfruttare le carenze dei socialdemocratici al governo. Restano tuttavia molti quesiti per il partito, in primis la questione Gruevski. In caso di vittoria della destra, l’ex premier farà il suo ritorno trionfale in Macedonia del Nord? Dopo la Rivoluzione colorata, infatti, Gruevski si è rifugiato in Ungheria per problemi giudiziari, in particolare a causa di una condanna per aver acquistato illegalmente una limousine. Da quando vive in Ungheria, paese che lo ha accolto a braccia aperte e che gli ha permesso di portare avanti alcuni affari visibilmente illeciti, è stato condannato per incitamento ad un’aggressione di massa e abuso di potere, per un totale superiore ai sedici anni di reclusione.

Tra i candidati minori la novità riguarda la minoranza albanese. Il partito di governo DUI, che alle scorse elezioni aveva appoggiato il candidato di centro-sinistra, presenterà questa volta un suo rappresentante, il ministro degli Esteri Bujar Osmani. Nonostante la DUI sia riuscita a far eleggere il primo premier albanese della Macedonia del Nord – Talat Xhaferi – grazie ad un accordo con i socialdemocratici per la formazione di un governo tecnico a cento giorni dalle elezioni, il partito sembra al momento dover affrontare una concorrenza vivace. Quattro partiti di opposizione della minoranza albanese si sono uniti sotto la sigla “Alleanza per gli Albanesi“, candidando Arben Taravari alla presidenza. La coalizione, che punta a scalzare la DUI come partito leader della minoranza, ha inoltre l’aperto sostegno del premier del Kosovo Albin Kurti.

Da considerare infine la candidatura di Biljana Vankovska, proposta dal partito di sinistra nazionalista Levica. Levica è tra i più forti oppositori ai socialdemocratici ed è molto probabile che, al secondo turno, gran parte dei suoi elettori si riverserà sul candidato di destra.

Gli esiti del voto del 24 aprile sono ancora molto incerti, ma sicuramente il risultato del primo turno delle presidenziali dirà molto sull’esito delle elezioni parlamentari di maggio, vero banco di prova per i partiti.

Foto: , Flickr

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Al momento svolge un dottorato in Scienze Politiche e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa sulle coalizioni rosso-brune in Europa centro-orientale. Scrive su East Journal dal dicembre 2021.

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