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Newsha Tavakolian, Magnum Photos

IRAN: Spira un vento di cambiamento

Di fronte a qualsiasi indagine condotta dal governo iraniano sulle opinioni degli iraniani, ovviamente, si dovrebbe assumere un atteggiamento cauto, e tenere in conto la ritrosia di molti cittadini nell’esprimere opinioni non in linea con la propaganda ufficiale del regime. Va anche notato come il livello di cautela degli intervistati non sia necessariamente lo stesso nelle diverse fasce sociali, di età o addirittura nelle diverse regioni del Paese.

Indagine nazionale sui valori e sugli atteggiamenti degli iraniani

L’indagine nazionale sui “Valori e atteggiamenti degli iraniani” è stata condotta sulla base di interviste faccia a faccia con 15.878 persone selezionate casualmente che hanno risposto a un questionario comune. Avevano almeno 18 anni e vivevano in tutte le 31 regioni del Paese (compresi i centri provinciali, le altre città e le aree rurali). La raccolta dei dati del sondaggio si è svolta tra novembre e l’inizio di dicembre del 2023.

L’indagine viene condotta a intervalli di pochi anni e le tre edizioni precedenti sono state condotte negli anni 2000, 2003 e 2015 dall’ “Ufficio dei Piani Nazionali del Ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico”. La ricerca, che tiene conto di un elevato campione statistico, indaga proposizioni qualitative come il sentimento di felicità, la soddisfazione per la situazione politica ed economica, esamina l’opinione degli iraniani sulla giustizia politica, penale, economica, sociale; l’atteggiamento verso il futuro, gli atteggiamenti religiosi, la fiducia nelle istituzioni governative e molto altro.

Nelle ultime settimane, i media iraniani hanno espresso molte critiche riguardo al fatto che i risultati dell’indagine siano stati tenuti nascosti all’opinione pubblica. Considerata la netta incoerenza dei risultati dell’ultimo sondaggio con la propaganda ufficiale del regime, soprattutto dopo le proteste dell’anno scorso, la mancata divulgazione pubblica dei risultati non è poi così inaspettata.

Interpretando i dati

L’importanza delle risposte dei cittadini aumenta se confrontata con i risultati del precedente sondaggio nazionale del 2015. Probabilmente uno dei risultati più importanti del sondaggio del 2023 è la sezione in cui è stato chiesto alle persone in che misura fossero d’accordo sul fatto che “la religione dovrebbe essere separata dalla politica”. In risposta a questa domanda, il 72,9% degli intervistati ha affermato di essere d’accordo o completamente d’accordo con la separazione della religione dalla politica, mentre il 22,5% si è dichiarato contrario o completamente contrario. Nel 2015, però, solo il 30,7% ha dichiarato di essere d’accordo o completamente d’accordo, mentre il 36,3% ha dichiarato di non essere d’accordo. Sempre nel 2015, invece, il 33% non era “né a favore né contro” la separazione della religione dalla politica, percentuale che nel 2023 è sceso al 4,6% (cioè un settimo in otto anni). Un cambiamento che sembra indicare la polarizzazione della società in questo settore e una forte diminuzione della percentuale di quelli che, per così dire, stanno nel mezzo.

Rispondendo ad un’altra domanda il 38% ha sottolineato di non avere “nessun problema” con le donne che non indossano il velo e il 46% ha affermato che, sebbene sia contrario, non ha nulla da rimproverare con altre persone che non indossano il velo, rispettando la loro scelta personale. Secondo le statistiche, la percentuale di chi ha dichiarato di avere “nessun problema” nel 2023 è aumentata di tre volte e mezzo rispetto al 2015 (10,6%).

In un’altra quesito generalmente legato al livello di “religiosità”, agli intervistati è stato chiesto: “come è cambiato il livello di religiosità degli iraniani rispetto a cinque anni fa?”. In risposta a questa domanda, l’85% degli intervistati ha risposto, sulla base delle proprie osservazioni personali, che il livello di religiosità del popolo iraniano è diminuito rispetto a cinque anni fa, mentre solo il 7% ha affermato che sia aumentato. In un’altra domanda correlata, agli intervistati è stato chiesto se pensassero che gli iraniani diventeranno più o meno religiosi nei prossimi cinque anni. L’81,8% ha risposto che nei prossimi cinque anni gli iraniani diventeranno meno religiosi e il 9,8% prevede che diventeranno più religiosi.

In un’ulteriore domanda, ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto: “quanto ti consideri religioso?”. Il 42,6% degli intervistati si considera religioso o molto religioso, mentre il 24,3% ha dichiarato di non essere o di non essere affatto religioso. Inoltre, il 23,2% si considera moderatamente religioso. In un’altra domanda, comune ai sondaggi del 2015 e del 2023, agli intervistati è stato chiesto di esprimere la loro opinione riguardo all’affermazione secondo cui “la religione è la purezza di cuore, anche se non si prega” (nel senso che la religione è una questione personale anche senza celebrazioni): nel 2023, il 61,8% degli intervistati era d’accordo o completamente d’accordo mentre il 31,3% era in disaccordo o completamente in disaccordo (nel 2015, rispettivamente 39,4% e 36,5%). Nello stesso periodo, parallelamente all’aumento di coloro che credono nella priorità del “cuore puro” rispetto alla preghiera, è diminuito drasticamente il peso degli esitanti che non si sono espressi a favore o contro questa visione: il loro peso è diminuito dal 24,2% nel 2015 al 6,8% nel 2023.

In diverse parti delle indagini del 2023 e del 2015 sono state poste domande personali sulla quantità di pratiche religiose. Le risposte a queste domande indicano una generale predominanza delle tendenze religiose tra gli intervistati, ma il confronto delle risposte mostra una relativa diminuzione delle stesse. Ad esempio, la percentuale di coloro che hanno affermato di pregare sempre o quasi sempre è diminuita dal 78,5% nel 2015 al 54,8% nel 2023. D’altro canto, la percentuale di persone che hanno affermato di pregare raramente o non pregano mai è aumentata dal 4,8% nel 2015 al 9,31% nel 2023.

In relazione alle preghiere del venerdì, il peso di coloro che hanno dichiarato di parteciparvi sempre o quasi sempre è diminuito dal 26,2% del 2015 al 18,5% del 2023. In confronto, la quota del 44,5% degli iraniani che hanno dichiarato di andare raramente alle preghiere del venerdì nel 2015, è diventata una quota del 63% nel 2023. Per fare un altro esempio, se nel 2015 la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver sempre (o per la maggior parte del tempo) digiunato era del 72,5%, la stessa percentuale è scesa al 51,5% nel 2023. Ma il peso di coloro che hanno dichiarato di digiunare raramente o mai è aumentato dall’11,8% nel 2015 al 36,9% nel 2023.

Nel complesso, la percentuale di coloro che hanno dichiarato esplicitamente di non impegnarsi mai nella pratica religiosa richiesta è cresciuta significativamente tra i due sondaggi. Tra questi, coloro che hanno dichiarato di non pregare mai erano solo l’1,3% nel 2015, ma hanno raggiunto il 22,2% nel 2023. Le persone che hanno dichiarato di non partecipare mai alla preghiera del venerdì avevano una quota del 17.3% nel 2015, diventato 44,9% nel 2023.

Differenze tra diversi gruppi sociali 

Tutte le informazioni dell’indagine nazionale “Valori e atteggiamenti degli iraniani” sono state raccolte in base all’età, all’occupazione, al sesso, all’istruzione, allo stato civile, allo stato economico e al luogo di residenza degli intervistati e su questa base si possono fare interessanti scoperte.

A livello nazionale, il 23,4% degli iraniani di età pari o superiore a 50 anni, il 34,4% di età compresa tra 30 e 49 anni e il 50,2% di età compresa tra 15 e 29 anni non considerano il fatto di non indossare il velo un problema. Coloro che hanno dichiarato il contrario erano il 22,7% nel gruppo più anziano, il 12,2% nel gruppo di mezza età e solo il 7,7% nel gruppo più giovane.

Infine, è significativa anche la rilettura delle risposte date in base all’istruzione: mentre il 47% degli iraniani con istruzione universitaria ritiene che non indossare il velo sia giusto, solo il 14,7% delle persone non istruite e il 16,2% delle persone con istruzione elementare condividono la stessa opinione.

Detto tutto ciò e prestando attenzione alla gravità delle differenze nelle risposte dei diversi gruppi sociali alle stesse domande, sarebbe opportuno non dare giudizi generali sui “Valori degli iraniani”. Ma allo stesso tempo, non è così difficile avvertire l’incessante mormorio del vento del cambiamento.

Foto : www.magnumphotos.com

Chi è Emad Kangarani

Nato nel 1985 a Teheran, giornalista e scrittore, nel 2011 si trasferisce a Milano per continuare gli studi presso l'università Cattolica. Al momento è docente d'inglese in una scuola superiore a Milano. Collabora con East Journal dal settembre 2022 dove si occupa dell'Iran

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