Polonia FIAT

POLONIA: Chiude la storica fabbrica FIAT di Bielsko-Biala

Stellantis chiude la storica fabbrica di automobili FIAT in Polonia, nella città di Bielsko-Biała, che opera dal 1948. Restano a casa 468 operai.

Una storica fabbrica nella città polacca di Bielsko-Biała, che opera dal 1948 e produceva l’iconica Fiat 126p “Maluch”, chiuderà con la perdita di oltre 450 posti di lavoro. Lo riporta Notes from Poland.

Stellantis, la società nata dalla fusione di Fiat Chrysler e Peugeot Citroën, ha annunciato subito dopo capodanno la liquidazione dello stabilimento FCA Powertrain di Bielsko-Biała.

I licenziamenti copriranno l’intero staff di 468 persone e saranno attuati da febbraio a dicembre 2024. Stellantis ha garantito che gli operai che lo vorranno potranno trovare posto negli altri stabilimenti produttivi in Polonia, a Tychy e Skoczów.

“Ce lo aspettavamo tutti”, ha affermato Wanda Stróżyk del sindacato Solidarnosc, che rappresenta i lavoratori polacchi della Fiat, al giornale locale Dziennik Zachodni. Già l’anno scorso erano stati licenziati 300 dipendenti dello stabilimento.

Dal socialismo alla privatizzazione

Aperto nel 1948, durante il periodo socialista, l’allora stabilimento statale produceva automobili su licenza della Fiat, tra cui la famosa “Maluch” (“piccola”). Nel 1992 l’impianto venne privatizzato e rilevato dalla Fiat.

Come ricorda il sociologo Guglielmo Meardi, “la privatizzazione del 1992 fu amara. C’erano stati scioperi, molto lunghi nell’altra fabbrica a Tychy, a un’ora di distanza, più brevi a Bielsko-Biała, con la richiesta di ricevere azioni della società: un caso unico di mobilitazione capitalista operaista, incomprensibile per i sindacati italiani.”

“A Bielsko-Biała il sindacato Solidarność era guidato dall’ex compagno di cella di Lech Wałęsa. Incomprensibile per i dirigenti italiani che il coordinatore del sindacato avesse la linea diretta del presidente del Paese. Ma poi morì prematuramente e io trovai un sindacato in stato di depressione”, continua Meardi.

“Le condizioni peggioravano e in pochi anni erano passati da eroi a lavoratori impoveriti e svalutati. Proletarizzazione e rabbia contro tutto ciò che era italiano (ma con me sono stati gentili).”

Vent’anni di motori Fiat in Polonia

FCA Powertrain è stata costituita nel 2003 da Fiat e General Motors, all’epoca azionista strategico della Fiat. Da allora, lo stabilimento ha prodotto più di 7,3 milioni di motori, tra cui due modelli che hanno vinto il premio “International Engine of the Year”: il motore turbodiesel MultiJet da 1,3 litri nel 2005 e il motore TwinAir nel 2011.

Alla fine del 2016, Fiat Chrysler ha annunciato l’espansione della produzione a Bielsko-Biała con i motori a benzina da 1 e 1,3 litri della nuova famiglia FireFly. La loro produzione è iniziata nel 2018. All’epoca FCA Powertrain impiegava 1.200 persone e registrava un fatturato annuo di 2,3 miliardi di zloty, di cui 1 miliardo di zloty in esportazioni, riferisce il quotidiano Gazeta Wyborcza.

“Nel 2004, le fabbriche Fiat polacche erano ormai modelli di produttività che costringevano quelle di altri paesi a fare concessioni, una tendenza che ha subito un’accelerazione negli anni 2010″, continua Meardi.

“Inoltre il management aveva ormai ottimi rapporti con i sindacalisti più radicali degli anni ’90. Un caso interessante in cui il management aveva utilizzato a proprio vantaggio sia l’orgoglio spezzato [degli operai] sia la flessibilità (risultato dell’imprevedibile organizzazione del lavoro sotto il comunismo). Ma quel modello non sembrava sostenibile nel lungo periodo. Arriviamo così alla notizia di oggi.”

I risultati della fusione con Peugeot-Citroën

Secondo il Sindacato dei metalmeccanici (ZZPM), il direttore dello stabilimento e liquidatore, Andrzej Tokarz, avrebbe dato la colpa della chiusura alle proposte di norme europee sulle emissioni dei motori a scoppio, oltre che alla diminuzione degli ordini.

Ma per il corrispondente automobilistico del quotidiano Gazeta Wyborcza, Andrzej Kublik, la fusione di Fiat Chrysler con il produttore francese PSA – il produttore dei marchi Peugeot e Citroën – potrebbe essere un fattore più importante dietro la chiusura dello storico stabilimento rispetto alle politiche UE sulle emissioni.

“Quando Fiat Chrysler e Peugeot Citroen hanno annunciato alla fine del 2019 la fusione in una nuova società, in seguito denominata Stellantis, sono subito sorti interrogativi sul futuro delle fabbriche automobilistiche in Polonia”, ha scritto Kublik.

Fiat Chrysler aveva fabbriche di automobili a Tychy e fabbriche di motori a Bielsko-Biała, mentre PSA, dopo aver acquistato Opel dalla General Motors, ha acquisito una fabbrica di automobili a Gliwice e una fabbrica di motori a Tychy, ha osservato.

“Le multinazionali hanno dichiarato che, anche se la fusione avrebbe consentito risparmi, non intendevano chiudere alcuna fabbrica”, ha osservato Kublik.

“Tuttavia, alla fine del 2021, poco prima della conclusione dell’accordo, PSA ha chiuso la fabbrica di autovetture a Gliwice – la fabbrica di automobili Opel più nuova ed efficiente in Europa, e allo stesso tempo l’unica nuova fabbrica di automobili costruita in Polonia [dalla fine del comunismo]”.

La questione della riconversione verde del settore automotive polacco

L’anno scorso diversi produttori di veicoli hanno annunciato la chiusura di stabilimenti in Polonia, tra cui i produttori di autobus Scania e Volvo Buses.

La Polonia, tuttavia, è riuscita a diventare un hub per la produzione di veicoli elettrici e dei loro componenti, con aziende come Mercedes-Benz e Volkswagen che hanno recentemente annunciato grandi investimenti nella produzione in Polonia.

Foto: bielsko.info

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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