ESTONIA: Russia e Bielorussia contro la presidenza estone dell’OSCE

L’ostruzionismo ostinato di Mosca rende complicata l’elezione dell’Estonia alla presidenza dell’OSCE prevista per il 2024.

In un’intervista rilasciata a margine del Consiglio UE sugli affari esteri la scorsa settimana, il ministro degli esteri estone Margus Tsahkna ha sollevato il problema dell’ostruzionismo di Mosca alla ventura presidenza estone dell’OSCE – l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – la più grande organizzazione di sicurezza regionale al mondo.

L’Estonia non ha intenzione di ritirare la sua candidatura alla presidenza dell’OSCE per il 2024. La Presidenza OSCE, come da definizione del sito OSCE stesso, viene esercitata a turno per un anno da uno degli Stati membri. Tuttavia, la nomina dello stato-presidente richiede l’unanimità, e Russia e Bielorussia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina non sembrano intenzionate a dare il proprio avallo. E ciò nonostante si tratti di mera mera formalizzazione di una candidatura presentata da Tallinn già nel 2021.

Mosca sembra voler continuare nei suoi intenti di sabotaggio di qualsiasi consesso internazionale fondato su principi e valori democratici. Tsahkna ha anche sottolineato la gravità e l’assurdità di una situazione in cui “uno Stato membro, la Russia, ha attaccato un altro Stato membro, l’Ucraina, e sta compiendo aggressioni, genocidi e crimini di guerra. E allo stesso tempo sta cercando di dettare il comportamento di un’organizzazione di peacekeeping.”

Il ministro degli esteri estone si è detto comunque grato di poter contare sull’appoggio di tutti gli stati membri dell’Unione Europea, confermato al Consiglio UE. Tuttavia ciò potrebbe non bastare in un organizzazione che conta 57 Stati tra Asia, Europa e Nord America e che richiede l’unanimità per l’elezione della presidenza.

La riunione dell’OSCE in cui andrebbe formalizzata l’elezione del nuovo presidente è prevista per fine novembre. Servirà quindi trovare presto una soluzione per uscire dall’impasse. Nel peggiore degli scenari possibili predetto dal ministro Tsahkna, la Macedonia del Nord, che esercita la presidenza uscente OSCE, continuerà a svolgere lo stesso ruolo anche nel corso del prossimo anno.

L’OSCE è diretta derivazione della Conferenza sulla Sicurezza e sulla Cooperazione in Europa (CSCE) convocata a Helsinki nel 1975 – in piena  guerra fredda  – come tentativo di ripresa del dialogo Oriente ed Occidente e poi andata istituzionalizzandosi, pur restando organizzazione meramente politica e senza un trattato fondativo. L’opposizione della Russia di Putin rappresenta in maniera evidente una totale mancanza di volontà di sedersi al tavolo invocato da molti.

Chi è Federico Dainotti

Nato a Trieste, punto d'incontro tra Est e Ovest, si è laureato in Scienze Internazionali. Ha lavorato a Bruxelles all'Ufficio del Friuli Venezia Giulia e al Comitato Economico e Sociale. Nel corso di un tirocinio presso l'Ambasciata d'Italia in Estonia si è appassionato ai Paesi Baltici che oggi prova a raccontare.

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