Estrema destra

ROMANIA: Estrema destra alla ribalta

La forte crescita di partiti politici e gruppi informali d’estrema destra spostano i riflettori sulla Romania.

Il mondo dell’ultradestra rumena sembra più vivace che mai. I sondaggi elettorali parlano chiaro: i partiti d’estrema destra crescono vertiginosamente di settimana in settimana. Nel frattempo, un’iniziativa “dal basso” cerca di aggregare un mondo fatto di piccoli gruppi estremisti.

I partiti

A far discutere è innanzitutto la crescita esponenziale dell’Alleanza per l’Unione dei Rumeni (AUR). Fondato nel 2020 da Claudiu Târziu, uno dei promotori del referendum del 2018 per ridefinire il matrimonio come unione esclusiva tra un uomo e una donna, il partito ha raggiunto il successo grazie a George Simion. Simion, conosciuto come ultrà calcistico, si è a lungo speso per la riunificazione di Romania e Moldavia, idea poi inglobata nel programma del nuovo AUR. Per il resto, il partito ricalca le idee della classica destra oltranzista: famiglia tradizionale, nazionalismo e stretti rapporti con la Chiesa ortodossa. Unico tratto a distinguerla dai suoi colleghi d’Europa centrale e orientale è un accento abbastanza marcato su alcune istanze neoliberali (perlomeno nel suo programma politico), mentre gran parte dell’ultradestra della regione supporta lo stato sociale. Con la Russia AUR ha sempre avuto un rapporto ambiguo: se da un lato le rivendicazioni sulla Moldavia spingono l’estrema destra rumena verso sentimenti antirussi, Simion è stato accusato di recente di aver avuto contatti con i servizi segreti russi e diversi esponenti del partito sono aperti sostenitori di Vladimir Putin.

Cresce, secondo i sondaggi, anche SOS Romania, il partito della ex-AUR Diana Șoșoacă. Șoșoacă, rappresentante dell’anima più estroversa e kitsch di AUR, si è fatta conoscere per la stregua opposizione a qualsiasi restrizione legata al Covid-19.

L’avanzata dell’estrema destra è relativamente ciclica in Romania. Diversi partiti, tra cui lo storico Partito Grande Romania, hanno raggiunto grande consenso in passato – poi scemato in poco tempo. Successi e fallimenti sono in larga parte legati alle oscillazioni del gigante della politica rumena, il Partito Social Democratico (PSD). Successore del Partito Comunista Rumeno, il PSD raccoglie da sempre politici di tutte le aspirazioni e sensibilità: la sua identità è più volte cambiata in base alle necessità del momento, tra nazionalismo, conservatorismo e pragmatismo filoeuropeo. La sua retorica a favore dei rumeni delle zone rurali, dei pensionati e dei meno abbienti, nonché il suo spinto tradizionalismo in ambito socioculturale, hanno più volte intercettato il voto di chi altrimenti avrebbe scelto l’estrema destra. Al momento il PSD si presenta come un partito pragmatico e una forza di governo composta di esperti, dopo che anni sotto la guida di Liviu Dragnea lo avevano spinto verso un nazional populismo alla Orbán: a cementificare questa svolta ha contribuito la decisione di allearsi con l’opposizione di centro-destra per formare un governo di unità nazionale, che ha tuttavia lasciato largo spazio all’estrema destra.

Se per ora il PSD sembra voler continuare ad isolare l’estrema destra (i partiti tradizionali iniziano a promuovere l’idea di un blocco democratico contro gli estremismi), non pochi analisti ritengono che, seppur improbabile, l’opzione di un’alleanza con AUR dopo le prossime elezioni non sia totalmente esclusa. Non sarebbe la prima volta: tra il 1992 e il 1996, ad esempio, il Fronte Democratico di Salvezza Nazionale (il predecessore del PSD), allora sotto il pugno di ferro di Ion Iliescu, si è alleato con due gruppi di estrema destra – tra cui il Partito Grande Romania – e uno di estrema sinistra per governare, dando vita a quello che venne definito il “Quadrato Rosso”. A dimostrazione che il PSD non è cosà alieno alle istanze dell’estrema destra, una volta che il Partito Grande Romania è scomparso, molti dei suoi membri si sono riversati nel Partito Social Democratico; quando Liviu Dragnea è fuoriuscito dal partito (dopo un periodo in carcere), ha raggiunto il collega Codrin Ștefănescu – lui stesso ex-membro del Partito Grande Romania e del PSD) – in una nuova formazione d’estrema destra, l’Alleanza per la Patria.

I piccoli gruppi informali

Europa Liberă România riporta la notizia della nascita del Blocco Nazionalista, tentativo di raggruppare varie formazioni informali di estrema destra. La nascita è stata annunciata ad un evento rock tenutosi a Brașov lo scorso 23 settembre, al quale ha partecipato anche il gruppo italiano Hobbit 1994. A strutturare la nuova organizzazione sono stati in particolare tre gruppi: Camarazii, Honor et Patria e Casus Belli, raggiunti a Brașov da attivisti d’ultradestra italiani e serbi.

Camarazii proviene dall’ambito degli ultrà della Dinamo: è tra le formazioni che hanno portato alla sospensione della partita Romania-Kosovo a causa di inni e messaggi pro-Serbia. Il suo immaginario si riferisce spesso alla Legione dell’Arcangelo Michele – movimento fascista rumeno attivo tra le due guerre mondiali – e alla sua formazione paramilare, la Guardia di Ferro. Honor et Patria è stato fondato dall’attuale leader di AUR, Simion. Molto simile a Camarazii, il gruppo è nato negli ambienti ultrà e ha boicottato il match Romania-Kosovo. Infine, Casus Belli è il gruppo che più si è speso per la promozione dell’incontro a Brașov tramite il suo vivace canale Telegram.

Come detto, all’evento hanno partecipato anche italiani e serbi. Emanuele Tesauro, leader di Fortezza Europa, ha pronunciato un discorso a favore dell’Europa dei popoli e delle patrie unite contro l’attuale UE al servizio dei banchieri globali. Con i serbi di Srbska akcija, invece, Camarazii intrattiene un lungo rapporto: un rappresentante del gruppo rumeno è stato intervistato in un podcast di Srbska akcija, dove ha spiegato le motivazioni che legano i due gruppi, sottolineando il ruolo giocato dal nazionalismo ortodosso. Le formazioni sono poi ovviamente accomunate dal parallelo fatto tra Kosovo e Bessarabia-Moldavia, promosso soprattutto in curva.

Esente da una visibile avanzata dell’estrema destra mentre il resto d’Europa si scandalizzava già per la formazione di governi di forze estremiste (come detto, il sentimento conservatore è stato a lungo canalizzato dai social democratici), la Romania ha insomma recuperato in poco tempo il suo “ritardo”.

Foto: dal profilo Facebook di Fortezza Europa

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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