UCRAINA: Un inno techno alla resistenza

Vitalii Symonenko è un DJ e produttore ucraino. In un’intervista per East Journal ci racconta di sé e di come la techno  sia diventata un inno della resistenza ucraina.

Nato e cresciuto a Luhansk, la città dell’omonima oblast’ situata nell’Ucraina sud-orientale e attualmente occupata dalle forze russe, Vitalii oggi produce la sua musica a Kiev, mentre i missili russi cadono sulle città e il popolo ucraino resiste con solido stoicismo.

Il suo percorso musicale è iniziato nel 2002 con delle lezioni di chitarra classica: l’ambizione di diventare tecnicamente eccellente e di suonare così bene da fare breccia nel cuore delle ragazze di scuola, assicurandosi così una certa popolarità, si è trasformata successivamente in un profondo interesse verso l’essenza pura della musica.

Vitalii lavora su diversi stili musicali contemporaneamente in modo da riuscire ad esprimersi al meglio. La sua passione più recente è la musica elettronica e la produzione di musica su sistemi modulari, infatti investe la maggior parte del suo tempo nello studio e nella creazione di pezzi, lavora sulle sue nuove tracce e crea musica cinematica. Inoltre, regolarmente suona le percussioni per allenare il cervello a controllare parti diverse del corpo e per abituarlo a eseguire più azioni simultaneamente. Una delle sue grandi passioni è suonare la batteria sulle basi di The Roots, Child of Luv, The Prunes, Chris Dave e altri maestri del groove. Sin dall’infanzia ha avuto una forte attrazione per la musica dance europea, il 4/4 Kick è ancora la sua preferenza in questo genere, e per questa ragione ama la techno e crede che ballarla sia il modo migliore per esprimersi e per permettere alla mente di viaggiare.

Per Vitalii crescere nel Donbass, regione in cui si sono verificati aspri episodi di intolleranza e di molestie nei confronti di persone con personalità e gusti estetici più appariscenti ed eccentrici, ha caricato di valore il modo in cui si autorappresenta. Inoltre, il Donbass è la terra dei minatori e della metallurgia ed è proprio di questi paesaggi e suoni industriali che Vitalii si è innamorato durante la sua evoluzione artistica.

Dopo l’aggressione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, per Vitalii fare musica è diventato ancora più importante e ciò lo ha portato a creare nuovi paesaggi e strutture sonore. Per i primi tre giorni di guerra, Vitalii ha dovuto lottare per trovare la calma e un minuto di pace, ma subito dopo ecco che arriva la sua prima traccia di guerra, il cui titolo riprende una famosa frase di risposta combattente: “Russki voenni korabel idi na hui!” (trad. “Nave da guerra russa vai a farti fottere”). Questa traccia dai toni battaglieri lo ha spinto a devolvere alle forze armate ucraine il ricavato delle sue vendite sulla piattaforma Bandcamp.

In un mese Vitalii ha pubblicato nove brani di guerra e raccolto circa 800 euro per l’esercito ucraino grazie alle persone che hanno sostenuto la sua arte. Questa è stata un’esperienza importante che gli ha dato l’opportunità di sentirsi utile e di confortare il senso di colpa provato vedendo i soldati perdere la propria vita per la libertà del popolo ucraino. Trovandoli stimolanti, Vitalii ha inserito i discorsi tenuti dal presidente Zelenskii nei primi giorni di guerra in molti dei suoi brani e li ha combinati con ritmi e sound techno. Tutto ciò gli ha permesso di trasferire i suoi messaggi anche sulla pista da ballo, “un luogo dal quale ancora molte persone credono di potere tenere la politica distante.

Il popolo ucraino è sempre stato molto emotivo e appassionato di arte e musica; perciò, per Vitalii la musica è un buon modo per affrontare il dolore collettivo, per sviluppare uno spirito ribelle e per unirsi in movimenti di resistenza. Ogni volta che una rivoluzione esplode nel paese, molti brani ucraini diventano come degli inni che accompagnano l’azione collettiva durante le proteste.

A fine intervista Vitalii Symonenko ha ribadito che il futuro della scena musicale ucraina sarà raggiante se le collaborazioni con gli artisti russi verranno interrotte, ma soprattutto ha sostenuto che è essenziale armare le forze ucraine per prevenire l’uccisione di civili ucraini da parte di missili russi (notare come durante l’intervista stessa sentiva gli allarmi aerei in sottofondo, il che significava che un razzo avrebbe potuto colpire qualche angolo di Kiev da un momento all’altro).

Questa sensazione costante di possibile morte cambia totalmente il modo solito di pensare, conclude Vitalii.

In copertina Symonenko in una foto scattata da Marcel Van Der Steen.

Chi è Ilona Babkina

Ilona Babkhina, ucraina nata in Polonia, si è formata in Italia continuando a guardare sempre verso est. Nel 2013 si è diretta nei Balcani esplorando la Serbia per un anno, per poi iscriversi all’Università di Bologna dove attualmente frequenta il Master in East European and Eurasian Studies (MIREES) occupandosi dell'intersezione tra la musica e le rivoluzioni politiche in Ucraina nel processo di costruzione dell’identità nazionale. Collabora con East Journal occupandosi di Ucraina.

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