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BOSNIA: Il controverso film sulla Republika Srpska accende le polemiche

Il film del regista Boris Malagurski sulla Republika Srpska ha scatenato polemiche in molte città europee in cui è programmata la proiezione in anteprima

Il film “Republika Srpska: the struggle for freedom” diretto e prodotto da Boris Malagurski, che verrà proiettato in anteprima in varie città europee tra Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Italia e Belgio, ha scatenato un’ondata di polemiche. Il film del regista serbo-canadese è stato subito condannato dalle famiglie delle vittime della guerra in Bosnia-Erzegovina e dalle Associazioni che riuniscono le madri delle vittime del genocidio di Srebrenica e Zepa. Secondo queste Associazioni il film “nega il genocidio, l’aggressione contro la Bosnia-Erzegovina e la storia della Bosnia-Erzegovina con l’intenzione di dare forza a coloro che glorificano questi criminali e sostengono i loro autori”.

Le proteste

L’Associazione culturale dei bosniaci della Svizzera ha reso pubblico un comunicato in cui condanna il film e la decisione di proiettarlo in molte città svizzere. Secondo l’Associazione dei bosniaci svizzeri, “l’obiettivo a lungo termine di Malagurski è quello di creare un Donbass 2.0 sul territorio della Bosnia-Erzegovina, il tutto nell’ambito di una campagna di disinformazione e manipolazione dell’informazione”. Anche in Italia,  in vista della proiezione del film prevista per l’11 novembre a Vicenza, le proteste della comunità bosniaca non sono mancate: sia nella stessa città veneta sia a Piacenza le comunità islamiche di bosniaci hanno espresso la loro preoccupazione per questa scelta. Le tante proteste nelle varie città europee sono state in parte ascoltate e attualmente sono state cancellate quattro proiezioni del film a Dusseldorf, Bruxelles, Anversa e Klagenfurt.

Il regista e commentatore tv, soprannominato anche il “Micheal Moore serbo”,  si è difeso chiedendo di guardare il film prima di analizzarlo e criticarlo: “Gli oppositori più accesi del mio prossimo film non l’hanno visto. Perché alcune persone si impegnano cecamente in una campagna per vietare il film per aver presumibilmente fatto affermazioni che semplicemente non fa?”  e sottolinea come nelle scene girate a Srebrenica vengano condannati i fatti lì successi. Sul suo profilo Twitter il regista a specifica domanda di un utente afferma di aver visto “Quo Vadis Aida”, il film di Jasmila Zbanic uscito nel 2020 che racconta i tragici fatti del luglio 1995 quando tra i villaggi di Srebrenica e Zepa le forze armate serbo-bosniache uccisero oltre 8000 bosniaci-musulmani, e che tutti dovrebbero avere il diritto di guardarlo. 

Il regista

Boris Malagurski, nato a Subotica ed emigrato in Canada nel 2005, ha lavorato come regista, produttore cinematografico e commentatore televisivo. Nel cinema ha esordito nel 2005 con un documentario sul suo trasferimento in Canada. Negli anni successivi ha girato e prodotto film e documentari chiaramente nazionalisti, come un film sul Kosovo del 2009 intitolato “Kosovo: can you imagine?” che descrive la situazione delle comunità serbe in Kosovo ed uno del 2019 intitolato “Montenegro: a land divided” riguardo le proteste del clero serbo-ortodosso. Quest’ultimo film, presentato in anteprima mondiale a Belgrado nel maggio del 2021, è stato accusato di essere la fonte dei disordini successivamente scoppiati nel paese tra nazionalisti serbi ed autonomisti.

In Serbia il regista è anche noto per aver preso più volte posizione per impedire al Kosovo di entrare a far parte dell’UNESCO. Sull’argomento Malagurski ha anche girato un film nel 2017 intitolato “Kosovo: a moment of civilization” che ha suscitato polemiche da parte del governo di Pristina. In televisione Malagurski ha lavorato come commentatore per diverse televisioni serbe e russe, tra cui Happy TV, Russia Today e Sputnik Serbia, strettamente collegata a Sputnik Russia e finanziata dalla stessa Federazione Russa.

Il film a Banja Luka e nella campagna elettorale

Il film che racconta la nascita e la storia dell’entità serba in Bosnia Erzegovina è stato acclamato alla prima proiezione a Banja Luka. Secondo i media  il Comune stesso ha finanziato una parte del film con circa 30.000 marchi bosniaci (15.000 euro). Anche l’ex presidente della Republika Srpska Milorad Dodik ha apprezzato il film che è stato proiettato in anteprima nell’ultimo giorno di campagna elettorale in vista delle elezioni politiche nazionali tenutesi il 2 ottobre. Il regista in passato aveva criticato il leader serbo-bosniaco Dodik accusandolo di non essere realmente nazionalista e “dire una cosa davanti alla telecamera e poi farne un’altra a porte chiuse” tuttavia secondo alcuni critici Malagurski sarebbe in realta’ “uno stretto confidente di Dodik e amico di Putin”. Certamente il regista ha più volte elogiato la Russia e il suo presidente per la sua politica contro la NATO auspicando che anche la Serbia adottasse tale politica.

Il film di Malagurski si inserisce nel filone nazionalista spesso prevalente nel discorso pubblico in Republika Srpska. Sicuramente, non aiuta a distendere le tensioni nel paese, come dimostrano le reazioni negative della comunità bosniaca.

Foto: Emerging Europe

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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