Izyum

Dopo Izyum, come prosegue l’avanzata ucraina? Aggiornamento

Contrariamente alle indiscrezioni che circolavano ieri notte, sembra che l’esercito ucraino non sia arrivato all’aeroporto di Donetsk. Dopo aver liberato Izyum l’avanzata sembra essere proseguita con cautela, per non allungarsi troppo e prepararsi alla reazione russa. Nella notte, attraverso i propri account social, Serhii Haidai, governatore in esilio di Lysyčans’k, aveva dichiarato che le truppe ucraine erano alla periferia della città ma non sono giunte conferme. Alcune indiscrezioni riferiscono di un’avvicinamento delle truppe ucraine a Severodonets’k, città che solo il fiume Donec’ separa da Lysyčans’k. Sembra che i russi stiano facendo avanzare nella regione due colonne di mezzi corazzati.

Donetsk resta saldamente in mano ai russi malgrado, nella notte, l’emittente ucraina Canal 24 avesse dichiarato che Denis Pushilin, il leader filorusso dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, fosse fuggito dalla città all’avanzare delle truppe ucraine.

Tuttavia, è estremamente difficile reperire informazioni attendibili. La propaganda di guerra, che senza sosta trabocca quotidianamente da ogni parte, ha lasciato il posto a un surreale silenzio. Su quanto sta avvenendo in Donbass, si tace. Tutto appare come sospeso, trattenuto. Il presidente americano Joe Biden: ha dichiarato in queste ore: “So cosa sta accadendo ma non ne parlerò, eventi in corso”. Interpellato da un giornalista, che gli ha chiesto se fosse a conoscenza di ciò che sta accadendo in Ucraina e delle notizie sul ritiro della Russia da ampie zone del paese, Biden ha risposto affermativamente. “Ma non parlerò di questo ora perché si tratta di avvenimenti in divenire”.

La conquista di Izyum, snodo fondamentale per i russi, sembra invece confermata malgrado i russi parlino di scontri nella periferia della città. La rapida e sorprendente avanzata ucraina verso il cuore del Donbass è un fatto, ma l’ampiezza e la profondità di questa offensiva è ancora ignota.

Le autorità ucraine rivendicano il successo della controffensiva: “Da inizio settembre sono stati riconquistati 3mila kmq di territorio”. Stando alle dichiarazioni ufficiali, le truppe di Kiev si troverebbero a 50 km dal confine settentrionale con la Russia. I russi hanno intanto ricominciato a bombardare Kupiansk, città ripresa dagli ucraini appena due giorni fa. Il leader ceceno Kadyrov ha rilasciato una dichiarazione che, da un lato, conferma l’avanzata ucraina mentre, dall’altro, sembra voler minacciare il Cremlino: “Commessi molti errori a Kharkiv, Mosca li deve riconoscere o dovrò andare a riferire come stanno le cose. Abbiamo pronti altri diecimila uomini, arriveremo a Odessa“.

Circolano insistentemente voci di un possibile negoziato con una proposta di cessate il fuoco avanzata dal Cremlino in cui si chiede l’autonomia del Donbass e il riconoscimento dell’annessione russa della Crimea. Se confermate, sarebbero il segno che le cose non stanno andando bene per Mosca. Non a caso, il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che “negoziati sono ora impossibili”.

Comunque vada a finire, l’offensiva ucraina ha dimostrato la debolezza del gigante russo, impossibilitato a tenere un fronte così ampio. La reazione non si farà attendere e la guerra è ancora lunga, ma gli sforzi che i russi dovranno fare per recuperare il terreno perduto potranno rallentarne l’avanzata nel meridione. Inoltre, il colpo inferto al prestigio dell’esercito e del suo capo, Vladimir Putin, potrebbe aprire scenari inattesi. Le prossime ore ci diranno qualcosa di più.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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