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ESTONIA: Non piace l’accordo sulla frontiera con la Russia

In Estonia si torna a parlare della frontiera con la Russia. Il parlamento estone ha rigettato una proposta di EKRE sulla questione.

Il Partito popolare conservatore estone (EKRE) ritiene che l’Estonia debba ritirarsi dall’accordo che regola la disputa al confine con la Russia, firmato nel 2005 ma mai ratificato. La proposta presentata dai nazionalisti di EKRE al parlamento estone, il Riigikogu, è giustificata dal fatto che la Russia starebbe occupando illegalmente un territorio che appartiene all’Estonia, pari al 5% della sua superficie.

Il presidente del partito, Mart Helme, chiama in causa il Trattato di pace di Tartu: l’accordo del 2005, firmato dall’allora ministro degli esteri Urmas Paet e da Sergej Lavrov, non rispetta infatti i termini del trattato che sancì i confini della nuova Estonia a seguito della guerra d’indipendenza del paese nel 1920.

I precedenti

A Tartu si decise infatti che il nuovo Stato si sarebbe esteso leggermente più ad est e a sud, includendo le attuali Ivangorod e Pechory, nonché una fetta più estesa della riva del lago Pihkva. Il trattato è ovviamente diventato effimero a seguito dell’invasione sovietica dell’Estonia. L’indipendenza del paese nel 1991 ha riportato la questione in primo piano, senza alcun risultato. La Russia ha infatti rifiutato di riconoscere i termini stabiliti nel 1920 ed ha unilateralmente tracciato la nuova frontiera nel 1994, sostanzialmente la stessa del periodo sovietico.

La controversia non si è spenta dopo la firma dell’accordo sulla frontiera nel 2005, visto che nessuno dei parlamenti ha ratificato il trattato nei termini accordati. Un nuovo round di trattative partite nel 2012 è stato affossato nella stessa maniera. Non è la prima volta che EKRE richiama l’attenzione sull’argomento: già nel 2020, ovvero quando il partito era al governo, il parlamento estone aveva chiesto alla Russia la restituzione dei territori annessi.

Le reazioni

Helme ha in realtà dichiarato che al momento nessun accordo dovrebbe esser preso con Putin, considerato che il presidente russo ha appena “gettato nella spazzatura” tutti i trattati precedentemente stipulati con l’Ucraina. Marko Mihkelson (Partito riformatore estone), a capo della commissione per gli Affari esteri del parlamento, ha dichiarato che il suo partito avrebbe votato contro la proposta dell’EKRE, considerato che la ratifica dell’accordo è in ogni caso inimmaginabile al momento. Il partito di centro-destra Isamaa, invece, ha votato a favore. La proposta dell’EKRE è stata rigettata con 53 voti contrari e 28 favorevoli.

Foto: Pixabay, Makalu

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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