STORIA: L’Ucraina Verde sulle rive del Pacifico

Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, uno stato ucraino sorse nei territori russi dell’Estremo oriente…

Se il trattato di Versailles mise fine alla Grande Guerra in Europa occidentale e centrale, così non fu in Europa orientale, dove il conflitto si protrasse fino agli anni ’20 con la guerra civile russa e le sue propaggini, incluse la guerra polacco-sovietica e la guerra d’indipendenza ucraina. In questi anni convulsi, variegate compagini statali presero forma, molte delle quali furono effimere. Così fu – solo per citare i territori ucraini – per la Repubblica dell’Ucraina Occidentale, la Repubblica Popolare Ucraina di Symon Petljura, e il Secondo Etmanato di Pavlo Skoropadskyi.

File:Ukrainians in Russian regions 1926.jpg
Popolazione ucraina nei territori dell’impero russo nel 1926 (Olegzima, CC BY-SA)

Ma già cento anni fa gli ucraini non abitavano solo in tali territori. Le popolazioni ucraine avevano partecipato come agenti e soggetti dell’imperialismo zarista alla colonizzazione russa della Siberia e del Pacifico. Sin dal XVII secolo, gli ucraini avevano popolato i territori attorno a Saratov lungo il Volga (Ucraina Gialla), e a fine ottocento anche vari territori tra Siberia e Kazakistan (Ucraina Grigia) e delle aree dell’estremo Oriente.

Così, mentre si favoriva il popolamento da parte dei russi delle zone dell’Ucraina meridionale, gli ucraini venivano inviati a colonizzare l’Estremo oriente, conquistato a metà ottocento. E proprio sulle sponde dell’oceano Pacifico, si formò in quegli anni un’altra compagine statale ucraina, la Repubblica Ucraina dell’Estremo OrienteUcraina Verde.

La colonizzazione russa (e ucraina) in Estremo Oriente

Vladivostok, “nuova Ucraina”; calendario 1921

Il territorio a nord del fiume Amur, detto “cuneo verde” (Zeleny Klyn), divenne parte dell’Impero russo molto più tardi della Siberia e del resto dell’Estremo Oriente. I primi tentativi di colonizzazione risalgono alla metà del XVII secolo, quando Yerofey Khabarov fondò il forte di Albazin sul fiume Amur. Vi fecero seguito vari scontri armati con le popolazioni manciù. Nel 1689 Cina e Russia firmarono il Trattato di Nerchinsk, che concedeva alla Russia una porzione di territorio.

A metà del XIX secolo, alla sconfitte russa nella guerra di Crimea (1853–1856) fece seguito la seconda espansione russa in Estremo Oriente. Sul fiume Amur furono stabiliti numerosi insediamenti cosacchi. La Cina si trovava in uno stato di grave debolezza al tempo, e dovette cedere vari territori alla Russia nel 1858 (Trattato di Aigun) e 1860 (Convenzione di Pechino) – l’annessione dell’Amur.

Durante questo periodo solo un piccolo numero di coloni si stabilì nella regione composto da circa 14.000 cosacchi e 2.500 soldati russi. Khabarovsk venne fondata nel 1858 da un soldato zarista ucraino, Yakiv Diachenko – la sua statua in bronzo campeggia dal 2008 in mezzo al viale dedicato a Taras Shevchenko, il poeta nazionale ucraino. Vladivostok fu fondata nel 1860. Nel 1861 furono istituite due oblast, Primorsky e Amur. La colonizzazione zarista continuò nei decenni successivi. Nel 1882 su iniziativa del generale Pavel Unterberger vennero offerti trasporto via mare da Odessa e terre gratuite ai coloni ucraini.

Coloni ucraini si imbarcano da Odessa verso l’Estremo Oriente sul vapore “Kherson”, 1903

Già nel 1897 la popolazione dell’oblast di Primorsk (Litorale) era aumentata a 310.000 persone, di cui il 15% ucraini. Con l’apertura della ferrovia nel 1901, oltre 14.000 coloni l’anno si trasferirono nell’area, toccando l’apice con 78.000 nel solo 1907. In totale, tra 1850 e 1916, 276.300 persone si mossero dall’Ucraina verso l’Estremo Oriente – la metà del totale dei coloni. Nell’oblast di Primorsk, nel 1897, gli ucraini arrivavano al 25% della popolazione, dietro i russi (34%) e davanti a coreani e cinesi. I russi erano maggioranza nelle città, mentre gli ucraini occupavano le campagne. La stessa percentuale raggiungevano nel censimento 1926 in tutte le regioni dell’Ucraina verde. I coloni ucraini stabilirono scuole in lingua ucraina, cooperative, giornali e biblioteche.

L’estremo oriente dopo la Rivoluzione russa

Manifestazione di ucraini a Vladivostok, 1917

Dopo la rivoluzione russa  l’area passò sotto la giurisdizione dell’ammiraglio zarista Alexander Kolchak, dittatore militare delle forze antibolsceviche in Siberia ed estremo Oriente. Il 24 giugno 1917 si tenne a Nikol’sk-Ussurijskij, presso Vladivostok, il primo congresso pan-ucraino dell’Estremo Oriente, in cui veniva richiesto al nuovo governo provvisorio russo di concedere autonomia e istruzione in lingua ucraina, e veniva fondato il Kraj Rada (“consiglio”) dell’Estremo Oriente.

Un secondo congresso si tenne nel gennaio 1918 a Khabarovsk, in cui l’Ucraina Verde venne proclamata parte dello stato ucraino, malgrado la mancanza di continuità geografica. Al terzo congresso nell’aprile 1918 i delegati approvarono la creazione di uno stato ucraino indipendente sull’oceano Pacifico. Gli ucraini dello Zeleny Klyn restarono in attesa di sostegno politico dalla madrepatria europea, che tuttavia non arrivò mai per via dei rivolgimenti interni durante la guerra d’indipendenza ucraina.

Nel contesto dell’intervento alleato nella guerra civile russa, nell’agosto 2018 l’esercito giapponese sfondò dalla Manciuria per garantirsi il controllo sulla ferrovia transiberiana – cruciale per far arrivare rifornimenti ai “bianchi” – e occupò la città di Čita, dove venne fondato lo Stato cosacco di Transbajkalia. A oriente di questo venne istituita nel 1920 la Repubblica dell’Estremo Oriente, sempre sotto protezione alleata giapponese.

La breve vita dell’Ucraina Verde indipendente

La bandiera proposta per l’Ucraina verde

Il 6 aprile 1920, nei territori alla foce del fiume Amur a maggioranza ucraina (Distretto di Ajano-Majskij) venne autoproclamata la Repubblica Ucraina dell’Estremo OrienteUcraina Verde. Pochi giorni dopo, l’11 aprile 1920 l’atamano Grigorij Semënov emette un’ordinanza sui diritti della Repubblica Ucraina dell’Estremo Oriente per l’autonomia e l’autodeterminazione degli Stati Uniti di TransbajkaliaBuriazia, e Ucraina.

L’indipendenza dell’Ucraina Verde fu tuttavia breve. Il 25 ottobre 1922 il territorio viene invaso dai bolscevichi (che il 5 novembre entrarono a Vladivostok) e quindi annesso alla Repubblica socialista federativa sovietica russa – ma alcune zone attorno al villaggio di Ajan resistono fino al giugno 1923 unendosi alla rivolta jakuta.

Bandiera odierna del territorio di Khabarovsk

Dopo l’ondata di repressioni degli anni ’20, gli ucraini dell’Estremo Oriente conobbero una relativa rinascita culturale a inizio anni ’30. Negli anni ’40, vari prigionieri politici dell’Ucraina occidentale occupata e dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) furono deportati in Estremo Oriente, rinvigorendo la comunità ucraina. Tuttavia, dagli anni ’50, la russificazione e l’arrivo di ben più numerosi coloni russi, le comunità ucraine nell’Estremo Oriente si assimilarono. Oggi solo il 3% dei residenti degli oblast di Khabarovsk e del Primorsk si definiscono ucraini – la principale minoranza della regione.

Fonti:

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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