Cos’è la sinistra? I giovani polacchi contro il conservatorismo

In Polonia la sinistra fatica a farsi strada tra l’elettorato. I giovani, tuttavia, sembrano offrire qualche speranza…

In Polonia sembra non esserci più spazio per la sinistra. La situazione nel paese presenta molte analogie con quella in Ungheria: in uno spazio politico fortemente polarizzato ed ideologico, la guerra è tra conservatori e liberali.

L’estrema destra del PiS, al potere così come il Fidesz di Orbán, ha quale nemico agguerrito il mondo liberale e centrista. Lo scontro ideologico e le prossime elezioni, presentate come avvenimento storico per il destino dei paesi da entrambe le parti dello scacchiere politico, non sembrano lasciare spazio alla sinistra. I conservatori in Polonia e in Ungheria possono contare sul consenso delle zone rurali, mentre i liberali hanno dalla loro le città. La stessa sinistra resta più che altro confinata ai centri urbani: il PiS rappresenta anche in questo caso una minaccia, visti i successi nel penetrare Varsavia attraverso i ceti più indigenti.  

Ma c’è una grande differenza: i giovani. Se nel resto dell’Europa centrorientale le fasce giovanili associano ancora la sinistra al torbido passato comunista, in Polonia il 30% di loro si è detto di sinistra nel 2020 (in sostanziale aumento rispetto al passato), di fronte ad un 27% di destra ed un 23% centrista. Questo fattore è da tenere in grande conto, considerata la crescente partecipazione dei giovani alla vita politica, in controtendenza rispetto al resto d’Europa: il ruolo che le nuove generazioni potrebbero giocare in seno alla società polacca è emerso chiaramente durante le vivaci manifestazioni contro le forti limitazioni all’aborto. La situazione deve chiaramente essere sfumata: è il centro a perdere elettori giovani, i quali si rivolgono in larga parte anche all’estrema destra. 

La transizione, il successo e l’oblio

La costellazione dei partiti di sinistra polacchi si raggruppò subito dopo la caduta del regime in un’Alleanza della Sinistra Democratica, che comprendeva anche la Socialdemocrazia della Repubblica Polacca, partito erede del passato comunista. Nonostante questa rimanesse la preferita tra pensionati, membri dei sindacati ed ex-comunisti, l’Alleanza attirò voti anche tra moderati e centro-destra grazie alla sua conversione al liberalismo economico. L’ascesa fu graduale ed il successo giunse dopo un governo di coalizione con gli agrari tra il 1993 ed il 1997, quando i socialisti ottennero più del 40% alle elezioni del 2001, formando un nuovo governo con gli agrari. Tale popolarità svanì presto, soprattutto a seguito di numerose accuse gravi rivolte ad esponenti di spicco del partito circa diversi scandali nel paese. 

Lewica, esperimento di sinistra liberale

Declino da cui i socialdemocratici non sono più riusciti a riprendersi; a nulla sono serviti un rinnovo d’immagine, la trasformazione in Partito Socialdemocratico Polacco e varie alleanze: la soglia del 10% è stata raramente oltrepassata. In vista delle elezioni del 2019, i socialdemocratici sono entrati in una nuova coalizione, Lewica, con il partito di sinistra liberale Wiosna e il piccolo partito anticomunista Razem (“Insieme”), molto simile a Syriza e a Podemos.  

Il grande problema della sinistra, analogamente (ed anche in misura maggiore) a quanto accade in Ungheria, è che la destra del PiS è riuscita a monopolizzare la tematica sociale: le classi meno abbienti preferiscono la protezione sociale offerta dalla destra e, come detto, il PiS sta riuscendo ad impiantarsi saldamente nelle periferie urbane, minando il successo dell’opposizione nelle città. 

Le recenti evoluzioni tra le fasce giovanili sembrano far presagire un futuro più roseo per i socialdemocratici polacchi rispetto ai colleghi dell’Europa centrorientale, i quali fanno difficoltà ad intercettare il voto dei giovani. C’è però da dire che questo aumento del sentimento di appartenenza alla sinistra non è per forza sinonimo di un supporto a Lewica alle urne: l’anticlericarismo (soltanto il 9% dei giovani ha un’immagine positiva della chiesa), il rispetto dei diritti LGBT, del diritto all’aborto e dello Stato di diritto potrebbero facilmente essere intercettati dai liberali.

Foto: Silar, Wikimedia

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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