Rizo Šurla, l’ultimo afro-albanese della Jugoslavia

Dulcigno (Ulcinj) è l’ultima città della costa montenegrina meridionale. E’ anche una delle città del paese a maggioranza albanese. E fino a poco tempo fa, l’unica città dell’Adriatico con una comunità di origine africana. L’ultimo nero di Dulcigno, Rizo Šurla, è morto nel 2003.

Pirati e schiavi nell’Adriatico del sei-settecento

Nel periodo ottomano, Ulcinj era un mercato di schiavi e un covo di pirati. Gli schiavi neri venivano trasportati dalla costa del mar Rosso e dell’oceano Indiano fino alle coste del nord Africa, quindi da lì al resto dell’Impero, dove venivano venduti come rematori per le flotte di galee.

Gli schiavi potevano comunque contattare le loro comunità d’origine, da cui potevano essere riscattati in territorio neutrale – come a Ragusa, in Dalmazia.

I neri di Dulcigno 

ImageCon l’indipendenza del Montenegro nell’ottocento, e l’abolizione della schiavitù, la maggior parte di loro si trasferì in altre città dell’Impero. Chi restò ottenne la cittadinanza, lavorando nell’agricoltura, nella pesca e nel commercio, integrandosi nella comunità albanese, in maggioranza musulmana. A Ulcinj si stabilì una comunità di circa 500 persone, dette “Arapi”, arabi, dai locali.

“Siamo cresciuti assieme alla comunità nera di Ulcinj, senza alcuna segregazione o timore. Erano nostri vicini ed erano considerati alla pari con la comunità albanese locale”, ricorda un cittadino di Ulcinj, Ruzhdi Kashoxha, a Balkan Insight.

“Non c’era discriminazione razziale. Nella storia della città, il parametro principale per l’integrazione era il contributo alla comunità, e la comunità africana ne è diventata una parte importante”, ha affermato, sempre a BIRN, il giornalista locale Mustafa Canka.

Oggi dei neri di Dulcigno è rimasta solo una danza tradizionale, il Dum Sharavelli. “In questa danza locale tradizionale, ci sono parti del folklore e delle canzoni africane, anche se la danza è associata ai pirati”, secondo Canka.

Rizo Šurla, l’ultimo dei neri di Ulcinj

ImageL’ultimo nero di Dulcigno, Rizo Šurla, morì nel 2003. Suo padre Said era stato portato a Ulcinj come schiavo da ragazzo a fino ottocento da Tripoli di Libia del capitano della nave pirata GloriaSelim Shurdha, di cui – come era usanza – adottò il cognome. A inizio novecento restavano ormai solo cinque famiglie afro-albanesi a Ulcinj.

Nato a Ulcinj esattamente cent’anni fa, il 12 gennaio 1922, Rizo si forma nella boxe e lavora come cameriere a Dubrovnik. Durante la seconda guerra mondiale, a Belgrado, si unisce ai partigiani jugoslavi, combattendo al fronte. Dopo la guerra rientra a Ulcinj, dove apre il primo – e a lungo unico – studio fotografico della città, Pinjes, che resta attivo fino agli anni ’90. Nel 1976 recita nel film “Jagoš i Uglješa“. Sposa una donna del posto, Nada Račić con cui ha due figli. Muore l’11 febbraio 2003, a Ulcinj.  Lo ricorda un murale, dipinto vicino alla passerella principale della città.

Nel libro “I am Arapi”, Paula D. Royster scrive che, come ultimo africano a Ulcinj, Rizo Šurla era diventato una sorta di ambasciatore culturale della città. “E’ ricordato come un uomo amichevole che aveva buoni rapporti con tutti… i turisti estivi di Ulcinj lo cercavano sulle spiagge e in giro per la città; era un buon ambasciatore culturale per Ulcinj… Rizo era affascinante e bello”.

Foto: pinterest

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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