L’ambasciatore polacco a Praga è stato rimosso a poche settimane dall’insediamento a causa di alcune dichiarazioni critiche verso il governo polacco…
L’ambasciatore polacco a Praga, Mirosław Jasiński, è stato rimosso dopo poche settimane dal suo insediamento a causa di alcune dichiarazioni critiche verso il governo polacco in relazione alla questione delle miniere di carbone di Turow. La questione delle miniere aveva visto su fronti opposti Praga e Varsavia, formalmente unite nel Gruppo Visegrad. “Mancanza di empatia, di comprensione e di volontà di dialogo, soprattutto da parte polacca”: queste, secondo Mirosław Jasiński, le cause del mancato accordo fra i due alleati di Visegrad riguardo alle miniere di Turow, sul confine fra i due stati. “Ogni diplomatico polacco è tenuto a curarsi degli interessi della Polonia”, ha sentenziato duramente in un tweet il portavoce del governo Piotr Muller, che giudica “irresponsabili” le dichiarazioni rilasciate da Jasiński all’emittente tedesca Detusche Welle. Jasiński, 61 anni, professore dell’Università di Scienza e Tecnologia di Breslavia, direttore del Polish Insititute di Praga, e sceneggiatore di alcuni documentari, era diventato ambasciatore soltanto un mese fa.
Il caso delle miniere di Turow
Il caso delle miniere di Turow aveva comunque già portato a diverse frizioni fra i due paesi, che erano culminate nella causa intentata (e vinta) da Praga nei confronti dello stato polacco, reo di aver ampliato le miniere di carbone situate nella Bassa Slesia senza curarsi del danno ambientale che esse rappresentano. Le miniere, infatti, secondo il Vicepresidente della Corte Europea, Rosario Silva de Lapuerta, danneggiano direttamente le acque sotterranee ceche e “rappresentano un problema per la potabilità dell’acqua dei territori limitrofi”.
Ad oggi la Polonia non ha ancora cessato le attività del sito, rifiutandosi anche di pagare la multa quotidiana di €500.000 imposta dalla Repubblica Ceca nel caso di inadempienza alla sentenza. Dipendente per l’80% dal carbone per quanto riguarda l’energia elettrica, la Polonia dovrebbe cessare le estrazioni nel 2049, un decennio dopo i vicini cechi. Proprio l’impianto di Turow, operativo dal 1962, provvede a circa l’8% dell’elettricità dello stato.
Ancora alleati?
Non solo stupisce che la Repubblica Ceca abbia deciso di portare in tribunale un alleato del Gruppo di Visegrad, che ostenta invece una grande compattezza; quella riguardante le miniere di Turow è anche la prima sentenza emessa dalla Corte Europea a decidere su questioni ambientali che dividono due stati membri. Che il caso delle miniere, oltre a rappresentare l’ennesima insofferenza polacca verso le decisioni dell’Unione (“L’intromissione dei corpi dell’Unione sempre più profonda nei campi di competenza polacchi sa di spirito coloniale, ed è inaccettabile” aveva detto a proposito il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro), rifletta anche un clima di distacco rispetto al suo storico alleato?
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immagine da Wyborcza.pl