GEORGIA: Elezioni amministrative, un risultato interlocutorio

Le elezioni amministrative in Georgia del 2 ottobre erano considerate come un evento fondamentale per definire il futuro del paese. Oltre che per il rinnovo dei consigli comunali e dei sindaci di 73 municipi e città autonome, l’appuntamento elettorale era atteso come un momento di svolta nello scontro frontale tra maggioranza e opposizione che da un anno a questa parte monopolizza la scena politica georgiana.

Dopo le elezioni parlamentari dell’autunno 2020, le opposizioni avevano infatti indetto un boicottaggio del parlamento per protestare contro i brogli elettorali che si è concluso solo in primavera grazie ad un accordo mediato dall’Unione europea. Il documento, siglato lo scorso 18 aprile, aveva trasformato il voto del 2 ottobre in una sorta di referendum per Sogno Georgiano (SG), l’attuale partito di governo. Sebbene Sogno abbia poi rinnegato l’accordo, diversi esponenti dell’opposizione hanno fatto menzione della quota minima del 43% dei consensi a livello nazionale che, in base al documento, qualora SG non fosse riuscito a raggiungere avrebbe portato automaticamente ad elezioni parlamentari anticipate.

Ballottaggi in vista 

Hanno votato circa il 52% dei 3,5 milioni aventi diritto. SG ha ottenuto il 46,74% dei voti a livello nazionale, ben al di sopra quindi della fatidica soglia del 43%. Movimento Nazionale Unito (UNM) si è confermato come il principale partito di opposizione con il 30,69% dei voti, mentre al terzo con il 7,79% figura il partito dell’ex primo ministro, Giorgi Gakharia

La vittoria di Sogno Georgiano non può però dirsi completa. In tutte e cinque le principali città del paese –Tbilisi, Batumi, Kutaisi, Rustavi e Poti– si andrà al ballottaggio, in programma per il 30 ottobre, con Kutaisi e Batumi che hanno visto il candidato UNM prevalere, se pur di poco, nella prima tornata.

Inoltre, SG ha faticato nella capitale dove il sindaco uscente, l’ex calciatore di Milan e Genoa Kakha Kaladze, si è fermato al 45,04% dei voti e dovrà vedersela con un avversario ostico, il presidente di UNM Nika Melia (33,95%), al secondo turno.

La missione internazionale di osservazione elettorale congiunta di Consiglio di Europa, Unione europea ed OSCE nel suo rapporto preliminare ha descritto le elezioni come “competitive e tecnicamente ben amministrate”, ma ha segnalato “le numerose accuse di violazioni, compravendita di voti, nonché intimidazioni e pressioni“.

L’elefante nell’armadio

Nelle settimane che portano al ballottaggio, i problemi principali da gestire per SG con ogni probabilità deriveranno dal ritorno in patria, dopo un esilio che durava dal 2013, dell’ex presidente (2004-2013) Mikheil Saakashvili. Il fondatore di UNM è ricomparso con un colpo di teatro in Georgia proprio alla vigilia delle elezioni amministrative. Il suo arresto da parte delle autorità, legato a una condanna a nove anni del 2018 per abuso di potere, non basterà sicuramente a calmare gli animi.

Nel pomeriggio del 4 ottobre nella città di Rustavi si sono svolte manifestazioni di fronte alla prigione in cui è incarcerato chiedendone la liberazione. Giudicando il passato recente della politica georgiana, con ogni probabilità, questa sarà solo la prima di una serie di proteste.

Come se non bastasse, l’arresto di Saakashvili ha risvolti internazionali, di certo poco graditi al partito di governo. L’ex presidente è infatti attualmente cittadino ucraino, paese in cui ricopre la carica di capo del comitato esecutivo per le riforme. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy, il 3 ottobre ha dichiarato di essere impegnato per fare in modo che Saakashvili venga rimpatriato. Anche Unione europea e Stati Uniti, gli alleati occidentali della Georgia con cui le relazioni con l’attuale partito di governo sono ai minimi termini, si sono espressi in merito. L’ambasciatrice americana in Georgia, Kelly Degnan, il 2 ottobre ha dichiarato che il caso “costituirà un banco di prova per il sistema giudiziario georgiano”.

Saakahsvili personaggio divisivo tanto amato da alcuni, quanto odiato da altri, rimane l’esponente principale dell’opposizione e il suo ritorno in patria è riuscito a monopolizzare l’attenzione dei media nazionali e internazionali, oscurando le elezioni. In vista dei ballottaggi, sarà da osservare se la sua presenza in Georgia avrà una qualche influenza in termini numerici sulla seconda tornata elettorale.

Immagine: OSCE/Katya Andrusz

Chi è Alessio Saburtalo

Alessio Saburtalo è uno pseudonimo. L'autore che vi si cela si occupa principalmente di Caucaso con sporadici sconfinamenti in Russia e Asia Centrale. Saburtalo è un quartiere di Tbilisi.

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