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RUSSIA: La Siberia va (di nuovo) a fuoco

Bruciano ettari di foresta nella Taiga siberiana, dove un’ondata di caldo estremo ha portato siccità e temperature da recordDallo spazio, i satelliti della NASA riportano immagini di estesi agglomerati di fumo che da ormai una settimana stanno avvolgendo la Repubblica di Sacha (Jacuzia), dove le fiamme hanno finora dilaniato circa 800.000 ettari di foreste.

Su ordinanza del governo di Mosca, il ministro della Difesa si è attivato per aiutare le comunità locali mentre l’esercito russo ha inviato numerosi bombardieri d’acqua in supporto dei migliaia vigili del fuoco impegnati sul campo.

È la seconda estate consecutiva che il caldo intenso e gli incendi devastano questa regione della Russia nord-orientale, dove già lo scorso luglio ampie distese di vegetazione sono cadute in preda alle fiamme a causa di un aumento anomalo delle temperature.

Tra la comunità scientifica, gli incendi sollevano timori per lo scioglimento del permafrost, il quale andrebbe a rilasciare nell’aria così un’enorme quantità di carbonio, a lungo immagazzinata al di sotto di esso. Secondo il servizio europeo di monitoraggio atmosferico di Copernico (CAMS), tra il 2019 e il 2020, gli incendi in questa regione hanno rilasciato nell’atmosfera una quantità record di gas serra. Stando a quanto riportato da uno scienziato del CAMS, solo nel corso delle ultime sei settimane, essi hanno prodotto una quantità di anidride carbonica pari emissioni annue da combustibili fossili prodotte dall’intero Venezuela nel 2017.

Negli ultimi anni la Russia è alle prese con ondate di caldo senza precedenti. Lo scorso giugno, a Mosca, le temperature hanno raggiunto i 34.7 gradi centigradi, registrando la giornata più calda degli ultimi 120 anni. In Siberia, la città di Jakutsk ha toccato i 35 °C, mentre la città di Verchojansk – considerata uno dei luoghi più freddi della terra – ha registrato temperature di oltre 30 °C. 

Il verificarsi di tali episodi in aree territoriali che per loro natura sono troppo fredde per poter bruciare è l’ennesima evidenza di come l’Artico e la Siberia stiano subendo rapidi cambiamenti ambientali. Nel breve periodo, questi potrebbero provocare drastiche conseguenze per la sopravvivenza, non solo delle popolazioni locali, ma dell’intero pianeta.

 

Immagine: Pixabay

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