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DAGHESTAN: Irruzione cecena in un centro di accoglienza per donne

Secondo quanto riportato in mattinata, alcuni uomini ceceni non ancora identificati, assistiti da alcuni agenti della polizia locale, hanno fatto irruzione in un centro di accoglienza per donne a Makhachkala, capoluogo del Daghestan, al fine di prelevare una delle ragazze cecene che avevano chiesto rifugio. Il centro è un luogo di protezione temporanea e sostegno per le donne che fuggono da qualsiasi forma di violenza domestica.

L’incursione è avvenuta durante una conversazione telefonica tra uno dei corrispondenti della testata Kavkaz Realii e Svetlana Anokhina, giornalista e attivista per i diritti delle donne in Daghestan. “Quando sono arrivata al centro di accoglienza, sono riuscita a entrare, ho parlato con la polizia, volevano ricevere alcuni chiarimenti dalla ragazza cecena che abbiamo aiutato”, ha dichiarato l’attivista, aggiungendo: “Un poliziotto di nome Dalgat ha detto che la ragazza era sulla lista dei ricercati federali.”

Anokhina ha subito contattato il servizio stampa del ministero degli Affari interni del Daghestan, ma questo non ha impedito che venisse trascinata insieme a diverse donne fuori dal centro di accoglienza. Le forze di sicurezza cecene hanno prelevato una delle ragazze, Halima Taramova, figlia di Ayub Taramov, direttore del centro commerciale Grand Park di Grozny e uomo molto vicino al capo della repubblica, Ramzan Kadyrov.

Anokhina teme che la ragazza venga uccisa per motivi d’onore in Cecenia: Taramova era, infatti, scappata di casa il giorno prima e aveva registrato un videomessaggio in cui chiedeva apertamente di non essere inserita nella lista dei ricercati. La rete LGBT russa Mediazone ha riferito che la ragazza era fuggita di casa volontariamente a causa di minacce e violenze regolari legate al suo orientamento sessuale.

La giornalista si trova attualmente nel dipartimento del ministero degli Affari interni, senza alcuna possibilità di contattare il suo avvocato, Patimat Nuradinova: “Hanno trascinato me e quattro ragazze fuori dall’appartamento del centro di accoglienza con la forza. Mi hanno trascinato per le gambe e le braccia e mi hanno colpito più volte”, racconta Svetlana. Contro di lei è stato avviato un procedimento amministrativo in quanto la giornalista avrebbe ostacolato la ricerca della ragazza scomparsa. 

I diritti delle donne sono probabilmente l’argomento più controverso in Daghestan, repubblica russa del Caucaso settentrionale e terra natale di Svetlana Anokhina, giornalista e attivista sostenitrice dei diritti delle donne. Fuggita dalla repubblica autonoma russa dopo essere stata minacciata di morte ripetutamente, Svetlana non ha mai smesso di combattere la sua causa.

 

Immagine: Lyubov Moiseenko (RFE/RL)

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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