REP. CECA: Aderire all'euro? Mentre in Germania si stampano nuovi marchi

da Berlino – In Germania gira una voce: sarebbe già iniziata la stampa di marchi 2.0 in vista della fine dell’Euro. Folklore (ma in questo caso risulta più stimolante credere nell’alp* e nel coboldo**) oppure realtà? Nell’aria nessun suono di rotativa quindi non rimane che attendere e seguire lo sviluppo di certe faccende, per altro non prettamente tedesche. Inoltre, se c’è chi usa relazionarsi alla moneta unica con crescente sospetto e pianifica vie di fuga più o meno credibili, c’è anche chi pensa se (o quando) aderire all’Euro.
Nessuna terra remota e popolata da avventurieri del mercato ma una nazione mediamente cauta situata a due passi in direzione sud-est: la Repubblica Ceca. Già abbiamo scritto della adesione slovacca ed estone nel 2009 e 2011. A Praga ancora non parlano di date ma qualcuno sussurra da tempo il 2015. Mai come adesso ogni cosa resta però in stand-by, sebbene l’argomento torni a galla per vie trasversali. Infatti è stato recentemente discusso di un referendum per decidere se aderire o meno al patto di disciplina fiscale proposto dalla Unione Europea (il celebre fiscal compact); breve è stato il passo per tornare a parlare anche di un referendum-bis inerente l’adozione della moneta unica.

Lo spauracchio del primo è già stato affrontato (contrari sia il capo di stato Klaus che il ministro degli esteri Schwarzenberg, i quali affermano trattarsi di decisioni che il governo in carica deve prendere senza delegare alla popolazione) mentre resta in ballo il secondo, senza tuttavia la necessità di forzare i tempi del dibattito per motivi quantomai evidenti.

Argomenti delicati ma in questi giorni usuali per un esecutivo, i quali hanno comunque messo in evidenza per l’ennesima volta le spaccature congenite della maggioranza: infatti sulla adesione via referendum alla disciplina fiscale EU (qui definita come ancora piuttosto nebulosa) risultano favorevoli il principale partito di governo Občanská demokratická strana e il piccolo Věci veřejné mentre contrario il terzo attore nell’esecutivo il carica ossia il Top 09 proprio di Schwarzenberg: non è la prima volta che accadono simili spaccature.


Il fiscal compact sarebbe la nuova disciplina di bilancio discussa ad inizio anno in sede europea che renderebbe più automatiche le sanzioni contro chi viola le regole di bilancio della Unione: per le nazioni che non hanno ancora l’Euro l’adesione risulta volontaria. Oltre a Klaus (che sull’argomento ha chiosato con la solita dose di diplomazia: «mica siamo la Svizzera che fa referendum su tutto») storce il naso sulla consultazione diretta anche buona parte dei media nazionali secondo i quali la pensata non si rivelerebbe altro che un megafono regalato alla fazione euroscettica locale, in zona non preponderante ma certo presente. Ulteriori elementi quindi a complicare il dibattito sull’ingresso ceco nella zona Euro: prima e dopo la parentesi tecnica del premier Fisher sia Topolánek che Nečas sono costretti ad esporsi non poco e la materia è di quelle delicate sia nell’ottica di una sempre maggiore adesione all’EU sia in quella di (provare a) evitare al governo ulteriori scossoni.

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10 commenti

  1. Gaetano Veninata

    «Mica siamo la Svizzera che fa referendum su tutto». Delizioso Klaus.

  2. è una bufala quella della stampa di marchi in germania

  3. nessuno stato membro dell’u.e. che ha aderito alla moneta comune euro tornerà alla sua vecchia valuta o ne inventerà una nuova !!!!!

  4. Infatti l’ho scritto: meglio credere al coboldo.

    Gab.

  5. claudio vito buttazzo

    Nella Repubblica ceca l’istituto del referendum non è previsto dalla legge, per cui nessun referendum sarà possibile, a meno che non venga introdotto con modifica costituzionale. Inotre nel pezzo manca qualunque riferimento alla posizione del partito comunista, che è molto più forte e importante di qualche partito (come Verejne Veci – Affari pubblici-) riportato nell’articolo e che alle prossime elezioni alcuni sondaggi danno al secondo posto. Forse l’autore non ne è informato. La Repubblica ceca senza il partito comunista semplicemente non esiste, rappresentandone esso un dato strutturale fin dalla nascita della nazione cecoslovacca nel 1918 e un filone storico del pensiero politico, letterario, filosofico di questo paese dai tempi di Jan Hus. E’ il dato che rende la Rep. Ceca unica ( e la più democratica) tra le repubbliche dell’ex blocco sovietico. Basterebbe conoscere un po’ di storia passata e presente.
    Nell’articolo, per la verità, non si fa cenno neppure le partito socialdemocratico, che è la prima forza politica del paese. Che dire?

  6. Nella Rep. Ceca l’istituto del referendum non è previsto della legge? Ho capito male io.

    Dataset.
    “Czech Republic: Referendum on the Accession to the European Union 2003.”
    Presseurop.
    “Il premier ceco Petr Nečas vuole indire un referendum sull’adozione della moneta unica.”
    České Noviny (in EN.)
    “The Czech government today voiced a conditional consent to the prepared EU fiscal discipline pact and it decided that it should be ratified in a referendum or by a constitutional three-fifth majority.”
    Radio Prague.
    “The Czech government has agreed that a referendum should be held on the Czech Republic’s possible participation in a new European Union.”
    In ceco su První zprávy.
    “Vláda na svém minulém zasedání přijala rámcovou pozici, podle které by měli o nové smlouvě rozhodnout občané v referendu. ODS a VV přehlasovaly přitom názor TOP 09, která plebiscit odmítala – podle ní by jasné a kladné stanovisko měla zaujmout sama vláda.”
    Ancora su České Noviny.
    “He reacted to Wednesday´s decision by the Czech cabinet that the Czech joining the EU´s planned fiscal discipline pact should be decided on within a national referendum on the Czech accession.”
    Milano Finanza.
    “Repubblica Ceca: Klaus boccia idea di referendum su fiscal compact.”
    “Crisi Ue: governo della Repubblica Ceca vuole referendum su patto di bilancio.”
    Ancora ceco.
    “Vláda chce novou unijní smlouvu schvalovat v referendum”.

    Si cita il Věci veřejné e non il KSČM perché il VV è al governo (anche se come partito dal peso minore) e il KSČM no (ho avuto il piacere di leggere alcuni sondaggi sul KSČM ma oggi parliamo dell’oggi.)
    Idem non si citano i socialdemocratici perché poco indicativi di eventuali spaccature interne al governo visto che, pure loro, al governo non ci stanno.

    Sul fatto che la Rep. Ceca non esista senza il KSČM non saprei. Certo il KSČM è movimento importantissimo e con peso politico talvolta considerevole soprattutto in certe aree.
    P.s. Ritenevo la figura di Jan Hus non centrale per il pezzo, idem il suo discepolo Girolamo da Praga ed i fratelli boemi del Jednota bratrská.

    Saluti.
    Gab.

  7. claudio vito buttazzo

    In Rep. ceca non si sono tenuti referendum nè in occasione della divisione della Cecoslovacchia, nè in occasione dell’ingresso nell’Ue, nè in occasione dell’adesione alla Nato, nè in occasione del Trattato i Lisbona, nè in occasione dello scudo spaziale amerikano, ecc. E sempre la motivazione addotta è stata che la Costituzione non lo contempla. Ripeto: se faranno il referendum questa volta, vuol dire che hanno deciso di mettere mano alla Costituzione.
    Cosa c’entra, poi, il governo con una questione nazionale di queste dimensioni? Si sa che il governo non può decidere, se non altro xchè è spaccatissimo al suo interno. E dunque risulta decisivo l’atteggiamento dei socialdemocratici e dei comunisti, di cui, a maggior ragione, non si può omettere di parlare,

    • Su queste cose devono decidere i CITTADINI tramite REFERENDUM. Qualunque Governo che aderisce a UNIONI MONETARIE SOVRANAZIONALI senza il consenso della popolazione compie un GOLPE. A proposito: il TRATTATO DI MAASTRICHT viola l’articolo 11 della COSTITUZIONE ITALIANA quindi l’EURO ( e la BCE ) è ILLEGITTIMO ed ILLEGALE.

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