parco di biebrza

POLONIA: Il parco di Biebrza brucia, quale soluzione per la siccità?

A fine aprile, dopo un lavoro che ha impegnato 150 pompieri per oltre una settimana, è stato finalmente estinto il grave incendio che ha distrutto 6mila ettari di bosco del più grande parco naturale della Polonia, il parco di Biebrza. L’area, estesa su 59mila ettari, ospita una notevole varietà di specie tra cui castori, alci, cervi e rare specie di uccelli acquatici.

Le fiamme

Il fumo ha raggiunto Varsavia, situata a oltre 200 km di distanza. I danni ecologici sono inestimabili, l’incendio ha coinvolto l’intersezione dei distretti di Augustów, Moniecki e Sokólski, tra le aree più importanti del parco dove sono presenti anche alcuni villaggi. Le segnalazioni riferiscono di animali soffocati dal fumo mentre cercavano di proteggere i propri nidi e le autorità del parco hanno fatto sapere che interi habitat boschivi sono stati distrutti dalle fiamme.

Le autorità giudiziarie di Białystok indagano sulle origini dell’incendio, probabilmente scaturito da un tentativo di bruciare un cumulo di foglie e rami secchi, pratica tristemente comune da quelle parti. Dal momento che falò di qualsiasi tipo sono illegali dentro i confini del parco, non è esclusa un’origine dolosa ed è stata apposta una ricompensa di 10mila zloty per chiunque fornisca informazioni utili all’identificazione dei responsabili.

Le condizioni climatiche di questa calda primavera e dell’inverno appena trascorso, tra i più secchi mai registrati, insieme alla direzione del vento, hanno favorito la propagazione dell’incendio, che si è quindi diffuso per oltre una settimana, risultando il più devastante ad aver colpito il parco di Biebrza dalla sua apertura nel 1993.

Le responsabilità

L’associazione ambientalista WWF Polska punta il dito contro le politiche sull’acqua attuate dal governo polacco, considerate incapaci di contrastare la siccità. Nel rapporto WWF del 2019 sulla siccità in Polonia si sottolinea come negli ultimi anni la costruzione di dighe e i lavori di manutenzione sul corso dei fiumi, che regolano il flusso dell’acqua, abbiano messo in secondo piano il ruolo dei corsi d’acqua naturali e degli ecosistemi umidi nella prevenzione della siccità.

Lo scorso anno il governo polacco ha presentato un piano di 14 miliardi di zloty (circa 3 miliardi di euro) per aumentare la capacità di ritenzione idrica e contrastare il problema della siccità. Il piano è stato criticato da biologi esperti in risorse idriche: “Invece di costruire nuovi serbatoi idrici, bisognerebbe concentrare gli sforzi per ripristinare i fiumi già danneggiati”, ha affermato Przemysław Nawrocki di WWF Polska. A seguito dell’incendio, il presidente polacco Andrzej Duda ha chiesto ai cittadini di fare un utilizzo più responsabile dell’acqua, ma non ha annunciato ulteriori provvedimenti.

La cronaca degli ultimi anni, con il rogo della scorsa estate in Australia, ha portato l’attenzione internazionale sul problema della siccità. Il mese scorso, una grave serie di incendi ha investito l’area dell’ex centrale nucleare di Chernobyl, destando preoccupazioni anche per una possibile diffusione di radiazioni. Anche in questo caso, il clima secco ha reso le fiamme particolarmente difficili da controllare e sono bruciati ettari ed ettari di boschi. Il problema della siccità, ormai anche in Polonia, appare non più rinviabile.

Foto: Radio.Bialystok.pl

Chi è Maria Savigni

Nata a Lucca nel 1994, si è laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Pisa. Durante un soggiorno studio in Polonia si è perdutamente innamorata della Mitteleuropa e della sua storia. Si interessa in particolare di diritti, questioni di genere e cultura ebraica.

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