CROAZIA: L'isola di Brioni sarà concessa a privati. Zagabria cerca di fare cassa

Il governo croato ha comunicato di voler trasformare l’isola Brioni Maggiore, parte di uno dei più rinomati parchi naturali dell’Adriatico, l’arcipelago delle Isole Brioni, in Istria, in una mèta turistica di lusso. L’isola verrà concessa a un investitore privato e le procedure di assegnazione sono cominciate il 3 gennaio scorso. Secondo quanto affermato dal ministro del Turismo, Darko Lorencin, il concorso per la concessione mirerà a trasformare l’offerta turistica dell’isola in una destinazione esclusiva a livello globale che rispetterà i più alti standard del turismo di lusso, ma anche le normative sulla tutela dell’ambiente.

Fare cassa sembra la ragione fondamentale di questa operazione. Zagabria, preda della crisi economica, della recessione e con una disoccupazione del 21,6 %, si trova a recuperare soldi dove può. Le prospettive economiche croate sono tutt’altro che confortanti, con un rating BBB- e un outlook negativo, il paese è ritenuto dagli investitori esteri precario, con un debito estero ragguardevole e un debito pubblico in aumento al 57.3% (nel 2008, prima della crisi, era al 29,3%) benché basso se paragonato, ad esempio, a quello italiano.

L’arcipelago è conosciuto nel mondo come paradiso naturale, già residenza estiva di Josip Broz Tito, leader comunista jugoslavo, ha una lunga tradizione nel turismo di lusso: avamposto militare asburgico fino al 1893, fu poi acquistato dal magnate viennese Paul Kupelwieser che creò un esclusivo complesso alberghiero. La tenuta comprendeva alberghi di prima classe, ristoranti, spiagge turistiche, un casinò, un porto per gli yacht e divenne un punto nevralgico della vita sociale dell’élite tedesca del Litorale austriaco di Gorizia, Trieste e soprattutto di Pola.

Le isole Brioni divennero così una prestigiosa mèta turistica per gli austriaci più facoltosi e furono visitate da membri della famiglia imperiale e da élites aristocratiche europee. Quando ebbe termine la grande guerra, le isole divennero parte dell’Italia che le lasciò in concessione a Karl Kupelwieser, erede del magnate austriaco, il quale tentò di mantenere lo splendore originale ma, quando, nel corso della crisi del 1929, la tenuta entrò in bancarotta, si suicidò. Così, nel 1930 le isole vennero acquistate dallo Stato Italiano. Dopo la Seconda guerra mondiale le isole passarono alla Jugoslavia e il maresciallo Tito ne fece una sua residenza privilegiata ospitando capi di Stato esteri e divi del cinema europeo e americano.

Il crollo della Jugoslavia ne segnò l’inevitabile declino e la trasformazione in riserva naturale. Oggi, nel declino economico di uno dei paesi sorti dalla dissoluzione jugoslava, le isole Brioni potrebbero tornare ai fasti del passato puntando su un turismo di lusso nient’affatto in crisi. I ricchi si dice che piangano talvolta, ma non è certo questa l’epoca che li dispera.

Fonti: Ansa, Wikipedia

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. Che vergogna, che tristezza infinita…..

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