SLOVACCHIA: Il filantropo e milionario Kiska eletto presidente

Il ballottaggio di sabato 29 marzo ha visto la forte affermazione del milionario magnate e filantropo Andrej Kiska come vincitore delle elezioni presidenziali in Slovacchia. Secondo i primi dati Kiska ha ottenuto il 59,4% dei voti, battendo il premier e leader socialista dello Smer, Robert Fico, attestatosi al 40,6%.  Dopo l’esperienza dei due mandati presidenziali del predecessore Gasparovic, in carica dal giugno 2004, Andrej Kiska diventa così il quarto presidente della Slovacchia dal 1993.

Il 16 marzo scorso, data del primo turno delle tornate elettorali, l’outsider Kiska ottiene un inatteso 24% delle preferenze complessivamente espresse (contro il 28% del competitore Robert Fico), provenienti soprattutto gli elettori stanchi della politica tradizionale e dei recenti scandali di corruzione.

Da imprenditore di gioielli a pluripremiato filantropo

Nato a Poprad  il 2 febbraio 1963, Andrej Kiska si laurea in Ingegneria microelettronica presso la Facoltà di  Bratislava. Dopo l’esperienza come progettista per l’azienda Naftoprojekt di Poprad e dopo una breve parentesi negli Stati Uniti, Kiska fonda la sua prima società di importazione e commercio all’ingrosso e al dettaglio di gioielli.

Dal 1996, inizia a dedicarsi alle società di credito al consumo: Tatracredit, Triangolo e poi Quatro, tutte amministrate e gestite insieme al fratello.

Nel 2005 VUB (Všeobecná Úverová Banka) ha acquistato le società per fonderle in una nuova impresa denominata Consumer Finance Holding, nella quale Andrej Kiska occupa il ruolo di membro del consiglio di amministrazione.

Precedente, nel 2005, Kiska fonda, insieme ad un amico, l’associazione senza scopo di lucro “Dobrý Anjel”. Questa organizzazione elargisce contributi finanziari mensili alle famiglie in difficoltà con bambini afflitti da gravi patologie. Nel 2006 e nel 2011 ottiene importanti riconoscimenti: il premio da parte della rivista “Trend” come “Manager dell’anno” e quello “l’ala di cristallo” per la filantropia.

Il voto non-politico e la prospettiva di cambiamenti

In questo caso, a decidere dell’elezione della più alta carica istituzionale, è stata sopratutto la preferenza degli elettori più giovani, di quelli meno politicizzati, e di coloro che sono impegnati nel terzo settore e nelle attività caritative dell’associazione Dobry Anjel che opera in Slovacchia ed in Repubblica Ceca per l’assistenza ai bambini disabili.

Kiska simboleggia l’insolito caso del capo eletto senza il supporto diretto di un movimento politico, senza l’endorsement dei boiardi di stato e dei grandi elettori e delle lobby nazionali, che alle volte sembrano indifferenti alle richieste popolari.Sia sul piano politico che sociale tale cambiamento indica nuove aspettative e previsioni in senso più libertario rispetto al premier e rivale politico Fico, nonché maggiore indipendenza dalle istituzioni.

Per questo motivo la vittoria permette a Kiska di sentirsi legittimato a farsi carico di una una chiara volontà di cambiamento volta tagliare i ponti con il passato e con i gruppi di potere che hanno influenzato le più recenti vicende della Slovacchia.

Una delle conseguenze di questa elezione si prospetta essere una scissione all’interno del partito di maggioranza Smer-SD poiché lo stesso Fico ha più volte sostenuto la volontà d ritirarsi a vita privata in caso di sconfitta. Resta quindi da vedere, se effettivamente l’attuale premier ancora in carica lascerà cadere nel dimenticatoio le dichiarazioni oppure prenda atto della sua sconfitta sul campo politico.

 

 

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Un commento

  1. Solo una domanda: ma a cosa si è ridotta la democrazia liberaloccidentale? Qui oramai assistiamo alal vittoria di magnati di ogni genere e tipologia (pur rispettabilissimi, s’intende). Va bene per le lobby, dove almeno ancora esiste una mediazione partitica o della società civile. Ma i paesi che oramai passano dal popolusmo diretto al “magnatismo” politico cominciano ad essere troppi – con buona pace di Tocqueville.

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