Zagorka

STORIA: Zagorka, la prima giornalista croata

Marija Jurić Zagorka nasce nel 1873 in un paesino della Croazia, all’epoca parte dell’Impero austro-ungarico, e muore nel 1957 a Zagabria. Zagorka è considerata una delle scrittrici croate più famose grazie al ciclo di romanzi “La Strega di Grič” (Grička Vještica), tradotto in più lingue e trasformato in film e serie televisive. Nonostante sia stata la prima donna ad affermarsi come giornalista politica in Croazia, Zagorka viene unicamente celebrata e ricordata come novellista.

Zagorka e l’indipendenza croata

Zagorka si trasferisce a Zagabria alla fine degli anni 90, dopo essere riuscita, con grande scandalo, a divorziare dal marito, un ungherese che la famiglia le aveva imposto di sposare. Nonostante l’uomo avesse provato a persuaderla della positività della magiarizzazione della Croazia, Zagorka è una ferma sostenitrice della causa indipendentista croata, di cui comincia presto a scrivere in numerose testate nazionali e in alcuni giornali dell’opposizione ungherese. In particolare, Zagorka entra nella redazione di Obzor, per il quale segue le relazioni tra Croazia e Ungheria, compresi i relativi lavori parlamentari.

Nello stesso periodo, si svolgono a Zagabria numerose manifestazioni indipendentiste, in seguito alla radicalizzazione delle politiche di omogeneizzazione magiara nelle periferie dell’Impero. Zagorka, oltre a promuovere le ragioni per l’indipendenza nei suoi articoli, partecipa attivamente alle proteste, organizzandone una di sole donne, in seguito alla quale verrà brevemente arrestata.

Scrittrice e femminista

Zagorka diventa così la prima giornalista e analista politica croata, nonché una delle poche in Europa. Il suo status di donna, tuttavia, le impedisce di firmarsi con il suo vero nome. Questo, insieme alle stigmatizzazioni che la accompagnano in quanto divorziata e per la vita fuori dagli schemi, contribuisce alla decisione di Zagorka di impegnarsi per il miglioramento dei diritti delle donne. La giornalista promuove attivamente l’uguaglianza tra i sessi, in particolare per quanto concerne i diritti sul lavoro e di voto, fondando il primo sindacato di donne lavoratrici della Croazia.

Sempre negli anni 90 viene pubblicato a puntate “La Strega di Grič”, un ciclo di romanzi ambientato durante la caccia alle streghe avvenuta in Croazia nel 1775. Le pubblicazioni ottengono un grande successo, anche grazie alla semplicità del linguaggio, che ne estende la fruibilità ad un grande numero di lettori. Nonostante sia spesso stato etichettato come un romanzo frivolo, ad una più attenta analisi la rappresentazione dei caratteri femminili risulta rivoluzionaria: le protagoniste sono donne coraggiose che si battono per il diritto alla giustizia e all’uguaglianza.

In ricordo di Zagorka

Nel periodo jugoslavo, quando finalmente il suo status di donna e giornalista avrebbe potuto non rappresentare più un problema, alcuni episodi spiacevoli, in particolare il suo essere stata rifiutata come membro della resistenza perché non abbastanza schierata politicamente, costringono Zagorka a rimanere, nuovamente, in disparte.

Come già in vita, anche il ricordo di Zagorka rimane controverso. La vicinanza alla causa indipendentista di fine 800 ha fatto si che la donna venisse associata ad un generico nazionalismo croato, tradendo la specificità del contesto storico in cui ha vissuto. Infine, la complessità delle sue opere, il cui significato più profondo può essere compreso solo attraverso un’attenta analisi, ha contribuito a relegare la scrittrice al ruolo di novellista, sminuendone così l’impegno politico e i meriti giornalistici.

Questo articolo è frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International Association. Le analisi dell’autrice sono pubblicate anche su PECOB, Università di Bologna

Chi è Silvia Trevisani

Nata nel nord-est italiano, vive e lavora tra Zagabria e Copenaghen. Possiede una laurea triennale in Studi Internazionali (Università di Trento) e una magistrale in Interdisciplinary research and studies on Eastern Europe (Università di Bologna). Appassionata di Balcani, interessata agli studi di genere e spaventata dai neofascismi, ne scrive per East Journal. Parla inglese, francese e, dopo una rakija, serbo-croato.

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