ROMANIA: Allarme morbillo, il numero più alto di casi in Europa

In Romania, i casi morbillo nel 2017 hanno subito un’impennata impressionante. Da gennaio 2016 a marzo 2017, infatti, si sono registrati ben 3799 contagi, il numero più alto in Europa. Nel 2015 i casi di contagio da morbillo erano stati solo sette, senza vittime. Quest’anno sono invece diciassette i morti a seguito di alcune complicazioni della malattia.

Attualmente le regioni più a rischio sembrano essere il distretto di Timis, con più di 530 casi riportati, e il Județ di Dolj con 175 casi e tre decessi. Sebbene la situazione sia piuttosto grave, secondo un rapporto stilato dal dottor Stefan Popescu, portavoce del Dipartimento di Sanità Pubblica di Dolj, sembra nel sud della Romania l’epidemia sia ora sotto controllo e i contagi si stiano riducendo in maniera esponenziale.

Una delle principali cause di questa silenziosa pandemia è proprio la sfiducia verso i vaccini, caratteristica comune a molti paesi europei, compresa l’Italia. Questo atteggiamento è una conseguenza della diffusione di bufale e allarmismi ormai senza controllo, dove i vaccini vengono appunto demonizzati e screditati. 

Purtroppo, il morbillo è attualmente una delle principali cause di morte infantile nel mondo: nel 2015, ben 134.200 bambini sono morti a causa di questa malattia infettiva. La malattia è altamente contagiosa e per colpa del calo dei vaccini. In paesi come Romania, Italia e Francia la soglia dei vaccinati in Europa è scesa nettamente sotto il 95%, percentuale raccomandata dall’OMS volta a tutelare l’immunità di gregge.

Zsuzsanna Jakab, direttore dell’ufficio regionale per l’Europa dell’OMS, ha espresso la sua evidente preoccupazione, raccomandando ai paesi endemici di cercare di fermare l’epidemia al più presto, prima che dilaghi in tutta Europa. “Dobbiamo restare uniti e cercare di non vanificare anni e anni di progressi medici e scientifici” ha aggiunto la Jakab.

La situazione in Romania è particolarmente delicata: alcune famiglie vivono in condizioni di povertà e non hanno accesso diretto alla sanità pubblica. Per molte persone, la religione viene considerata un vero e proprio punto di riferimento, anche al di sopra della scienza. Negli ultimi tempi, molte figure religiose, giocando proprio sulla loro importanza e influenza, si sono schierate fermamente contro i vaccini, inducendo i genitori a fidarsi sempre meno della scienza e della medicina. Persino alcuni personaggi televisivi, come la nota Olivia Steer, hanno iniziato la loro campagna personale, rifacendosi a vecchie bufale sulla correlazione tra vaccini e autismo, spaventando così i genitori. Una situazione, purtroppo, analoga a quella italiana.

L’esito di questa feroce propaganda anti-vaccinista è stato disastroso. Sebbene l’OMS raccomandi due dosi del vaccino, la prima entro il primo anno di età del bambino, il ministro della salute romeno Florian Bodog ha fatto notare che sebbene l’80% dei cittadini romeni riceva la prima dose, solo il 50% torna poi per la seconda iniezione. In questo modo, l’immunità di gregge diventa una chimera irraggiungibile. Il ministro ha poi ha ribadito l’importanza fondamentale dei vaccini, definendoli “l’unico modo per prevenire il contagio”.

Chi è Giulia Pracucci

Classe 1991, laureata in Mediazione Linguistica e Culturale con una tesi sulla carriera degli interpreti dei dittatori. Dopo aver passato un inverno in Lettonia e una primavera in Germania, si stabilisce a Budapest dove vive e lavora da quasi tre anni.

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