Un anno, sei mesi e ventidue giorni con sospensione condizionale. È questa la pena a cui è stato condannato Deniz Naki, calciatore curdo-alevita dell’Amedspor – squadra della capitale del Kurdistan turco – con l’accusa di propaganda terrorista. Un processo che torna a far parlare a cinque mesi dall’assoluzione di Naki dello scorso novembre dalle stesse accuse e in un momento delicatissimo per la Turchia, al voto al referendum costituzionale a cui lo stesso giocatore è stato comunque in grado di recarsi.
Deniz Naki, che attualmente si trova in libertà vigilata, sta disputando una buona stagione con l’Amedspor nella terza divisione del campionato turco (2.lig). In 28 partite, tra campionato e Coppa di Turchia, il giocatore (ex St. Pauli) ha messo a segno 16 gol. Il tutto nonostante il processo a suo carico e la particolare situazione dell’Amedspor, club di Diyarbakır, la capitale non ufficiale del Kurdistan turco.
Lo scorso anno l’Amedspor si era reso protagonista di una spettacolare cavalcata in Coppa, in cui i successi sul campo erano andati di pari passo con la repressione da parte delle autorità turche. Fu in quell’occasione che spuntarono le prime accuse di propaganda ideologica a carico di Deniz Naki, squalificato per dodici partite a causa di un tweet dedicato alle vittime del conflitto turco-curdo.
Il procuratore generale della corte di Diyarbakır aprì il processo sulla base di quel tweet e di altre frasi pubblicate da Deniz Naki tramite i propri profili social: critiche contro il coprifuoco imposto dal governo turco alla città di Cizre, omaggi a guerriglieri del PKK caduti nel conflitto e una foto in abito militare in occasione del Newroz, il capodanno curdo.
A novembre il processo si chiuse con il ritiro di ogni accusa alla fine di un processo durato 35 minuti. Non è andata così il 6 aprile, quando lo stesso giudice ha riaperto il dossier e ha condannato il ventisettenne giocatore dell’Amedspor a 18 mesi di reclusione. Naki ha annunciato la notizia attraverso la sua pagina Facebook: «Purtroppo è una decisione inaspettata. Abbiamo il diritto di contestare questo verdetto, i miei avvocati saranno in grado di farlo nel processo. Ringrazio umilmente il mio club Amed SK, il St.Pauli e i suoi sostenitori».
Deniz Naki ha voluto anche ricordare Şehmus Özer, capitano dell’Amedspor deceduto lo scorso dicembre in un incidente automobilistico. Il St. Pauli, suo vecchio club, ha voluto sottolineare il proprio sostegno al giocatore sventolando una bandiera con il volto di Naki e la scritta Venceremos Deniz!