CALCIO: Aleksej Sorokin, il numero due del calcio in Russia

La Russia, in vista dei Mondiali 2018, ha intenzione di mantenere un ruolo di prima importanza nel mondo del calcio. In quest’ottica la recente decisione dell’organo di vigilanza FIFA sull’ineleggibilità di Vitalij Mutko al Comitato della stessa costringe la federcalcio russa a correre ai ripari. La prossima tornata di elezioni per il Comitato si terrà a settembre e, per un singolo posto, sarà necessario per quel periodo aver trovato un sostituto credibile. Per ora tutti gli indizi rimandano ad Aleksej Sorokin, attuale CEO del comitato organizzatore locale dei Mondiali.

Sorokin, quarantacinque anni il 5 aprile, ha intrapreso la carriera dirigenziale nel mondo dello sport nel 2004, quando fu nominato vicepresidente del Comitato di Mosca per la salute fisica e lo sport. Chiusa questa esperienza nel 2008, ha ricoperto per due anni il ruolo Direttore Generale presso la federcalcio russa entrando così nel mondo del calcio russo, cosa che gli permetterà nel 2009 di essere nominato all’attuale ruolo di punta nell’organizzazione dei Mondiali.

Per ora la candidatura di Sorokin è stata presentata come un qualcosa di possibile, ma non sicuro. Certa è però la volontà della Russia di recuperare al più presto un posto nel Comitato e la candidatura di un uomo molto vicino a Mutko e agli altri ambienti dirigenziali sarebbe la soluzione più condivisa. Sorokin del resto si è dimostrato uno strenuo difensore dell’innocenza russa nel caso doping documentato dal Dossier McLaren. Inoltre ha sempre risposto sempre con forza alle critiche internazionali sui problemi di sicurezza che potrebbero sorgere durante la rassegna mondiale o a quelle sull’eventuale pilotaggio da parte di Sepp Blatter nell’assegnazione del Mondiale alla Russia. Tutte queste caratteristiche ne farebbero il candidato ideale per difendere gli interessi russi.

Allo stesso tempo però Sorokin si è reso protagonista di dichiarazioni controverse. Prima di tutte quelle legate al problema razzismo. Secondo Sorokin nel calcio russo non ci sarebbe un problema legato al razzismo e, in ogni caso, non sarebbe un problema unicamente legato al proprio paese. Per quanto l’ultima affermazione sia condivisibile, la seconda non potrebbe essere meno apprezzata dalla FIFA, da anni impegnata nella lotta al razzismo in particolare tramite spot legati alla Champions League. Negare infatti che vi sia un problema più o meno diffuso di razzismo nel calcio russo è alquanto azzardato, come dimostrano svariati report riguardanti gli scorsi massimi campionati russi e le testimonianze di giocatori come Roberto Carlos, Eto’o, Hulk e Yaya Touré. Tutti vittime di atti di razzismo durante partite in Russia.

Un’altra dichiarazione che potrebbe rendere meno semplice la candidatura di Sorokin al Consiglio FIFA è datata 2013, durante un’intervista lasciata a World Football Insider. In quell’occasione Sorokin difese le leggi introdotte in Russia in materia di “propaganda gay”. Le leggi vietano l’esposizione di simboli e cartelli riguardanti le comunità LGBT durante manifestazioni pubbliche. Sorokin avrebbe detto che la legge «è stata largamente fraintesa… è stata ideata contro la propaganda attiva per l’omosessualità, non contro l’omosessualità in sé e per sé. C’è una grossa differenza». Avrebbe poi aggiunto: «Vi piacerebbe una Coppa del Mondo in cui ci sono persone che corrono nude facendo vedere la propria omosessualità? La risponda è certamente ovvia», per poi continuare con: «Le Olimpiadi e la Coppa del Mondo non sono un palco per varie visioni del mondo… non per dei nazisti, non per altri punti di vista. Si deve trattare di calcio e di nient’altro».

Non sarà facile per la FIFA valutare l’eleggibilità o meno di Sorokin.

FOTO: FIFA.com

Chi è Mattia Moretti

Nato nel 1994 ad Alghero. Studente di Filosofia presso l'Università di Padova. Collabora con la Pagina Sportiva di East Journal e con il sito dedicato alla pallacanestro BasketUniverso.

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