MONTENEGRO: Presunto colpo di stato, due agenti russi e due deputati tra gli accusati

Foto: EurActiv.com

La procura speciale del Montenegro ha accusato 14 persone, tra cui due cittadini russi e due parlamentari dell’opposizione, di aver tentato un colpo di Stato e di avere avuto l’intenzione di uccidere l’ex premier Milo Đukanović per ostacolare l’ingresso del Paese nella Nato. L’accusa fa seguito agli arresti avvenuti all’indomani delle elezioni dello scorso ottobre, quando il caso del presunto complotto internazionale era venuto alla ribalta. La procura ha reso noto che i 14, di cui 9 cittadini serbi, tre montenegrini e due russi, sono accusati di “aver creato un’organizzazione criminale”. I russi, identificati come agenti dei servizi segreti militari, sono accusati anche di terrorismo. I due sono stati identificati come Eduard Shishmakov e Vladimir Popov, sono latitanti e verranno processati in contumacia. Tra gli accusati ci sono anche Andrija Mandić e Milan Knežević, due parlamentari del Fronte Democratico, il principale partito dell’opposizione, che hanno respinto tutte le accuse, bollandole come attacco politico.

Le prove

L’indagine è stata portata avanti dal procuratore capo speciale Milivoje Katnić. A conferma della delicatezza della questione, qualche settimana fa Katnić ha subito minacce di morte, a seguito delle sue dichiarazioni secondo le quali le autorità del Paese erano riuscite a raccogliere le prove del coinvolgimento di agenti dei servizi segreti russi, alcuni cittadini serbi ed esponenti politici locali nella pianificazione del rovesciamento del governo montenegrino tramite un colpo di stato.

Il quotidiano Pobjeda ha esaminato le trascrizioni dell’interrogatorio, durato 12 ore, del collaboratore di giustizia Aleksandar Sinđelić. Secondo le indiscrezioni del giornale, Sinđelić, ex soldato e nazionalista serbo, avrebbe affermato di essere a conoscenza degli spostamenti dei principali sospetti, i russi Shishmakov e Popov, che già a settembre erano a Mosca per ricevere istruzioni in merito.

Le accuse

Alla luce di queste indagini, la Casa BiancaDowning Street accusano Mosca di essere coinvolta nella cospirazione per assassinare l’ex primo ministro del Montenegro e nella diffusione di notizie false nei Balcani. Il primo ministro britannico Theresa May ha esortato gli alleati europei ad esercitare una resistenza più decisa a quella che definisce l’aggressione russa ed ha promesso di rafforzare l’assistenza di Londra nella regione. La Russia, dal canto suo, respinge nettamente ogni accusa.

Il botta e risposta tra l’Occidente e la Russia si lega a stretto giro alla ormai vicinissima adesione del Montenegro alla Nato, particolarmente invisa al Cremlino. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la ratifica per l’accesso del Montenegro alla Nato, protocollo approvato lo scorso 28 marzo dal Senato americano a larga maggioranza e con sostegno bipartisan. Il senatore John McCain, che ha visitato il paese la settimana scorsa, ha dichiarato che questo è un passo decisivo per contenere Vladimir Putin, che cerca di “estendere la sua influenza” nella regione non disdegnando tentativi di “realizzare un colpo di stato contro il governo democraticamente eletto del Montenegro“.

Il Montenegro sarà presto il 29° membro della NATO, a seguito dell’invito ufficiale fatto dal segretario Jens Stoltenberg. Il processo per l’ingresso si avvia a conclusione e segnerà il primo allargamento della Nato dal 2009, quando entrarono Albania e Croazia.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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