Un paesino quasi anonimo, 700 anime circondate da campi di grano, dalla riva del fiume Dunajec e da una grande fabbrica di materiali edili, che dà lavoro a buona parte degli abitanti della provincia. È qui però che è nato un miracolo del calcio polacco. Una “start-up” del pallone, un polo innovativo che ora punta a prendersi la Polonia. A Nieciecza infatti la squadra di casa non solo ha raggiunto il massimo campionato (l’Ekstraklasa), ma si trova addirittura in quinta posizione e le ambizioni guardano all’Europa. Il tutto nasce dalla visione dell’imprenditore locale Krzystof Witowski, proprietario della fabbrica cittadina di materiale edile, la Bruk-Bet.
La squadra ha fatto una scalata relativamente rapida dai dilettanti fino al massimo campionato. Tuttavia questa è avvenuta sempre con investimenti oculati e senza mai fare passi troppo lunghi. Quest’anno, dopo la prima stagione nella massima serie conclusa al tredicesimo posto, si è iniziato a fare sul serio: attualmente la squadra occupa il quinto posto in classifica.
Il Presidente del club è la moglie di Krzystof Witowski, Danuta. Non una semplice prestanome, ma vera e propria anima. È lei che si occupa di tutta l’amministrazione del club, che funge da riferimento al Direttore Sportivo e che conduce in prima persona le trattative e la gestione del budget. È la prima presidente donna ad un livello così alto, ma il suo approccio diretto e competente l’ha fatta diventare una delle persone più influenti del calcio polacco.
A fare grande il Nieciecza non sono stati gli investimenti sui giocatori. Il progetto di Witowski infatti guarda alla gestione dei top club europei, soprattutto in fatto di tecnologia, match analysis e ottimizzazione dei costi.
A guidare la squadra è stato chiamato Czesław Michniewicz, detto il Mourinho polacco per via della sua propensione alla tattica e al lavoro sul sistema difensivo: «Lavoriamo in modo diverso alle altre squadre del paese. In collaborazione con LongoMatch (forse il più famoso software di match analysis) ci siamo fatti fare un programma che soddisfi appieno i nostri bisogni. Filmiamo regolarmente gli allenamenti coi droni e i nostri collaboratori studiano i metodi della Premier League: vogliamo lavorare sulla tattica come i top team europei. Questo ci ha permesso di esser nelle prime posizioni senza avere un budget come le “grandi” di Polonia».
I frutti del buon lavoro sembrano ormai essere sbocciati nella piccola campagna polacca. Per via della sua posizione geografica infatti risultava difficile convincere un giocatore a spostarsi in quel lembo di terra circondato da campi: «Ora però la situazione sta cambiando – spiega Michniewicz – sempre più agenti vogliono portare i loro giocatori qui». I motivi sono facili da intuire. Il metodo di lavoro permette a molti giocatori di crescere tatticamente e inoltre gli stipendi arrivano sempre puntuali e come prestabilito, cosa non sempre scontata nel campionato polacco, sul quale ogni tanto si abbattono inchieste su fondi neri e corruzione.
Una concezione del calcio improntata sul futuro, che si beffa delle dimensioni. Spesso paragonati all’Hoffenheim, a differenza del club tedesco – che si trova in una regione ricchissima, densamente popolata e che ha accesso a fondi quasi illimitati – il Nieciecza, pur partendo da una buona base finanziaria, è riuscito a ottimizzare il tutto, puntando sull’innovazione.
L’ambiente familiare fa molto: «Siamo in pochi e questo aiuta – ha dichiarato Witowski – si crea un rapporto umano più forte e questo è molto importante per avere successo». Il piccolo paese conquisterà la Polonia e finirà in Europa? I segnali ci sono, ma la strada è lunga.
Foto: Bruk-Bet Nieciecza (Facebook)