KOSOVO: Nuove accuse per il premier Tachi, "450 persone eliminate su suo ordine"

“Solo nei sei mesi successivi alla fine della guerra, almeno 450 persone sono state eliminate. Questo deve essere oggetto di un’inchiesta” dichiara in un’intervista Nazim Bllaca. “Sono io stesso autore di uno di questi omicidi”. Bllaca è l’ennesima spina nel fianco del premier kosovaro Hashim Tachi, già sotto inchiesta a causa del rapporto Marty, approvato dal Consiglio d’Europa, che lo accusa di essere coinvolto in un traffico d’organi espantiati da prigionieri serbi. E Nazim Bllaca non è un testimone qualunque, l’uomo nel 2009 ammise pubblicamente di essere stato membro di una unità speciale incaricata di commettere omicidi politici per conto del Partito democratico del Kosovo (Pdk), l’attuale forza di governo, subito dopo la fine del conflitto contro la Serbia, nel giugno 1999. Oggi Bllaca vive sotto protezione, venti chilometri a sud di Pristina, con le truppe Eulex che gli stazionano davanti casa.

Hashim Tachi, oggi primo ministro di quello che rimane uno dei buchi neri d’Europa, fu uno dei leader del Uck, l’esercito di liberazione kosovaro, che finanziò la propria guerriglia controllando il traffico di droga, e che fece piazza pulita dell’opposizione interna rappresentata dalla Lega democratica del Kosovo (Ldk), il partito del “padre della patria” kosovara, Ibrahim Rugova, che cercava nell’opposizione non violenta alla Serbia la via dell’indipendenza. Ma la scarsa efficacia dei metodi pacifici e l’inizio delle persecuzioni serbe convinsero molti giovani a prendere le armi. Giovani senza scrupoli, divenuti criminali di guerra, come Rasmush Haradinaj e lo stesso Tachi. I membri del Ldk sono stati eliminati, questo dice Bllaca, anche fisicamente: “Assistevamo ai comizi politici il giorno e facevamo il nostro lavoro di notte” dice Bllaca, sottolineando di non aver “mai messo in dubbio i miei superiori poiché pensavo di servire il popolo”.

Oltre all’opposizione interna, e al nemico esterno serbo, l’Uck combattè contro i “collaborazionisti” con Belgrado ma a essere giudicati “spie” furono molto spesso i seguaci di Rugova. L’attuale leader del Ldk, che nel nuovo Kosovo “democratico” continua a fare opposizione, Adem Salihaj, afferma che si tratta di ipotesi “molto convincenti”, le quali “coincidono con quanto so sul crimine organizzato dopo la guerra”. La missione dell’Ue in Kosovo, Eulex, sta indagando sulle dichiarazioni di Bllaca.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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