SLOVENIA: Intervista a Klemen Slakonja, il comico che imita i potenti

Gli amanti dell’Europa orientale ricorderanno la celebre parodia di Vladimir Putin interpretata dal comico sloveno Klemen Slakonja. Il suo video Putin, Putout ha collezionato circa 8 milioni di visualizzazioni su Youtube, scatenando polemiche ma facendo anche ridere (e pensare) molti europei, non solo dell’est.

Il progetto portato avanti dall’attore sloveno #TheMockingBirdMan è nato qualche anno fa con l’intenzione di imitare personaggi di vario genere. Anche se l’imitazione che ha aperto la strada verso un pubblico internazionale è stata quella di Slavoj Žižek, a renderlo davvero famoso è stata la sua interpretazione del presidente russo, ma Putin non è l’unico personaggio preso di mira dalla satira da Slakonja che qualche mese fa ha scelto un nuovo protagonista: Donald Trump, cui ha dedicato il video Golden Dump (The Trump Hump)

Nell’intervista che ha rilasciato a East Journal, parla del suo progetto, #TheMockingBirdMan, dei personaggi che interpreta e del suo rapporto con la satira.

Il progetto Mocking Bird Man è nato dopo che il video con la tua imitazione di Zizek, ma come e perché hai deciso di iniziare con la parodia di Putin?

Ho fatto un sacco di imitazioni, per lo più di celebrità slovene per diversi show televisivi. Tutti finivano sul mio canale YouTube e lentamente le visualizzazioni hanno iniziato a crescere. Ma quando ho iniziato a fare video in inglese ho visto che le visualizzazioni provenivano da tutto il mondo e ho realizzato che potessero avere un buon potenziale. È così che è nato #TheMockingbirdMan: volevo cominciare con una serie di video, iniziando dalle pop-star come Justin Timberlake, Bruno Mars, Pharrell, per  poi continuare con Obama, Merkel e finire con Putin. Ma non ero riuscito a trovare finanziatori. Così, dopo un anno e mezzo, ho deciso comunque di passare all’azione coprendo da solo i costi di produzione del primo video e sperando che mi avrebbe aiutato ad avere qualche sponsor per i successivi. Il video di Putin mi sembrava il più completo e in quel periodo, il migliore con cui cominciare. È una figura potentissima, c’era un sacco di materiale su cui lavorare, e avevo l’ispirazione necessaria. Ora che entrambi i video di Putin e Trump sono usciti, dubito di poter imitare delle pop-star. Penso di dover finire con i politici prima, e la loro lista sta diventando sempre più lunga.

Nell’Europa dell’est la gente è impazzita per il video su Putin, benché ci sono stati anche commenti negativi, in ogni caso questa parte del mondo è stata molto più attenta al tuo lavoro rispetto alle altre. Potrebbe essere questa una delle ragioni per cui hai scelto Putin?

Non si possono mai prevedere le reazioni a questo genere di video. Io volevo che Putin Putout diventasse globale, e ha raggiunto un milione di visualizzazioni in due giorni solo dalla Russia e dall’Ucraina. Nonostante fosse stato concepito per il mio canale YouTube, è stato candidato per le preselezioni all’Eurovision e il pubblico ha erroneamente pensato che la canzone avrebbe rappresentato la Slovenia nella competizione, così si sono scatenate diverse reazioni che hanno contribuito al successo del video. Quello su Trump, invece, ha collezionato appena 20.000 visualizzazioni in due mesi dagli Stati Uniti, nonostante io abbia provato a renderlo il più possibile appetibile al pubblico americano.

Putin è una figura ben conosciuta in Est Europa, e anche in occidente in generale. Avevi un sacco di materiale su cui lavorare. Trump invece, nel suo ruolo politico, è un personaggio recente. Come hai deciso di affrontarlo? 

Quando ha annunciato che si sarebbe candidato come presidente, dicendo tutto quello che ha detto e continuando così durante tutta la campagna elettorale, ho avuto l’ispirazione. Il problema con Trump è che ogni giorno garantisce materiale comico su cui lavorare quindi è difficile riuscire ad inserire tutto in unico video musicale. E quando il video è uscito c’era già nuovo materiale su cui lavorare.

Quali sono le caratteristiche principali per cui scegli un personaggio?

Scelgo i personaggi in base all’ispirazione. Sicuramente devono essere famosi. Quando ho l’ispirazione necessaria, immediatamente sento una melodia nella mia testa e inizio a immaginare il video, scrivo tutto quello che mi viene in mente e alla fine ho una canzone e l’idea per il video. Ovviamente il risultato finale non sarebbe possibile senza la mia meravigliosa squadra, specialmente il regista Miha Knific e il produttore musicale Petar Bajan.

Trump e Putin secondo te hanno caratteristiche simili? 

Penso che siano molto differenti. Anche per questo lo stile dei video e delle canzoni era diverso. In Putin, Putout abbiamo cercato di catturare il suo essere misterioso e la sua “anima” slava, mentre invece con Trump abbiamo sfruttato la sua aria da Fast Food.

Hai finanziato Putin, Putout da solo, per Golden Dump hai usato una campagna di crowd-funding. Come è andata?

Non potevo finanziare un intero nuovo video da solo, quindi non avendo ancora trovato nessuno sponsor ho deciso di provare il crowd-funding. Abbiamo raggiunto il 311% dell’obiettivo iniziale, che era molto basso, a causa del sistema di finanziamento tutto-niente, quindi alla fine non era ancora abbastanza, e ho dovuto finanziare il resto di nuovo. Ma grazie al crowd-funding  ho degli sponsor che spero continueranno a supportarmi in futuro. In ogni caso nuovi sponsor o chiunque voglia appoggiare il mio progetto è il benvenuto.

Quali sono, secondo te, le condizioni della satira in Europa orientale?

Sono molto occupato con il lavoro, e non ho una visione completa della cosa. Credo comunque che le persone dovrebbero avere il diritto di fare satira. Ma c’è sempre una linea sottilissima tra farla ed offendere le persone. Con così tante culture la linea non è sempre nello stesso posto. Penso che i miei video non siano offensivi, ma per alcuni ho superato questa linea. Altri invece li hanno trovati troppo morbidi. Siamo diversi e ritengo che noi che facciamo questo genere di cose dobbiamo tenerlo presente quando lavoriamo.

Hai detto che l’obiettivo principale del tuo lavoro è far ridere le persone, quindi le tue imitazioni non sono critiche?

Il mio obiettivo non è deridere le persone ma solo imitarle. Voglio imitare persone famose enfatizzando le loro caratteristiche e le cose che dicono e fanno, così da informare il pubblico con video comici e musicali. Cerco di stare nel mezzo tra satira e comicità pura, ma questo può essere molto difficile a volte. Vorrei che le mie imitazioni fossero degli specchi. E non sempre ci piace tutto quello che vediamo negli specchi.

Hai qualche idea sui prossimi personaggi da interpretare?

Merkel, Erdogan e Kim Jong Hun mi ispirano al momento. Ma vedremo cosa succederà.

 

Chi è Giulia Stefano

Nata a Roma nel 1990, dopo una triennale in Relazioni Internazionali all'Università di Roma Tre con una tesi in Storia dell'Europa centro- orientale, si è iscritta al MIREES (Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe) presso l'Università di Bologna. Parla inglese, tedesco e sta studiando russo. Da giugno 2016 collabora con East Journal. Gli articoli di analisi scritti per East Journal sono co-pubblicati anche da PECOB, Università di Bologna.

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