RUSSIA: San Pietroburgo in rivolta contro il ponte intitolato a Kadyrov

Il 25 maggio la commissione toponomastica della città di San Pietroburgo ha deciso di intitolare un ponte recentemente costruito sul fiume Neva ad Akhmad Kadyrov, padre di Ramzan, attuale presidente della Repubblica Cecena. La decisione ha però finito per scatenare una grande contestazione, con migliaia di cittadini che si sono rivoltati contro l’omaggio all’ex leader ceceno.

Come il figlio, anche Akhmad Kadyrov è stato un personaggio a dir poco controverso. Dedicatosi fin da giovane allo studio dell’Islam, all’inizio degli anni Novanta, in seguito alla dichiarazione d’indipendenza della Repubblica Cecena d’Ichkeria, si è schierato dalla parte dei separatisti guidati da Dzokhar Dudaev. Kadyrov ha svolto un ruolo chiave nel corso della Prima guerra cecena, venendo nominato Gran Mufti nel 1995 e proclamando in seguito la jihad contro gli “invasori russi”. Con lo scoppio della Seconda guerra cecena però, Kadyrov a sorpresa ha deciso di abbandonare le fila degli indipendentisti per passare dalla parte del Cremlino, in quanto secondo lui la guerra aveva ormai perso il suo carattere nazionalista e si era trasformata in un conflitto puramente religioso.

Nel 2000 Kadyrov è stato nominato da Putin capo della nuova amministrazione provvisoria della Cecenia, per poi essere eletto presidente della neonata Repubblica Cecena nel 2003. Negli anni in cui ha governato il paese, Kadyrov si è circondato di diverse figure provenienti dalle fila dei separatisti ceceni, dando vita a una vera e propria milizia personale i cui membri, conosciuti come kadirovtsy, sono stati spesso collegati direttamente o indirettamente a omicidi, minacce e violenze ai danni della popolazione cecena. Dopo essere riuscito a scampare a un primo attentato, Kadyrov è stato ucciso il 9 maggio 2004 da un attacco esplosivo all’interno dello stadio di Groznyi, nel corso delle celebrazioni della Giornata della Vittoria.

Per essere stato uno dei leader dei separatisti ceceni, con i quali Mosca ha combattuto due lunghe e sanguinose guerre a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, Akhmat Kadyrov non è molto ben visto al di fuori dei confini della Cecenia, un po’ come il figlio Ramzan, leader indiscusso in patria ma mal sopportato nel resto della Federazione. Oltre a non essere amato dai russi, Kadyrov non ha mai avuto niente a che fare con la città di San Pietroburgo, dettaglio che ha reso ancora più inspiegabile la decisione di dedicargli un ponte in una città dove scrittori e poeti locali come Sergei Dovlatov, Joseph Brodsky e Vladimir Nabokov non hanno nemmeno una via che porti il loro nome.

Per protestare contro la scelta della commissione locale, migliaia di russi sono scesi a manifestare per le vie del centro cittadino, dando vita a uno dei più grandi movimenti di protesta che San Pietroburgo abbia visto negli ultimi anni. Per convincere il governatore regionale Georgy Poltavchenko a impedire che il ponte sulla Neva porti il nome dell’ex leader ceceno, i manifestanti hanno lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org; petizione in poco tempo è riuscita a raggiungere 90 mila firme. Tra i firmatari vi sono stati numerosi intellettuali, scrittori e artisti, tra i quali il regista Aleksandr Sokurov, vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia del 2011, il quale in una lettera inviata allo stesso governatore ha affermato che “i cittadini di San Pietroburgo si sentiranno oltraggiati nell’avere un riferimento a questa ignobile famiglia”.

A sostegno dei manifestanti si è attivato anche il partito d’opposizione Yabloko, che gode di un discreto seguito a San Pietroburgo, il quale ha proposto addirittura di indire un referendum per risolvere la questione. Per l’occasione i membri di Yabloko hanno voluto ricordare il caso dell’omicidio di Boris Nemtsov, politico assassinato nel febbraio 2015 nei pressi del Cremlino per mano di sicari ceceni inviati – secondo l’opposizione russa – dallo stesso Ramzan Kadyrov, figlio di Akhmad. Per Boris Vishnevsky, membro di Yabloko, San Pietroburgo potrà intitolare un ponte a Kadyrov solo quando Mosca o Groznyi non avranno fatto altrettanto con Nemtsov. Tra gli attivisti locali c’è stato anche chi ha provato a proporre nuovi nomi a cui intitolare il ponte sulla Neva, tra i quali è emerso su tutti quello della poetessa Anna Akhmatova, nata in Ucraina ma vissuta a San Pietroburgo.

Nonostante le autorità locali non sembrano essere intenzionate a cambiare idea sulla questione, i cittadini di San Pietroburgo sono convinti di poter vincere questa battaglia, così come hanno già fatto in passato, quando nel 2012 i pietroburghesi hanno costretto il colosso Gazprom a rivedere il progetto di un imponente grattacielo da costruirsi nel centro cittadino.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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