OSSEZIA DEL SUD: Il referendum per l’annessione alla Russia è rimandato al 2017

I vertici dell’autoproclamata repubblica dell’Ossezia del Sud hanno recentemente annunciato che l’atteso – quanto discusso – referendum per l’annessione della regione alla Russia si dovrebbe tenere non prima del 2017, in seguito alle elezioni presidenziali.

L’annuncio è stato diffuso dal presidente de facto Leonid Tibilov e dal presidente del parlamento locale Anatoliy Bibilov, i quali nel corso di una dichiarazione congiunta hanno affermato di voler chiamare entro il prossimo anno i cittadini sud-osseti alle urne per esprimersi sulla possibilità di fare entrare il paese all’interno della Federazione Russa.

Guidati dagli interessi a lungo termine della popolazione sud-osseta, e cercando di garantire la stabilità socio-politica della Repubblica dell’Ossezia del Sud, stiamo rilasciando una dichiarazione congiunta a sostegno dell’opportunità di tenere un referendum sulla questione dell’annessione dell’Ossezia del Sud alla Federazione Russa nel 2017

La data del referendum è stata quindi posticipata rispetto a quanto stabilito in seguito all’incontro dello scorso aprile tra Leonid Tibilov e Putin, nel corso del quale il presidente de facto sud-osseto ha affrontato proprio il tema del referendum e di una possibile annessione della regione alla Russia. Nel corso del colloquio Mosca ha convenuto che la questione è da considerarsi interna all’Ossezia del Sud, e che Tskhinvali in questo caso è padrona del proprio destino. In seguito all’incontro il presidente de facto Tibilov ha quindi annunciato di voler organizzare il referendum entro un paio di mesi, salvo poi essere costretto a rimandare la data per mancanza di tempo e per i dubbi legati alla formulazione del quesito referendario.

Il dibattito relativo alla domanda da porre ai cittadini sud-osseti alle urne è infatti un punto che da tempo divide i vertici del paese, con il presidente Tibilov e il primo ministro Bibilov sintonizzati su due frequenze differenti. Tibilov, che in principio è stato un sostenitore dell’importanza di preservare la formale indipendenza della regione, si è poi convinto dell’idea di fare entrare Tskhinvali all’interno della Federazione Russa, ma come soggetto separato. Per Tibilov il referendum dovrebbe chiedere ai cittadini sud-osseti l’autorizzazione a cambiare la Costituzione, in particolare l’art.10, in modo da conferire al Presidente sud-osseto il diritto di appellarsi all’omologo russo per richiedere l’annessione. Bibilov invece è sempre stato un accanito sostenitore dell’annessione della regione a Mosca e della sua fusione con l’Ossezia del Nord; per questo secondo il primo ministro sud-osseto l’unica domanda da porre ai cittadini dovrebbe chiedere se l’Ossezia del Sud debba diventare o meno parte integrante della Russia.

Il Cremlino, che fino a questo momento aveva sempre cercato di evitare l’argomento, sembra ora avere preso atto della volontà di Tskhinvali, trovandosi però combattuto sulle modalità di annessione: da una parte la proposta di Bibilov conferirebbe una maggiore credibilità al referendum, ma dall’altra la soluzione di Tibilov consentirebbe a Mosca di temporeggiare, prendendo tempo per valutare la situazione, evitando così le conseguenze politiche che potrebbero derivare da un’annessione diretta.

L’Ossezia del Sud si è autoproclamata indipendente dalla Georgia all’inizio degli anni novanta, in seguito ad una guerra durata un anno e mezzo che ha portato le forze separatiste a prendere il controllo dei due terzi della regione. Nel 2008, in seguito alla guerra russo-georgiana, oltre a impossessarsi delle aree ancora controllate da Tbilisi, l’Ossezia del Sud è riuscita a ottenere insieme all’Abkhazia il riconoscimento di Mosca, stringendo da allora legami sempre più stretti con il Cremlino, come testimoniano gli accordi sull’alleanza e l’integrazione che i due paesi hanno firmato lo scorso anno.

Foto: RFE/RL

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

Leggi anche

Strasburgo riconosce il “controllo effettivo” russo su Abcasia e Ossezia del Sud

Il 21 gennaio, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riconosciuto la responsabilità russa sulle violazioni compiute ai danni di cittadini georgiani nelle settimane successive alla fine della “Guerra dei Cinque Giorni” dell’agosto 2008. Nella sentenza, il tribunale di Strasburgo ha parlato di “controllo effettivo” russo sull’Abcasia e l’Ossezia del Sud, un passaggio che ha già sollevato una grande eco mediatica in Georgia...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com