Papa Francesco e Lukashenko al Vaticano il 20 maggio 2016

BIELORUSSIA: Lukashenko torna in Europa, passando dal Vaticano

E’di recentissima attualità la visita in Italia di Aleksandar Lukashenko, deus ex machina della politica bielorussa, accolto da Sergio Mattarella e da Papa Francesco. Assente più o meno giustificato Matteo Renzi, che per non sconvolgere né scontentare nessuno a Bruxelles, ha risolto l’empasse con un’assenza che ha fatto rumore.

Da ventuno anni il “Bat’ka” (padre) non manca di monopolizzare la scena politica di Minsk, portando la Bielorussia in una continua ambiguità politica, che attualmente rischia di lasciare il paese nel più completo isolamento. Se infatti da un lato, il recente raffreddamento dei rapporti con Putin e l’aggressività politica del Cremlino, rievocano un passato di subordinazione e di mancanza di sovranità, dall’ altro il paese non appare pronto al grande salto verso una possibile europeizzazione dato l’ingente numero di violazioni dei diritti umani e la palese mancanza di elezioni legali e democratiche che fanno di Lukashenko l’ultimo dittatore d’Europa. Ad imbrogliare una matassa già di per sé problematica ci ha pensato lo stesso presidente apostrofando Putin come “figura autoritaria” e proclamando il massimo supporto a Poroshenko e al governo ucraino nella recente guerra di Crimea.

La Bielorussia recita un ruolo di prim’ordine nello scacchiere della crisi Ucraina, avendo Minsk ospitato nel febbraio del 2015 un importantissimo vertice al quale hanno partecipato il presidente francese Francois Hollande, il presidente russo Vladimir Putin, la sua controparte ucraina Petro Poroshenko ed anche Angela Merkel. Il tutto sotto la stretta supervisione dell’Organizzazione Europea per la Sicurezza e la Cooperazione (OSCE). Il summit ha risposto al preciso intento di risolvere il mancato cessate il fuoco del gennaio 2015, predisponendo un nuovo piano di fine delle ostilità immediato con precise disposizione sulla sicurezza degli ostaggi e della popolazione dell’area di Donbass. L’attuazione del piano “Minsk II” ha suscitato tuttavia forti critiche soprattutto dalla politica statunitense. L’ufficiale della commissione per la difesa americana Michael Carpenter ha documentato come, dall’inizio degli accordi, ben 430 soldati ucraini abbiano perso la vita e come la Russia stia continuando ad introdurre armamenti pesanti nell’area di Donbass.

Ma quali sono le attuali intenzioni di Lukashenko? Una possibile risposta arriva non solo dalla recente visita in Italia ma anche dall’annullamento della maggior parte delle sanzioni comminate dall‘Unione Europea per le reiterate violazioni dei diritti umani, che consentono ora al Bat’ka di muoversi liberamente e al ritorno di una certa libertà di manovra per le aziende bielorusse. Unico paletto rimasto, il commercio di armi. Non è un mistero di come la Bielorussia stia cercando nuovi investimenti data l’arretratezza industriale del paese e di come Lukashenko stia cercando di ripulire la sua immagine all’estero. Una macchia enorme arriva dal fatto che la Bielorussia sia l’unica nazione in Europa ad applicare ancora la pena di morte. Di recente nella città di Homel è stata comminata tale sanzione ad un condannato in primo grado per duplice omicidio e stupro, che va così ad aggiungere alle altre tre condanne a morte in attesa di esecuzione.

Dal canto suo il Vaticano, nonostante le evidenti lacune dal punto di vista umanitario, ha accettato di incontrare Lukashenko considerando questa occasione come un ulteriore avvicinamento al mondo ortodosso simboleggiato dal famoso abbraccio all’Avana con il “patriarca di tutta la Russia” Kiril e considerando anche le istanze della comunità cattolica presente nel paese. La recente visita di dieci sacerdoti del patriarcato russo al Vaticano apre una stagione di future sinergie culturali tra i due episcopati.

Dal punto di vista economico la Bielorussia è stato colpita dal calo del prezzo del petrolio e dall’attuale crisi della regione che vede proprio i due paesi legati a doppio filo alla sua economia disputare e mettere in crisi la cooperazione economica. Non a caso il governo bielorusso ha recentemente aperto ad uno scenario di partnership economica con la Cina con la creazione di un parco commerciale sino-bielorusso chiamato “Great Stone” rivolto alle nuove tecnologie. Per rilanciare invece la cooperazione con l’Italia è stato organizzato un incontro della commissione mista per la cooperazione italo-bielorussa con la supervisione del sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova.

Nuovi sviluppi sono attesi, il Bat’ka è tornato, stavolta usando la porta sul retro che dà su Piazza San Pietro.

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