CALCIO: Rostov, il Leicester sul Don passato dallo sciopero alla lotta per il titolo

In questi mesi il Leicester di Claudio Ranieri ha monopolizzato l’attenzione del calcio europeo riuscendo a portare alla vittoria della Premier League una squadra originariamente plasmata per una salvezza tranquilla. Un’impresa unica nel suo genere, o forse no? Infatti, nella Prem’er-Liga, la massima divisione del campionato russo di calcio, il Rostov del turkmeno Kurban Berdyev sta vivendo un autentico sogno.

Fondati nel 1930 a Rostov sul Don, città di poco più di un milione di abitanti situata nella parte di Russia vicina all’Europa, vengono soprannominati in patria come Selmashi, termine russo il cui significato varia da “montanari” a “campagnoli”, con una sottile nota non del tutto vezzeggiativa. Il Rostov non ha mai fatto parte dell’élite del calcio sovietico ieri e russo oggi. Infatti, dall’istituzione dell’attuale campionato di prima divisione nel 1991, la società sul Don ha quasi sempre ricoperto la seconda metà della classifica, subendo due retrocessioni con immediata risalita. Il periodo di massimo splendore per i Selmashi è stato sicuramente il biennio tra il 1998 ed il 1999, nel quale riuscirono a conquistare ordinatamente un sesto ed un settimo posto. Era una competizione, quella dei suoi primi dieci anni di vita, monopolizzata dal grandioso Spartak Mosca di Oleg Romancev, con la breve parentesi Georgij Jarcev nel 1996, in grado di trionfare in nove delle prime dieci edizioni.

Il vento sembrava cambiato durante la stagione 2013/14, nella quale il Rostov terminò la Prem’er-Liga nuovamente al sesto posto, trionfando per la prima volta nella Kubok Rossii, la coppa di lega russa, superando il Krasnodar ai calci di rigore. Nel campionato successivo (lo scorso, per intenderci) i “campagnoli” riuscirono a salvarsi solamente al termine dello spareggio di giugno contro il Tosno. Il tutto dopo essersi classificati al quartultimo posto, a 38 punti dallo Zenit campione di Russia.

E quest’anno? La stagione non era sicuramente iniziata con il piede visto il debito societario di 4 milioni di euro, a causa del quale non venivano pagati gli stipendi. Secondo la stampa, l’allenatore Kurban Berdyev avrebbe lanciato una sorta di ultimatum alla società schierando in Kubok Rossii la squadra giovanile e avvisando la dirigenza della possibilità che i suoi giocatori decidessero di scioperare. Questo gesto è stato definito da Dmitrij Kiričenko, braccio destro dell’allenatore, come un «messaggio alla società». Problemi economici che le hanno fatto subire anche un blocco sul mercato nel mese di febbraio, riuscendo però a trovare un accordo di sponsorizzazione con la compagnia agricola Agrokom Group.

La situazione di crisi societaria sembra sul punto di risolversi, ma non ha fatto altro che cementare il gruppo e permettere ai ragazzi di mister Berdyev di conquistare la momentanea vetta della classifica anche grazie al successo di marzo all’Olimp-2 contro il più quotato CSKA Mosca (2-0), nel quale è andato a segno l’iraniano Sardar Azmoun, capocannoniere della squadra autore di 9 goal in 23 presenze. Simbolo della rosa, nonché capitano, è il moldavo Alexandru Gațcan. Nato nella capitale Chișinău, il centrocampista classe ’84 arrivò nel 2008 e ha fin qui collezionato 219 presenze con il Rostov, impreziosite da 17 reti e 21 assist.

Nella sua storia il Rostov non ha mai avuto giocatori di grande caratura internazionale. L’unico esempio potrebbe essere quello di Viktor Ponedel’nik, autore del goal vittoria nella finale degli Europei del 1960 in Francia, grazie al quale l’Unione Sovietica si impose ai supplementari contro la Jugoslavia al Parco dei Principi di Parigi. In vista delle sfide di qualificazione a Euro 2016 contro Lituania e  Francia, non è stato convocato alcun giocatore dei Selmashi dal CT Leonid Slutsky, non a caso allenatore anche del CSKA. «Può essere che non ci siano grandi stelle nella nostra squadra», ha dichiarato il centrocampista Aleksandr Erochin in un’intervista all’agenzia Reuters, «una buona miscela di gioventù ed esperienza ci sta dando grandi risultati e continuando a giocare ogni sfida come se fosse l’ultima stiamo riuscendo costantemente a raccogliere punti».

Una squadra multietnica, composta specificamente da quindici russi, due iraniani, un gabonese, un angolano, un maliano, un ecuadoriano, un finlandese, un georgiano, uno spagnolo, un moldavo, un bielorusso e un sudcoreano. Il tutto sotto la guida di una vecchia volpe come Kurban Berdyev, al timone del Rubin Kazan’ dal 2001 al 2013, anni in cui raccolse due titoli di Prem’er-Liga nel biennio 2008/09 e una grande esperienza in Champions League nella stagione 2009/10, nella quale riuscì a espugnare il Camp Nou del Barcellona di Pep Guardiola con una rete del centrocampista turco Gökdeniz Karadeniz. Centrocampista non veloce, ma dotato di grande tecnica e visione, Berdyev giocò nella sua carriera anche in due squadre di Rostov. Devoto musulmano, è noto per l’abitudine di portare in panchina con sé i grani del Tawhid, il rosario musulmano, e di compiere regolarmente il pellegrinaggio a La Mecca.

Attualmente il Rostov, soprannominato dalla stampa anglosassone come Leicester-on-Don, si trova al secondo posto a due punti dalla capolista CSKA Mosca. La prossima giornata, l’ultima del campionato, vedrà i Selmashi impegnati contro i ceceni del Terek Grozny all’Akhmat Arena, mentre i moscoviti se la vedranno alla Kazan’ Arena contro il Rubin. Riusciranno i tartari a fare un regalo al loro storico ex allenatore, regalando così al Rostov la possibilità di vivere un sogno? Indipendentemente da tutto, un risultato è certo: il Rostov ha conquistato matematicamente la possibilità di partecipare alla prossima edizione della Champions League attraverso i preliminari. Per la prima volta nella sua storia più che ottuagenaria.

Foto: Sputnik

Chi è Matteo Calautti

Studente genovese di Scienze Internazionali e Diplomatiche, nonché "minor" di pallacanestro. Appassionato di sport in ogni sua forma e colore. Esterofilo e curioso osservatore di politica e attualità. Tra le altre, collabora anche con Londra Italia, con la rivista di Ingegneria di Genova, con la trasmissione televisiva Dilettantissimo e con Io Gioco Pulito, l'inserto sportivo de Il Fatto Quotidiano. Infine, ha fondato anche Liguria a Spicchi ed Il Calcio Portoghese, portali web dedicati rispettivamente alla pallacanestro ligure ed al calcio in Portogallo.

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