La Lettonia ha un nuovo governo, guidato da Māris Kučinskis

Da RIGA A oltre due mesi dalle dimissioni di Laimdota Straujuma (Vienotība), la Saeima ha votato la fiducia (con 60 voti sui 100 disponibili in parlamento, e 32 contrari) al nuovo governo lettone formato da Māris Kučinskis (ZZS).

Viene confermata la coalizione di centrodestra che ha guidato il paese negli ultimi anni, ma ZZS, il partito dei verdi e contadini, in questo nuovo esecutivo diventa il partito di riferimento e con maggiore influenza. E’ il secondo esecutivo della storia della Repubblica lettone ad essere guidato da un esponente di ZZS, il partito che è legato ad uno degli oligarchi più discussi del paese, Aivars Lembergs, sindaco di Ventspils.

Nel nuovo governo viene decisamente ridimensionata la presenza e l’influenza di Vienotība, che aveva guidato il paese dal 2009 prima con Valdis Dombrovskis (adesso vice presidente della Commissione Europea) e successivamente con Laimdota Straujuma. Il declino nei sondaggi di Vienotība e la sua incapacità, a causa dei dissidi interni, nel presentare una candidatura valida per la nuova guida dell’esecutivo, hanno spinto il capo dello stato Vējonis a dare l’incarico al candidato presentato da ZZS.

Quello che ha avuto la fiducia della Saeima oggi è il diciottesimo governo formato nei 26 anni dal ripristino dell’indipendenza della Lettonia, e Kučinskis è il dodicesimo premier dal 1991.

Chi è Māris Kučinskis, il nuovo premier della Lettonia

Māris Kučinskis è nato il 28 novembre 1961 a Valmiera. Laureato in Economia alla Latvijas Valsts universitāte. La sua carriera politica è iniziata nel 1994, quando è stato eletto nel consiglio comunale di Valmiera. Nel 1998 è entrato in Tautas Partija, un partito conservatore fondato proprio quell’anno dall’imprenditore Andris Šķēle. Si è presentato alle elezioni politiche per la settima legislatura, ma non è stato eletto. E’ comunque poi entrato in Saeima in sostituzione di un collega di partito che ha rinunciato al seggio.

Dal 1998 al 2000 è anche vice sindaco di Valmiera, assumendo però di fatto il ruolo di sindaco della città. Si è presentato poi alle elezioni per l’ottava legislatura, nel 2002, sempre senza risultare eletto. Anche in questa legislatura ha trovato poi posto in parlamento, per sostituire Andris Šķēle. E’ poi diventato ministro per gli affari regionali nel 2004 con il governo guidato da Aigars Kalvītis, mantenendo l’incarico fino al 2006.

Nel 2006 è stato eletto in parlamento nella nona legislatura, durante la quale ha coperto anche il ruolo di capogruppo di Tautas Partija. Nel 2010 è stato eletto nella decima legislatura fra le fila di Par Labu Latviju, una nuova formazione politica in cui era confluita anche Tautas Partija, che però ha vissuto per una sola legislatura, che è stata interrotta anzitempo dal presidente lettone Valdis Zatlers per conflitti fra parlamento e magistratura in ordine alle indagini su alcuni oligarchi.

Nell’11° legislatura (2011)  si è presentato alle elezioni fra le fila di ZZS, il partito dei verdi e agricoltori (in realtà come membro di uno dei partiti che compongono ZZS, “Liepājas partija”) senza essere eletto. E’ riuscito però ad entrare in parlamento nel 2014 al posto di Iveta Grigule, eletta al parlamento europeo. Nelle politiche del 2014 è stato eletto nelle liste di ZZS, sempre in rappresentanza di “Liepājas partija”. Dopo l’elezione ha deciso di lasciare “Liepājas partija” per diventare a tutti gli effetti membro di ZZS.

La composizione del nuovo governo.

14 ministri (due donne e dodici uomini), 6 ZZS, 5 Vienotība, 3 NA. Tre nuovi ingressi rispetto al governo precedente.

Il nuovo governo conferma molti ministri del precedente esecutivo, anche se gli equilibri interni all’esecutivo si spostano decisamente verso ZZS, che oltre al primo ministro ottiene anche il ministero chiave delle finanze, dove si siede l’ex ministro dell’economia Dana Reizniece-Ozola, ritenuta da molti il vero astro nascente del partito.

ZZS mantiene poi il ministero dell’agricoltura con Jānis Duklāvs, il ministero della salute con Guntis Belēvičs (piuttosto discusso già nel precedente esecutivo per i suoi presunti conflitti di interesse nel settore della sanità), il ministero della difesa con uno dei ministri più popolari e apprezzati del governo Straujuma, Raimonds Bergmanis, e poi ottiene con Uldis Augulis un altro ministero chiave, quello dei trasporti. Il ministero dei trasporti è stato uno dei nodi più discussi nella formazione del governo, sia per le risorse assegnate a questo ministero, sia per il fatto che rappresenta un posto strategico per gli interessi del grande “elettore” di ZZS, il sindaco di Ventspils Lembergs.

Vienotība è senza dubbio la grande sconfitta nella formazione del nuovo esecutivo. La sua leader Solvita Āboltiņa si era spinta a far cadere il governo della sua compagna di partito Straujuma, con l’obiettivo di prenderne il posto. Ma la sua impopolarità nel paese e l’opposizione degli alleati di governo gliel’hanno impedito. I dissidi interni al partito non hanno permesso a Vienotība di indicare un successore credibile, e per questo il partito ha finito per perdere sia la guida del governo, sia la sua preponderante influenza nella maggioranza.

Vienotība mantiene due ministeri di grande prestigio, esteri e interni, coi due ministri decisamente più popolari e apprezzati del precedente esecutivo: Edgars Rinkēvičs e Rihards Kozlovskis. Perde il ministero delle finanze, che negli ultimi governo per tradizione viene assegnato allo stesso partito del premier, ed in cambio ottiene il ministero dell’economia, col nuovo ingresso di Arvils Ašeradens, al suo primo incarico di governo. Ašeradens assumerà anche le funzioni di vice premier. L’ex ministro delle finanze Jānis Reirs invece passa al welfare. Il quinto ministero di Vienotība (nel precedente esecutivo ne aveva sei) è quello dell’istruzione, dove si siederà Kārlis Šadurskis, che era stato il candidato premier del partito.

Resta invariata la presenza di Nacionālā apvienība, il partito nazionalista lettone, che conferma i suoi tre ministri precedenti negli stessi dicasteri: Dace Melbārde, molto apprezzata ministro della cultura, Dzintars Rasnačs, molto meno apprezzato ministro della giustizia, e Kaspars Gerhards al ministero dell’ambiente e dello sviluppo regionale. Proprio questi ultimi due ministeri sono stati fra i più contesi nella formazione del nuovo governo. Vienotība ne avrebbe voluto almeno uno dei due: il ministero della giustizia perché il settore della giustizia richiede profonde riforme, quello dello sviluppo regionale perché è da sempre un ministero molto conteso, per le grandi risorse che mette a disposizione, e la grande influenza che permette di ottenere a livello locale.

Il programma del nuovo esecutivo

La dichiarazione programmatica presentata dal nuovo esecutivo parla di un azione di governo che si concentrerà in particolare nel proseguimento della crescita economica del paese, attraverso anche il dialogo e la collaborazione con le parti sociali, con l’obiettivo di un miglioramento complessivo della qualità della vita dei cittadini lettoni. La Lettonia, malgrado la forte crescita dell’economia degli ultimi anni, fa ancora registrare uno dei tassi di disuguaglianza più alti in Europa, nella distribuzione della ricchezza del paese.

Fra le riforme più necessarie per il paese, la dichiarazione programmatica del nuovo governo elenca quelle dell’istruzione, della sanità, dell’aumento delle risorse per la sicurezza del paese, l’attuazione di politiche che favoriscano le famiglie e le nascite, e il rafforzamento del welfare.

“L’obiettivo del mio governo è quello di raggiungere una crescita economica più rapida e attuare le riforme nei settori dell’istruzione e della sanità.”

Nel suo discorso di fronte alla Saeima per chiedere la fiducia al nuovo governo, il premier Kučinskis ha affermato che, senza voler criticare il precedente governo, il suo esecutivo si propone in particolare di uscire da una fase di stagnazione, in cui il paese si è trovato negli ultimi mesi del governo Straujuma. Nonostante la crescita economica nel 2015 si sia attestata intorno al 3%, il neo premier ha sostenuto che l’attuale congiuntura economica deve permettere al paese di crescere nei prossimi anni a ritmi più sostenuti e con maggiore decisione. Kučinskis ha comunque sottolineato che il paese baltico non ha bisogno di rivoluzioni copernicane nelle sue politiche, e che il prossimo esecutivo si manterrà sulla linea generale delle politiche attuate in questi anni dai precedenti governi.

Foto: F64

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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