Maidan, terza Maidan

UCRAINA: Una terza Maidan alle porte?

da KIEV – Una nuova Maidan alle porte? E’ quanto i media russi paventano, con malcelato entusiasmo, dopo le manifestazioni che il 20 febbraio scorso hanno portato all’occupazione di piazza Indipendenza, a Kiev, da parte di movimenti radicali che invocano le dimissioni di Poroshenko e del suo governo. Dopo il riaccendersi del conflitto nel Donbass, con aumentata frequenza di colpi di artiglieria da parte delle forze separatiste, è iniziata anche a Kiev e Leopoli la manovra destabilizzatrice di fine inverno, che si attendeva in Ucraina da parte delle forze legate al vecchio regime e dei fiancheggiatori di Mosca presenti nel paese.

Nella notte del 21 febbraio a Leopoli sono state lanciate bottiglie molotov contro le sedi delle banche russe Sberbank e VTB bank e poche ore prima, il 20 febbraio, a Kiev, sono state lanciate pietre contro uffici della stessa Sberbank e di Alfa bank, oltre che contro uffici della SCM, gruppo legato all’oligarca Akhmetov. La manifestazione più importante e sospetta, però, si è svolta in seguito alle commemorazioni della strage del 2014 operata dai famigerati cecchini che aprirono il fuoco sui manifestanti.

Un gruppo autonominatosi Revolucionnie pravie sili, Forze della destra rivoluzionaria, si è presentato sulla piazza annunciando l’inizio di una nuova Maidan, la cosiddetta “Terza Maidan“. Gli attivisti hanno formulato le loro richieste, che consistono nelle dimissioni del Presidente e del governo, il rigetto degli accordi di Minsk e il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici. In mancanza di queste condizioni hanno dichiarato di non voler lasciare la piazza. Hanno eretto tende, e si sono impadroniti di parte dell’Hotel Kozatsky.

Il gruppo si sarebbe formato in seguito alla dissoluzione di Pravi Sektor nel novembre scorso, ma l’autenticità delle sue intenzioni è molto dubbia, e si ritiene che possa essere passato al soldo delle forze legate al vecchio regime. Alcuni membri del gruppo sono ritenuti simpatizzanti di Mosca e legati alle forze separatiste del Donbass: sui social network si sono moltiplicate fotografie e indicazioni riguardanti la loro appartenenza al gruppo nazionalista russo Soprotivlene (Resistenza).

Già il giorno 21 febbraio si sia avuta la pronta evacuazione dell’Hotel Kozatsky, e il giorno 22 la rimozione delle tende sulla piazza, tranne una, ad opera degli operai del comune. Si è trattato probabilmente di un test dimostrativo, per verificare la reattività delle istituzioni e soprattutto per comprendere se lo scontento popolare legato alla debolezza dell’economia, gli aumenti dei prezzi e la continua svalutazione della moneta, si potesse cavalcare per dar vita a proteste dalle conseguenze potenzialmente disgregatrici.

La forte impopolarità del capo del governo e del Presidente, unite alla incertezza della situazione economica e alla fragilità della compagine di governo, sorretta nella recente mozione di sfiducia dagli oligarchi e dai loro rappresentanti in Parlamento, potrebbe far pensare alle forze del vecchio regime, tuttora attive, di approfittarne in ogni modo possibile.

Nonostante una lustracija superficiale, che ha rimosso da esercito e servizi segreti alcuni esponenti  legati al regime di Yanukovich, sono ancora molti gli uomini di alto livello in servizio attivo che potrebbero operare in modo non trasparente. Inoltre nell’amministrazione sono presenti molti uomini legati all’oligarca Akhmetov, padrino di Yanukovich, che di fronte alla secessione del Donbass ha sempre mostrato un profilo molto ambiguo. Ora, il primo tentativo di destabilizzazione è fallito. Ci si chiede se ce ne saranno altri e come il malcontento popolare potrà essere strumentalizzato dalle forze restauratrici.

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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